lunedì 29 settembre 2014

Rosaconfetto e... considerazioni su maschi e femmine

In occasione del laboratorio di lettura di cui ho avuto modo di parlare nel post precedente, dopo la storia di Elmer sono arrivati altri elefantini con la storia intitolata Rosaconfetto. La lettrice ha premesso che si trattava di una storia piuttosto vecchia e non ha letto da un libro ma da un testo stampato su un foglio... Tornata a casa ho provato a risalire al relativo libro ed ho trovato Rosaconfetto ed altre storie: un libro risalente agli anni settanta all'interno del quale, tra le altre storie, è contenuta anche quella degli elefantini rosa di cui abbiamo sentito in biblioteca.

La storia proposta durante il laboratorio di lettura è stata accompagnata, come nel caso di Elmer, da immagini disegnate su cartoncini proposti poi in abbinamento alla lettura, per aiutare i bambini a focalizzare ciò che veniva letto. 
Pasqualina, è lei la protagonista: un'elefantina che non vuole uscire dagli schemi.
La storia è breve ed è stata letta in fretta, forse troppo per poterne afferrare appieno il senso.
C’era una volta, nel paese degli elefanti, una tribù in cui le piccole elefantesse erano costrette a nutrirsi esclusivamente di fiori rosa per avere gli occhi brillanti e la pelle morbida come le loro mamme. Per incoraggiarle, venivano loro infilati calzini rosa, un elegante colletto e un fiocco anch’essi di colore rosa. Le elefantine guardavano invidiose fratelli e cugini tutti grigi giocare e rotolarsi nell’erba e nel fango. Nonostante gli anemoni e le peonie, Pasqualina proprio non riusciva ad assumere il colorito roseo delle altre elefantesse. Il suo colore grigio preoccupava molto i genitori, che si chiedevano chi l’avrebbe mai chiesta in moglie. Alla fine i genitori rinunciano e la lasciano in pace. Per Pasqualina è la liberazione. Si spoglia di tutti gli orpelli rosa, esce dal recinto e va a divertirsi nel fango insieme agli elefantini maschi, tutti grigi. Le altre rimaste nel recinto la osservano prima preoccupate e poi invidiose fino a che tutte, una a una la seguono. Oggi non si riesce più a distinguere di quella tribù i maschi dalle femmine perchè tutti gli elefanti sono grigi.
Una storia semplice ma carica di significato che invita a riflettere sugli stereotipi secondo i quali le femmine (alle quali viene abbinato il rosa... in tutto e per tutto) non possano fare le stesse cose che fanno i maschi e così via discorrendo. Ovviamente bisogna tener conto dell'epoca a cui risale il racconto: non è propriamente un racconto moderno ed oggi quasi quali vien da ridere al pensiero delle elefantesse/donne bardate di rosa che stanno a guardare gli altri elefantini/uomini che fanno giochi da maschi! Oggi le donne osano molto di piu' di quanto non facessero a quell'epoca e si sono fatti molti passi avanti sul fronte dell'uguaglianza tra i sessi.

La storia mi ha fatto tornare in mente un discorso che iniziai tempo fa, in un vecchio post in fatto di letture: ci sono letture da maschi e letture da femmine? Secondo me, NO. Le storie sono storie e non dico certo a mia figlia di non leggere un libro che parla di motociclismo solo perchè è uno sport prevalentemente maschile così come non dico a mio figlio di lasciare stare le storie delle fatine che, nell'immaginario collettivo, sono collegate alle bambine.

Ma è un discorso più ampio: perchè un maschietto non può indossare una maglietta rosa o una femminuccia non è graziosa con un berretto da baseball? Più volte mi è capitato di confrontarmi con mamme e papà che osservano un certo rigore in casa (...mio figlio con una felpa rosa? Non sia mai... è da femmina) e spesso è stata una battaglia persa. Io, comunque, resto dell'idea che non si possa essere così rigidi ed imporre, per forza, qualche cosa che magari al bambino non piace solo perchè "è da femmina" o "è da maschio"... Finchè sono bambini e bambine, hanno diritto di essere tali e di fare ciò che amano, che li diverte, che li stimola. Quando cresceranno e matureranno una loro personalità saranno capaci di scegliere e motivare le loro scelte ma fino a che sono piccoli, perchè influenzarli (secondo me negativamente) con certe pretese da Medioevo?
Mi sbaglio?

