sabato 13 agosto 2016

La grande Gilly Hopkins (K. Paterson)

La serie rossa de Il battello a vapore mi piace. Sono fuori quota con l'età, ne sono consapevole, ma ultimamente mi sono imbattuta in storie ben scritte, dalla trama interessante e che ho letto con piacere pur non essendo una ragazzina. E poi che vuol dire l'età? Un libro è sempre un libro, a qualsiasi età lo si legga. 

La grande Gilly Hopkins propone la storia di un'altra ragazzina.
Dico un'altra perchè nelle ultime storie lette di questa collana mi sono imbattuta in diverse ragazzine, diverse per storia, per ambientazione, per contesto e caratteristiche.

E' una bambina difficile, Gilly. Passa da una famiglia affidataria all'altra con un preciso obiettivo: non affezionarsi a nessuno che non sia la sua vera madre. Quella madre che, ne è convinta, prima o poi tornerà a prenderla. 
Ci si mette d'impegno per tenere fede al suo obiettivo: tiene un comportamento aggressivo, spregiudicato, maleducato, senza regole in qualsiasi contesto familiare venga a trovarsi. Tanto più dopo essere stata delusa da una delle ultime mamme affidatarie a cui aveva aperto un tantino il suo cuore e che l'ha abbandonata nel momento in cui ha cambiato casa. Così, su due piedi. Come fosse stata un mobile o un pezzo di arredamento.
Da quel momento si è fermamente convinta di non potersi permettere nessuno spiraglio di affetto da concedere agli altri. Non ha bisogno di nessuno, Gilly. Tranne che di sua madre. Una madre che, però, oltre qualche sporadica cartolina, tarda ad arrivare. Non da giorni ma da anni.

Ora si trova alle prese con una mamma molto singolare: pesa cento chili ed è molto accomodante, sempre gentile e sdolcinata. Ha con se un altro bambino affidatario che sembra un po' tonto ed indifeso ed ospita in casa, di tanto in tanto, un anziano vicino di casa cieco. Che strana situazione! Impensabile potersi adattare ad una situazione così. Tanto vale fare di tutto per dimostrare che lei, Gilly, sa badare a se stessa e non ha bisogno di niente e di nessuno.
Quei piatti succulenti, però... come si può dire di no ai biscotti al cioccolato? 
E poi quel ragazzino... come si può non dargli una mano ad imparare a difendersi dalle angherie dei più grandi?
E quel vecchietto così raggrinzito... come negargli di accompagnarlo a casa per non farlo cadere per le scale?
Ma niente paura, Gilly non fa spazio a nessuno nel suo cuore ed ha in mente un piano: intende scappare per raggiungere sua madre che, sicuramente, la sta aspettando.

Sarà così? 
Gilly si troverà davanti ad una realtà che non avrebbe mai voluto immaginare. Verrà a contatto con sua madre, ma non come vorrebbe. E solo quando è lontana si rende conto di ciò che ha perso.
Allora le parole della mamma di centro chili, la signora Trotter, le saranno preziose:
Mio dolce tesoro, non te l'ha mai detto nessuno? Pensavo che l'avessi già capito da sola.
Che cosa?
Che tutte quelle storie del lieto fine sono balle. L'unica fine, in questo mondo, è la morte. Può darsi che sia lieta e può darsi che non lo sia, ma comunque non credo che tu sia ancora pronta a morire, no?
Trotter io non sto parlando di morire. Sto parlando di tornare a casa
Ma Trotter la ignorò. 
Qualche volta, in questo mondo, le cose vanno bene, e allora uno si rilassa e dice "Oh, finalmente il lieto fine! E' proprio così che dovevano andare le cose". Come se la vita dovesse qualcosa a qualcuno. E ci sono tante cose buone piccolina (...) ma aspettarsi cose belle tutto il tempo significa prendersi in giro. Di solito non è così. Nessuno ti deve niente.
Sul finale mi sarei aspettata qualche cosa di diverso ma questo non vuol dire che la storia non mi sia piaciuta. Ben scritta, tema molto attuale, ragazzina molto credibile. E' un libro che consiglio. Si tratta di un'edizione piuttosto vecchia che non credo sia più in commercio ma credo che in biblioteche ben fornite la si possa reperire, come è capitato a me.

Questo libro mi permette di partecipare alla terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 4: un libro nella cui copertina compaia un cappello. 
Gilly, illustrata in copertina, pur avendo il viso nascosto dietro un'enorme pallone fatto con la gomma da masticare (è la prima immagine di lei che viene descritta nel libro) indossa un berretto con la visiere calzato al rovescio in testa, con la visiera all'indietro.

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