Le donne sono come farfalle che un giorno, nonostante tutto, spiccheranno il volo.
Questo viene detto nella bandella del libro Il messaggio segreto delle farfalle e ci si aspetta un romanzo intenso, con una figura femminile che emerge in modo netto e riscatta l'intero genere femminile. In particolare, si è portati a pensare ciò se si tiene conto di ciò che si dice nel presentare romanzo e personaggio: Nadia, figlia di un kuwaitiano e di una siriana, 17 anni, pronta a vivere la propria vita. Ma la sua famiglia ha deciso per lei...
Una presentazione che lascia spazio a parecchie aspettative. Tutte deluse, secondo il mio punto di vista.
Deluse per i contenuti ma anche per lo stile di scrittura che diventa ampolloso, ridondante, eccessivamente ricercato pagina dopo l'altra.
L'autrice parla di una cultura, prima che di un personaggio: una cultura che, però, viene poco approfondita e resa in modo secondo il mio punto di vista negativo.
Nadia viene venduta a 17 anni ad un vecchio che la prende in sposa e le riserva un trattamento da principessa all'apparenza, una vita di privazioni e di violenze dall'altro. Un vecchio che la fa violentare nella prima notte di nozze da un servo che avrà un ruolo fondamentale in tutta la storia. Un vecchio despota, tutt'altro che fedele a quella che non è una moglie ma un oggetto per lui.
Posto che non riesco proprio a concepire una famiglia che venda sua figlia in questo modo - perchè di una vendita per interesse si è trattato - ma come si può accettare che questa ragazza torni proprio da quella famiglia e intenda premiarla mettendo a disposizione tutti i suoi averi tanto da concedere a suo padre, sua madre e suo fratello, una vita agiata? Genitori che hanno venduto in questo modo una ragazza e che vengono da essa mantenuti dopo quattro anni di sofferenze! Inaccettabile.
Sarà pure una cultura diversa ma non posso proprio immaginare tutto ciò.
Così come ogni volta che Nadia parla di matrimonio di godimento mi viene l'orticaria: anche questo farà parte di un'altra cultura ma io ammetto che riferimenti a ciò non solo non mi hanno aiutata a comprenderla, una cultura così, ma mi hanno solo innervosita.
"Certo... un matrimonio di godimento previsto dal diritto islamico, così non potremo essere accusati di adulterio!".
La figura del padre è stata quella che ho maggiormente odiato così come,
però, ho odiato l'atteggiamento che la stessa Nadia ha avuo nei suoi
confronti.
Mi sarei aspettata una donna che riesce a spiccare il volo - è questo che si dice, no? - invece non ho proprio incontrato un personaggio così. Anzi! Nadia è soggetta alle restrizioni culturali di un mondo che le va stretto ma rispetto al quale poco riesce a fare.
Quando cerca di opporsi alla sua famiglia, ogni volta che nei suoi confronti vengono tenuti comportamenti che limitano la sua libertà, si sfoga a parole - dicendo cose sacrosante, a dire il vero - ma poi si pente amaramente. Non so, non ho trovato il personaggio che mi sarei aspettata e la storia non mi è affatto piaciuta.
Una ragazzina violata in quel modo, sfruttata in quel modo, che torna ad innamorarsi ma che - secondo il mio punto di vista - non mostra un minimo di maturità e che continua ad essere succube di una società che impone i suoi precetti senza eccezioni...
Non che non possano capitare situazioni di questo tipo, non intendo dire questo. Secondo me, però, l'autrice ha sbagliato qualche cosa. Intanto mi auguro che abbia inventato parecchio, perchè se davvero si assiste a situazioni di questo tipo c'è poco di che stare allegri! E poi, dal punto di vista della scrittura... Bhè, posto che le vicende possano essere state ispirate da una qualche storia vera, la narrazione è ridondante, troppo costruita, con continui paragoni che, se bene dosati, possono anche rendere gradevole la lettura ma che alla fine stancano.
A me piacciono, ogni tanto, frasi ad effetto ma quando si esagera l'effetto è l'esatto contrario di quello auspicato.
Sparsi le mie rose, scagliai tutti i miei tuoni e i miei lampi per poi ritrovare la quiete dopo la tempesta.
Sprofondai sul suo petto, come un fiore senza petali, una farfalla senza ali, una candela senza luce, nella speranza che avrebbe ricostruito quel che l'amore avrebbe distrutto.
Il silenzio non mi pesava, anzi, era un mio ospite e l'ospite gentile e gradito non infastidisce mai. Lo accoglievo, mi rotolavo tra le sue pieghe di seta, mi coccolava con i suoi colori, mi parlava con voce bassa simile a fogli di carta sottili inumiditi dalla rugiada.
Potrei continuare con tante altre frasi di questo tipo che, onestamente, mi hanno stufata alla fine tanto da non vedere l'ora di arrivare alla fine di quello strazio.
Mi spiace. Questo libro non mi è proprio piaciuto ma mi permette comunque di partecipare alla gara di lettura The
Hunting Word Challenge. La parola utile per la challenge è FARFALLA che compare nel titolo ed è anche raffigurata in copertina.
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