8 commenti:

  1. Sono totalmente d'accordo sul discorso della distinzione tra maschi e femmine. Un buon libro è un buon libro, e un bambino non è meno maschio se balla o una bambina meno femmina se gioca a calcio. Buona giornata :)

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    1. A mio fratello da piccino piacevano le pentoline... Ricordo benissimo mia nonna che gli diceva che era ... sconveniente per un maschio! E pensare quanti grandi cuochi uomini ci sono in giro!! ;-)

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  2. Sono cresciuta leggendo i libri di Adela Turrin come Rosa confetto che citi tu perciò non posso che essere d'accordo con quello che scrivi. Il problema è che ormai tutto è diviso nettamente dai libri ai vestiti o è una cosa da maschi o da bambine non ci sono più vie di mezzo o giochi unisex, ed è un peccato.

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    1. E' vero... guardandosi attorno i nostri bimbi trovano già tutto piuttosto omologato... se però possiamo evitare forzature e far andare le cose in modo naturale, maschi o femmine che siano, meglio ;-)

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  3. Sono anche io d'accordo e cerco nella mia quotidianità di non fare differenze, tra per es giochi da maschi o femmina, persino per i cartoni animati...Ma per tante cose devo dire che è impossibile.

    Mia figlia ha 4 anni ma già per es. mi fa discorsi del tipo: no, mamma, ma quelli sono da maschi!!! E non gliel'ha insegnato nessuno...semplicemente si guarda intorno, ha probabilmente una sua predisposizione verso ciò che è strettamente femminile (sarà colpa mia che la vesto sempre di rosa??? ti giuro...che non lo faccio apposta...mi viene semplicemente naturale acquistarle tutte quelle chiccherie da femmina ahaha hai presente le gonnelline di tulle di H&M??? ).

    Però nonostante questo, mi fa piacere vedere che si destreggia benissimo anche con i giochi "da maschi" e che coi compagnetti ci gioca sempre volentieri. In casa oltre alle bambole abbiamo tanti aerei e macchine, trenini e dinosauri.

    Secondo me, a partire dalle letture (che sono importantissime, ne abbiamo parlato anche ieri relativamente ad Elmer;-)) sta anche a noi genitori predisporli in modo naturale verso il mondo sia maschile sia femminile, cercando di non condizionarli né in un verso né nell'altro...

    Non trovo comunque negativo il fatto che sappiano riconoscere certe differenze, l'importante è non inibirli.

    Un bacio
    Vivy

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    1. Ricordo che tempo fa mia figlia ha scartato un paio di scarpe dai colori femminili ma che andavano benissimo al fratellino. Lui non ha fatto obiezioni e le ha messe - erano semi nuove - ma quando è tornato mi ha detto che i bambini (era alla scuola materna) gli avevano detto che aveva le scapre da femmina... eppure non c'erano paillettes o rose o tutte.... erano di tela di un rosa intenso che tendeva al viola... ELIMINATE perchè il piccino non voleva mettere piu' scarpe da femmina....

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  4. Niente distinzioni, soprattutto in fatto di libri! Mio figlio in biblioteca ha scelto un libro della serie Principessa Perfetta e gliel'ho preso senza problemi. Anche per l'abbigliamento, se posso evito l'azzurro e una delle sue camicie preferite quest'anno è stata quella verde acqua con la riga rosa, perchè il rosa non è solo per le femmine ;-)
    Per il resto, lo lascio giocare con ciò che vuole, a casa abbiamo borse piene di macchine e pure il cestino del pic-nic: almeno nel gioco si dovrebbe togliere il clichè da maschio o da femmina. Ciao!

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  5. Concordo con te e provo ad andare controcorrente, inorridendo quando i miei stessi suoceri criticano le scelte in tema di vestiario del nano perché da femmina.
    Lui adora il fucsia quanto l'arancione (spesso insieme ed ammetto che è' inguardabile) !!!
    Nei libri poi, lo capisco ancora meno!!!

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