venerdì 24 febbraio 2017

Chi è morto alzi la mano (F. Vargas)

Ho conosciuto questa autrice grazie al libro L'uomo dei cerchi azzurri dove ho incontrato l'ispettore Adamsberg nel primo volume della serie che narra le sue avventure. 
Stavolta Fred Vargas, nel libro Chi è morto alzi la mano, introduce altri personaggi, anch'essi destinati a diventare protagonisti di una serie di avventure.

Questa autrice non mi dispiace affatto. Non mi era dispiaciuta all'epoca del mio incontro con Adamsberg e non mi dispiace ora, quando fa conoscere ai lettori coloro che diventeranno noti con l'appellativo dei tre evangelisti. Di religioso hanno poco, a dire il vero, se non una certa somiglianza nei nomi: Marc, magrolino in nero; Mathias, il biondo lento e Lucien quello con la cravatta. Detto fatto, ecco che fanno la loro comparsa San Marco, San Matteo e San Luca: appellattivi, questi, che vengono loro affibbiati dal quarto uomo, il vecchio Vandoosler, ex poliziotto allontanato dal corpo di polizia per corruzione. I tre evangelisti si sono frequentati da ragazzi e si ritrovano insieme, dopo parecchio tempo, a condividere una casa ed una situazione piuttosto singolare: la loro vicina, Sophia Siméonidis, scompare improvvisamente e loro tre, con la complicità del vecchio Vandoosler (padrino di Marc) cercano di scoprire cosa possa essere accaduto.

La vicenda, a dire il vero, ha inizio con la comparsa di un albero nel giardino dei Siméonidis. Un albero che compare dalla sera alla mattina senza che nessuno sappia per mano di chi, ne' per quale motivo. Sophia è preoccupata: scruta l'albero, analizza ogni angolino di quel giardino che è diventato, improvvisamente, a lei estraneo. Quell'alberto non fa parte del suo giardino e la sua comparsa la turba, la preoccupa, la distrae. E' un elemento di disturbo voluto da chi? Perchè? Che senso può avere una comparsa così ingombrante in un giardino altrimenti ordinato, equilibrato, normale?
Un paio di settimane dopo dalla misteriosa comparsa, Sophia scompare: l'albero resta al suo posto, silente, fino a quando la sua presenza non suono strana anche agli orecchi dei tre evangelisti che temono di trovare qualche cosa di macabro proprio lì sotto. E invece niente, niente di niente.

I tre non si lasciano scoraggiare e continuano ad indagare. Ovviamente viene coinvolta la polizia anche se l'ombra di Vandoosler e dei suoi tre evangelisti si allunga sempre più sulle indagini.

I personaggi vengono presentati in modo accurato e suscitano immediatamente simpatia. Sono tre storici, pur avendo preso ognuno una via differente da quella dell'altro - Marc è un medievalista, Lucien un appassionato della Prima Guerra Mondiale, Mathias è specializzato nello studio della Preistoria - e sono personaggi ben caratterizzati. I dialoghi molto scorrevoli ed efficaci e le riflessioni che emergono piuttosto stimolanti. All'inizio del libro mi ha fatto un po' storcere il naso la semplicità con la quale i tre si sono ritrovati a condividere un'abitazione dopo tanto tempo di lontananza. E' come se ognuno fosse rimasto ad aspettare l'altro e nella vita reale mi sembra un po' assurdo ma non fa niente, ci può anche stare.

Mi sono piaciuti tutti e tre, ognuno con le sue caratteristiche ed il suo modo di fare. Mi hanno divertita e si sono dimostrati all'altezza della situazione.
Mathias, in particolare, mi ha strappato qualche sorriso in più per via di un suo assurdo comportamento: ama andare in giro nudo. In casa, principalmente, ma ci può essere anche qualche eccezione.
– Ma che diavolo – stava dicendo Lucien – Che bisogno c’è di stare nudi per montare una libreria? Non vedo il senso! E che cavolo, possibile che non hai mai freddo?
– Non sono nudo, ho i sandali – rispose pacatamente Mathias.
Simpatici, davvero. Ed in un giallo elementi di simpatia non ci stanno affatto male, soprattutto se penso allo stile della Vargas che non propone fiumi di sangue, violenze gratuite e così via discorrendo come fanno altri autori che scrivono libri di questo genere.

Ottima anche l'intuizione di avvolgere di mistero il giardino di casa Siméonidis che, pur restandosene al suo posto senza disturbare più di tanto, è il protagonista del racconto visto che avrà un ruolo fondamentale con quel suo faggio - perchè è di un faggio che si tratta - comparso così dal nulla.

Il finale non è mirabolante, ci si arriva, ed è interessante seguire la logica che ha portato a comprendere la verità.
Insomma mi è piaciuto, a partire dalla copertina. E' una lettura che consiglio per una serie che continuerò senza dubbio a seguire.

Questa lettura mi permette di partecipare alla challenge La ruota delle letture. Mi è stata assegnata una storia con un giardino, ed ecco il giardino.
Inoltre, mi permette anche di partecipare alla challenge di Chiara del blog La lettrice sulle nuvole.
Segnalo, infine, questa lettura per il Venerdì del libro di oggi e mi farebbe piacere conoscere il parere di chi l'avesse già letto. Sono simpatici anche a voi i tre evangelisti?

4 commenti:

  1. sembrerebbe una lettura di svago... parola quasi proibita... quando mi chiedono che cosa stai leggendo?... prima penso a chi me lo ha chiesto e poi ... rispondo, perché o sono tutti impegnati in letture impegnatissime oppure talmente banali da essere illeggibili... questo titolo mi sembra un'ottima via di mezzo... o no?!
    p.s. ma oggi c'è il VdL?... ...

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    1. Ciao... decisamente di svago ma non banale. Io ho talmente l'abitudine di partecipare al Vdl che quando è venerdì per me la rubrica c'è sempre. Però come ben dici oggi mi pare che non ci sia ;-)

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