venerdì 3 ottobre 2014

Più lontana della luna (P. Mastrocola) - Venerdì del libro

Un tuffo negli anni settanta. Questo è stato, per me, leggere Più lontana della luna, di Paola Mastrocola. E' stata proprio questa l'ultima lettura del mese di settembre - la mia proposta per questo Venerdì del libro - e posso dire di aver gustato ogni singola pagina come fosse una ciliegia... una dopo l'altra. 
Conoscevo l'autrice solo di fama ma non avevo avuto occasione di leggere suoi libri prima di questo.  Ne sono rimasta positivamente impressionata...
La protagonista, Lidia, una quindicenne figlia di verdurai, racconta in prima persona la sua storia e lo fa... come una quindicenne. All'inizio, almeno. Voglio dire che lo stile di scrittura usato dall'autrice è diretto ed ingenuo... proprio me se fosse una quindicenne a mettere su carta i suoi pensieri (a volte anche sconclusionati ma mai proposti a caso) con una semplicità tale da risultare disarmante in alcuni passaggi.
Così, la sera del mio diciottesimo compleanno, quando mia madre portò in tavola la torta alla panna con le candeline rosa, quando spegnemmo la luce del tinello e mi vidi davanti quelle diciotto tremule fiammelle da spegnere, fu come trovarmi di colpo davanti al mio destino: soffiai con tutto il fiato che avevo, e in quell'attimo di buio, in quell'odore leggero di cera bruciata, decisi che qualcosa di buon una figlia deve pur fare pe i genitori, che ci avrei provato a renderli felici, non sarebbe cascato il mondo. Trangugiai di corsa la mia fetta di torta, con la testa piena di una rabbia che non era diretta a nessuno ma si nutriva di domande strane, tipo: perchè sono nata femmina, perchè non posso partire anch'io per le crociate, e perchè mia madre mi fa ogni anno la torta alla panna veisto che lo sa benissimo che io la odio la panna?
Ho provato affetto per questa ragazzina fin dall'inizio. Per il suo modo di porsi tanti interrogativi, per la sua voglia di qualche cosa di indefinito eppure così forte in lei, per la sua essenza di ragazzina insoddisfatta e pronta ad inseguire un sogno, anche se non ha bene in mente quale sia. La sua ingenuità con l'altro sesso, i suoi desideri plasmati sulle strofe delle poesie che tanto ama (pur avendo abbandonato la scuola), le sue mani che da piccina modellavano il pongo per poi passare alla creta... Mi hanno fatto tenerezza e mi sono sentita molto vicina a lei. 

Le descrizioni di alcuni dettagli dell'epoca, poi, mi hanno fatto tornare in mente la mia fanciullezza: il grande televisore pesantissimo ed enorme, i sacrifici della famiglia per comperare l'enciclopedia a rate, il borotalco Roberts che il babbo faceva passare dalla busta alla bottiglietta usando una matita... frammenti di vita che mi sono sembrati i miei. 

Io, però, non avevo Pino.
Lidia si.
Lidia ha un cavallo.
Pino. 
E con lui parte la sua grande avventura verso un amore lontano che non sa bene quale sia e dove debba essere trovato (o sarà lui a trovare lei? Lidia se lo chiede spesso... così come si chiese se sia l'amore ad essere lontano o se sia lei lontana dall'amore.... insomma... discorsi come questo popolano le pagine ed io ho molto apprezzato questo modo di scrivere e di rendere palpabile la personalità del personaggio). Lidia si trova ad affrontare delle situazioni paradossali, assurde e lontane dalla realtà... come l'aver affrontato da sola un viaggio in lungo e in largo per l'Italia con, come solo compagno, un cavallo... Un po' esagerato ma molto avventuroso!

Chi incontrerà lungo il suo cammino? Troverà quell'amore "da lontano" di cui è alla ricerca? Oppure troverà altro? Le sorprese non mancano. 
Quella di Lidia è una specie di fiaba dipinta con i toni dell'ironia ma anche con, sullo sfondo, un'epoca ben precisa... L'impegno politico, la Fiat ed i suoi alti e bassi... sono parecchi gli elementi che farciscono gli scenari proposti.

Lidia cresce, diventa una donna matura ed anche lo stile di scrittura matura con lei... questa cosa mi è molto piaciuta!

Il mio, probabilmente, non è un occhio eccessivamente critico... non so... quello che so è che il libro mi è piaciuto, mi ha divertita, incuriosita, intenerita anche... Non è stata una lettura velocissima, questo va detto,  come per altri libri che ho letteralmente divorato in un paio di giorni. Questo non vuole dire, però, che abbia fatto fatica a leggerlo... Ho voluto gustarlo con calma, ecco... diciamo così.
Qualcuno conosce questo libro? Mi farebbe piacere conoscere qualche altro giudizio in merito.

12 commenti:

  1. Interessante come libro...
    Un sorriso per il fine settimana.
    ^__^

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  2. Conosco la Mastrocola...Di lei ho letto: "Che animale sei? Storia di una pennuta" e mi ha molto intenerita...
    Buon week
    Vivy

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  3. ma che bella recensione! fa venir voglia di leggerla anche perché... quest'estate è stata un'estate strana in cui ho ricordato spesso l'essere stata bambina e quel mondo così diverso da quello in cui vive mia figlia... e, mi sa che lo leggerò, ma non ho capito ... ha quindici anni la protagonista? perché racconta del suo 18esimo comleanno... oppure ho capito male io? ma alla fine non importa molto, mi piace lo stesso:-D

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    1. Ha quindici anni quando inizia la storia ... poi piano piano racconta gli anni a venire e arriva ad essere più grande....

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  4. La Mastrocola non mi dispiace ma neppure entusiasma però questo libro non l'ho letto, quindi non ti so dire.

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    1. Non conosco gli altri suoi libri per cui non posso fare confronti ma questo, come credo si sia capito, non mi è dispiaciuto affatto. Buon fine settimana.

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  5. Non conosco il libro ma mi hai fatto venire voglia di leggerlo!
    Buon weekend

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    1. A volte cercare in biblioteca, anzichè scegliere sempre e solo nuove uscite, riserva belle sorprese... Ne ho avuto la prova un sacco di volte ;-)

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  6. Sembra il titolo per me. Anch'io sto leggendo la storia di una adolescente...te ne parlerò.

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  7. Ho letto parecchio della Mastrocola, ma questo mi manca. Lo cerco. Grazie

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