Il titolo è perfettamente calzante. Orgoglio e pregiudizio sono i due sentimenti che stanno alla base di molti comportamenti che si manifestano nei personaggi a cui Jane Austen dà vita nel libro così intitolato.
È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie.
Con queste parole si apre il romanzo che, pubblicato per la prima volta nel 1913 con il titolo originale Pride and prejudice è arrivato solo ora tra le mie mani. Dico solo nel senso che ci ho messo un po' ad avvicinarmi a quello che è uno dei classici più noti della letteratura inglese. Molteplici le edizioni messe in commercio nel tempo, è diventato anche un film (che io, puntualmente, non ho visto).
Devo essere sincera: lo stavo cercando da un po' e mi sarebbe piaciuto ascoltarlo nella versione audiobook di Paola Cortellesi ma poi ho trovato un'edizione che mi ha ricordato un libro che ricordo con piacere - Il giardino segreto - e l'ho preso in prestito in biblioteca abbandonando l'idea di godere della lettura da parte di altri come avvenne con David Copperfield che porto nel cuore. E' l'edizione Einaudi Tascabili, edizione del 2007.
In 399 pagine e 61 capitoli viene narrata la storia di una famiglia (dire storia è un po' troppo, visto che vengono narrate vicende circoscritte nel tempo) di un'epoca oramai lontana ma non per questo dimenticata. Siamo nel 1800 e l'occupazione principale della madre di famiglia, Mrs Bennet, è quella di trovare una buona sistemazione per le sue cinque figlie. Attorno a ciò ruota tutto il libro e devo ammettere che all'inizio l'ho trovato un po' lento e ripetitivo. Tutta la vita delle donne della famiglia Bennet, in quel periodo storico, è focalizzata sulla ricerca di un uomo da sposare. L'ultimo dei criteri di scelta è l'amore visto che si pensa prima al lignaggio familiare, alla rendita, al tenore di vita annessi e connessi. Ed i tempi in cui maturano gli amori sono davvero ristretti, ridotti a pochi momenti di contatto per lo più in pubblico.
E' questa, in estrema estrema estrema sintesi la storia narrata da Jane Austen.
Mrs Bennet viene descritta come una donna di scarsa intelligenza e di animo meschino. I suoi comportamenti sconsiderati sono motivo di vergogna per il resto della famiglia anche quando per lei sono del tutto normali. Mi ha fatto un po' pena questa donna: il suo continuo arrancare per compiacere il belloccio di turno, ovviamente ricco e promettente, per poter sistemare una delle proprie figlie è davvero penoso. Così come lo sono i calcoli che fa nel pensare all'uno o all'altro matrimonio dimostrando di pensare alle rendite prima che alla felicità delle sue figlie.
Mr Bennet, da parte sua, viene definito come un uomo impertinente e disilluso nei confronti del genere umano. Non si trattiene dal considerare civette le proprie figlie minori, in generale non si è mai occupato più di tanto di tutte le sue figlie. A dire la varità aspettava un maschio: maschio che non è arrivato. L'ho trovato pungente in diverse occasioni ma anche consapevole di aver avuto un ruolo marginale nell'educazione delle proprie figlie alcune delle quali - non le prime due - hanno risentito in modo palese dell'educazioni impartita dalla sola madre.
Mr Bennet, da parte sua, viene definito come un uomo impertinente e disilluso nei confronti del genere umano. Non si trattiene dal considerare civette le proprie figlie minori, in generale non si è mai occupato più di tanto di tutte le sue figlie. A dire la varità aspettava un maschio: maschio che non è arrivato. L'ho trovato pungente in diverse occasioni ma anche consapevole di aver avuto un ruolo marginale nell'educazione delle proprie figlie alcune delle quali - non le prime due - hanno risentito in modo palese dell'educazioni impartita dalla sola madre.
Jane Bennet è la primogenita: è una ragazza che non esprime con facilità i propri sentimenti e che tende ad apparire piuttosto fredda ed indifferente. Questo le costerà parecchio sul fronte dei rapporti sentimentali con l'altro sesso.
Elizabeth Bennet è la figura attorno alla quale ruota il libro. E' un ragazza di carattere, che non teme di manifestare ciò che pensa e che non si lascia influenzare dagli altri nelle proprie scelte. E' un personaggio che mi è piaciuto molto e non tanto perchè ha un ruolo predominante nella storia, quanto per il modo di opporsi, in particolare, a chi ha tentato di influenzarla facendo leva sulla sua superiorità sociale. Anche se all'inizio è stata un po' troppo precipitosa nel formulare giudizi senza sentire tutte e due le versioni delle vicende, è poi capace di capire il proprio errore e di ricredersi.
Mary Bennet è la terza delle cinque sorelle: non riesce a distinguersi per qualche particolare dote e sarà colei che, alla fine, resterà con la madre in casa. Si dedica agli studi ma questo non migliora la sua personalità.
