Destabilizzante. Il libro L’uomo alla finestra - letto in collaborazione con Thrillernord - è stato, per me, destabilizzante.
Lo è stato perché fin dalle prime righe ho avuto a che fare con una protagonista
altamente disturbata, in preda ad allucinazioni, disorganizzata,
stressata, caotica, con disturbi del sonno e dell’attenzione, che assume
sostanze che contribuiscono a questa situazione e che ha il terrore di
vivere accanto ad un rapitore di bambini.
Lei che è una madre single, separata dal marito, e con due figli a carico, lei che ha scelto una casa con un bel giardino per farli giocare all’aperto, lei che con i bambini ci lavora visto che è operatrice di una scuola materna, lei che viene a sapere – da chiacchiere di paese, non certo da fonti verificate – che il vicino probabilmente ha rapito una bambina di nome Ava. Una bambina che la ossessiona al punto di fare ricerche nei suoi confronti fino al tormento.
Tutto ciò mi ha destabilizzata perché, nonostante tali premesse, Grace (questo è il suo nome)continua a lavorare con i bambini nella scuola materna senza problemi, di notte va a fare jogging lasciando i suo figli (la più piccola ha tre anni) soli in casa e decide di vestire i panni di detective andando alla ricerca di prove usando metodi decisamente poco convenzionali.
E lui? Il presunto rapitore di bambini? Per tutto il racconto, non compare, non parla, non si relaziona con nessun se non di riflesso.
La narrazione, nella prima parte del libro, è ad alto ritmo soprattutto per via dell’atteggiamento di una protagonista a dir poco squilibrata.
Poi succede qualche cosa che cambia completamente la situazione. Un evento traumatico che fa aprire un’indagine e che, in un modo o nell’altro, riguarda anche, Grace.
La sua mente fa voli pindarici fino ad arrivare ad un’improvvisa (ed anche ingiustificata, viste le circostanze) pace che rappresenta l’avvio della seconda parte del libro dove la protagonista è completamente diversa.
Si scopre appassionata, bisognosa di contatto fisico, trova anche il modo per soddisfare le sue pulsioni come se stessimo leggendo un romance. Ma non è affatto così.
Mi ha destabilizzata anche l’uso di termini secondo me del tutto inopportuni.
Usare "rosso mestruale" per dire rosso scuro, o ghiadole perianali per descrivere nemmeno ricordo più cosa o dire continuamente che la protagonista puzza di sudore... alla fine tutto ciò mi ha disgustata e credo che siano stati dettagli del tutto inutili. Si potevano trasmettere le stesse immagini usando termini diversi e meno pesanti.
Probabilmente è una scelta stilistica pensata per rendere il personaggio nella sua follia più assoluta… per poi ridimensionare il tutto nella seconda parte e sul finale.
E’ una storia che non ti aspetti. Che manda in confusione il lettore perché quei ritmi così forsennati che scandiscono le giornate della protagonista sembrano entrare dentro alla propria vita alzando la tensione al massimo per poi improvvisamente portare tutto alla normalità.
Ci sono delle incongruenze (una ragazzina che una pagina prima ha 16 anni poi ne ha 13, una figlia di tre anni che ha atteggiamenti fin troppo da grande, qualche errore di stampa) e non so se siano dovute a delle libertà che ci si è presi nella traduzione ma ciò che resta, più che queste incongruenze, è quella sensazione di storia destabilizzante sotto ogni punto di vista, anche ai limiti dell’assurdo in alcuni passaggi.
Per chi cerca una storia di questo tipo è il libro adatto.
***L'uomo alla finestra
Sharon Doering
Newton Compton Editori
343 pagine
9.90 euro copertina rigida - 4.90 Kindle
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