venerdì 27 gennaio 2017

Le due verità (A. Christie) - Venerdì del libro

Duemila lire. Tale è il prezzo stampato sull'ultima di copertina dell'edizione che ho trovato in biblioteca del libro Le due verità di Agatha Christie. E' un'edizione Oscar Mondadori del 1980, pubblicato nella collana Oscar Gialli ma il libro risale al 1957 quando venne pubblicato per la prima volta. Dico per la prima volta perché poi se ne sono avute diverse edizioni successive.
Si tratta del primo libro in assoluto che leggo di questa famosissima autrice e devo dire che non mi ha entusiasmata più di tanto. Lo segnalo in questo Venerdì del libro con la speranza di raccogliere qualche opinione che possa confermare la mia impressione o farmi ricredere….

L'ho trovato un po' ripetitivo e noioso in alcuni punti.

Arthur Calgary  si presenta a casa della famiglia Argyle per togliersi un peso: due anni prima diede un passaggio ad uno sconosciuto di cui solo tempo dopo scoprì l'identità: Jacko, figlio di Leo Argyle, accusato e condannato per l'uccisione di sua madre Rachel moglie di Leo. Quel ragazzo, morto poi in prigione per motivi di salute, due anni prima dichiarò di avere un alibi che l'avrebbe scagionato: all'ora del delitto ebbe un passaggio da parte di un uomo che, però, non si fece avanti in tempo utile per evitargli la galera. A distanza di tempo, Calgary si fa avanti per redimere la figura di quel ragazzo che si dichiarava innocente e che effettivamente lo era. Spiega a tutta la famiglia perché non poté scagionarlo all'epoca ed immaginava un'accoglienza del tutto diversa da quella che, invece, gli viene riservata.
La colpevolezza di Jacko era oramai assodata, digerita, superata. 
Scoprire, a distanza di anni, che non era lui l'assassino non ha portato sollievo per la redenzione di quel ragazzo rinchiuso in carcere ingiustamente ma ha fatto precipitare l'intera famiglia nel panico.
Calgary non aveva pensato, in origine, che la sua rivelazione avrebbe avuto dei risvolti: i membri della famiglia iniziano a dubitare l'uno dell'altra e tutti avrebbero preferito che quell'uomo non si fosse fatto mai vivo per rompere quell'equilibrio che oramai era stato raggiunto.
Io credevo di portare  termine qualcosa, dando, per così dire, una conclusione diversa a un capitolo già scritto. Ma mi si è fatto capire che, invece, di "metter fine" stavo "dando inizio" a qualcosa. Qualcosa di completamente nuovo.
L'indagine viene riaperta ed emergono risvolti molto particolari circa la vita di ognuno dei membri della famiglia, servitù compresa. Emerge un quadro fatto di rancori, di dubbi, di sospetti, di sottili accuse reciproche che farà crollare del tutto quell'idillio che la famiglia aveva costruito, quelle apparenze che fino a quel momento si erano rette su fragili fondamenta. 
Oramai Jacko era morto. Perché tornare ad aprire la questione? Questo ciò che si chiedevano tutti.
Ma Calgary ha in mente qualche cosa di diverso. Qualche cosa che risponde al nome di giustizia e va avanti per la sua strada.

Emerge la figura di una madre - Rachel - che è voluta diventare tale per forza, adottando in modo più o meno lecito i suoi figli. Figli che non hanno ricambiato l'amore che lei ha dispensato con modi molto particolari: ha pianificato la loro vita, a controllato i loro sentimenti, ha cercato di dare loro un futuro secondo quella che era la sua volontà. Tutti avevano un buon motivo per ucciderla. Tutti. Dai figli al marito alla servitù. Tutti avrebbero potuto ucciderla in nome di quella libertà - economica, nelle scelte del proprio futuro, del proprio compagno di vita, della propria routine quotidiana - che Rachel limitava ad ognuno.

Mi ha fatto un po' pena questa donna. Tenta di comprare l'amore dei suoi figli ma non ce la fa. Li lasci vivere negli agi, nella serenità più assoluta ma nessuno l'ha amata come lei avrebbe voluto. 
Christina e poi Hester, Mary, Michael: nessuno è riuscito ad amarla come si può amare una madre. E Leo? Succube anche lui di quella figura così imponente come Rachel sapeva essere. 

La voce narrante è quella di Calgary che si trova immischiato in una storia che non avrebbe mai immaginato potesse essere di tali proporzioni.
Non c’è nessuno che raccoglie le notizie che emergono dai vari racconti postumi. Anzi, ognuno dei protagonisti potrebbe essere inquirente nei confronti di tutti gli altri. Sette persone si ritrovano in una casa con un morto addosso ed un secondo morto che arriva tra capo e collo. Un assassino si aggira tra di loro e nessuno sa chi può essere. Qualcuno, a dire il vero, lo sa ma vorrebbe non saperlo.
I dubbi che ognuno prova nei confronti negli altri vengono palesati in dialoghi che, soprattutto attorno alla metà del libro, mi sono sembrati un po’ ridondanti. Mi aspettavo qualche cosa di meglio ma credo di aver iniziato dal libro sbagliato per conoscere questa autrice.

L’autrice lascia emergere, pian piano, una realtà diversa dall’apparenza e lo fa senza immediatamente, appena Calgary si presenta al cospetto degli Argyle. Allo stesso tempo, lo fa senza fretta: è come se cadesse quel velo che rendeva la vita di quella famiglia tranquilla e serena. Sotto a quel velo, però, si scopre esserci ben altro. 

Pur avendo apprezzato il voler mostrare cosa covava sotto la cenere, resta il fatto che in alcune parti mi sono proprio annoiata. I risvolti finali non mi hanno colpita più di tanto, forse perché le mie capacità recettive si erano rallentate a causa di quei dialoghi che ho ritenuto poco fruttuosi… non so.
E’ un giallo, c’è un assassino, ci sono degli intrecci, delle situazioni che si dipanano pagina dopo pagina ma non lo posso proprio promuovere del tutto. Sono certo che questa grande autrice abbia scritto di meglio: andrò alla ricerca di Poirot e di Miss Marple, sarà meglio!

Con questo libro, oltre che la Venerdì del libro di oggi, partecipo alla gara di lettura The Hunting Word Challenge
Ero alla ricerca di un libro che contenesse la parola VERITA' nel titolo (non potendo avere un'immagine di copertina che rimandasse a tale parola astratta).

2 commenti:

  1. Agatha Christie mi piace molto complice mio papà che adorava questa scrittrice. Non conosco il libro di cui parli ma una storia poco azzeccata in mezzo a tanti titoli ci sta! Se hai voglia di riprovare, ti consiglio Dieci piccoli indiani: non ci sono Poirot o Miss Marple ma ne vale la pena!

    RispondiElimina
  2. Andrebbe anche visto se è la traduzione completa o quella vecchia, ridotta (quelle complete sono quasi tutte degli anni 90). Di sicuro questo è un titolo che è stato più amato dall'autrice che dal pubblico. Io riproverei :)

    RispondiElimina