Catherine Bennet è la quarta delle cinque sorelle e, assieme alla sorella minore Lydia, dimostra di essere sciocca e superficiale correndo dietro agli ufficiali che di volta in volta passano per la loro città. Subisce l'influenza di Lydia che viene descritta come una sciocca, sempre avvezza al divertimento senza un minimo di sale in zucca. E lo dimostrerà con il suo comportamento. Chaterine fa comunella con lei e ne subisce l'influenza negativa grazie anche alla complicità di una madre che a tutto pensa meno che a mettere loro un po' di quel sale che manca nelle loro zucche.
Le età delle ragazze vanno dai sedici anni di Lydia ai ventiquattro di Jane. Ovviamente Mrs Bennet pensa a maritare le più grandi anche se la storia riserverà qualche sorpresa.
Accanto a loro spiccano alcuni personaggi maschili e rispetto ad uno di essi, in particolare, Elizabeth formulerà un giudizio affrettato, tanto da creare un'immagine di lui che è piuttosto lontana da quella che, in realtà, manifesterà.
Una lunga parte del racconto, la prima parte, introduce i personaggi: sono parecchi, e all'inizio ho fatto fatica a memorizzarli tutti e a ricordare i rapporti esistenti tra loro. Poi, però, pian piano che si prende familiarità con la storia e si entra nell'ottica del romanzo la lettura scorre meglio.
L'autrice non risparmia dettagli soprattutto nel descrivere i personaggi, le loro reazioni e le loro inclinazioni. E propone una storia in cui non mancano errori - perchè tutti possono sbagliare, a qualunque classe sociale appartengono - ma, soprattutto, propone il dipinto di un'epoca con una figura, quella di Elizabeth, che dà un taglio netto con le abitudini di quel tempo. E lo fa con orgoglio e caparbietà dopo aver ammesso i suoi errori dettati, appunto, da pregiudizi infondati.
Devo ammettere che quella affannosa ricerca di un marito con una buona rendita mi ha fatto sorridere all'inizio. Poi mi ha un po' rattrista il pensiero di come si combinassero i matrimoni all'epoca.
Nel complesso, poteva dirsi soddisfatta. Mr. Collins non era ne' intelligente, ne' simpatico. La sua compagnia era noiosa e i suoi sentimenti per lei puramente immaginari. Ma sarebbe stato suo marito. Pur non avendo mai avuto una grande opinione degli uomini e del matrimonio in genere, aveva sempre visto nel matrimonio lo scopo della sua vita, l'unica sistemazione possibile per una fanciulla ben educata ma di scarsa fortuna come lei, l'unica che, pur non garantendole la felicità, l'avrebbe però difesa dalla miseria.
Un po' triste, no? Ma erano altri tempi e le ragazze non facevano altro che cucire, passeggiare in giardino e poco più. Le ragazze di cui si parla nel romanzo non fanno molto di più che non sia, appunto, cercare un marito. E lo fanno anche in un modo così discreto che le loro intenzioni si comprendono a stento (tranne che nel caso di Lydia che sarà piuttosto esplicita).
Ultimamente ho letto diversi classici. Questo non è di quelli che mi hanno appassionato maggiormente ma l'ho letto con piacere. Ben scritto, anche se si tratta di una scrittura d'altri tempi, si perde un po' nei dialoghi che a volte sono troppo lunghi ed arzigogolati ma anche questo caratterizza l'epoca a cui si riferisce e l'epoca in cui è stato scritto.
Con questo libro rispondo ad uno degli obiettivi che mi sono stati assegnati con il terzo giro di ruota dalle challenge La ruota delle letture.
Mi è stato chiesto di leggere un classico. E classico sia!
Inoltre, Orgoglio e pregiudizio mi permette anche di partecipare alla Challenge di Chiara del blog La lettrice sulle nuvole.
oh ma che bella recensione!!!! quasi quasi lo tengo come titolo anche io per le due challenge se dovessero coincidere con i tempi e con i giri di ruota di quelle due disperate ih ih ih
RispondiEliminaPoi devo anche dire che l'edizione che ho letto io si legge bene nel senso che il testo non è scritto piccino piccino...
Eliminaguarda, sto facendo pace con i classici, anche grazie a te!
RispondiEliminaTi lovvo!!!! ;-)
EliminaIo adoro questo libro e visto che l'ho suggerito mi fa molto piacere che tu l'abbia apprezzato :-)
RispondiEliminaOh si. Pur avendoli trascurati in passato, ultimamente sto apprezzando molto i classici. Grazie per il suggerimento.
EliminaMolto bella la tua recensione! Anche io ho solo letto recentemente i romanzi di Jane Austen e concordo con te col fatto che sia molto ben scritto ma che non sia tra i miei preferiti!
RispondiEliminaLa parte che ho amato di più è stato il dialogo con la zia snob di Darcy! Ero lì che tifavo spudoratamente per Liz Bennet e per le sue risposte pungenti e sincere!! :)
In effetti quello è il passaggio più bello, dove tira fuori il carattere e, soprattutto, non si lascia ferire nell'orgoglio.
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