lunedì 18 gennaio 2016

D'amore e ombra (I. Allende)

Non ho mai amato i romanzi storici, i riferimenti a situazioni storiche realmente esistite, ad episodi che, comunque, richiamassero alla storia. Questo, per lo meno, è quello che ho sempre pensato rifuggendo sistematicamente tutti quei libri che, nella trama di presentazione, alludevano a qualche cosa del genere.
Eppure, nel leggere i libri di Isabel Allende, dove i riferimenti a periodi storici reali sono molto chiari e circostanziati, mi sono trovata letteralmente rapita dal modo in cui l'autrice propone personaggi e storie rinviando a fatti realmente accaduti.

Così è stato con La casa degli spiriti, così è stato nuovamente con D'amore e ombra dove il riferimento al periodo della dittatura del Generale - mai chiamato per nome ma il cui riferimento è piuttosto preciso e chiaro - con tutto ciò che ne è derivato, in Cile, diventa un resocondo preciso e dettagliato di certi avvenimenti. 

Nella dedica iniziale del libro, l'autrice sintetizza la storia che, da lì' a poco, sarebbe andata a narrare.
Questa è la storia di una donna e di un uomo che si amarono in pienezza, evitando così un'esistenza banale. L'ho serbata nella memoria affinché il tempo non la sciupasse ed è solo ora, nelle notti silenziose di questo luogo, che posso infine raccontarla. Lo farò per quell'uomo e quella donna che mi confidarono le loro vite dicendo: prendi, scrivi, affinché non lo cancelli il vento.
La Allende racconta, dunque, una storia vera pur aggiungendo elementi narrativi che, comunque, non snaturano il racconto.  
E' una storia d'amore che corre, in parallelo, con la triste storia del popolo cileno martoriato dalla dittatura di Pinochet. Una dittatura militare pronta a reprimere con la violenza ogni tipo di opposizione, nella maggior parte dei casi una opposizione inesistente. Moltissime persone vennero sequestrate, torturare e uccise in nome della necessità di difendere lo Stato e lo stesso Generale si rese colpevole di crimini contro l'umanità che, nel libro della Allende, compaiono - seppur in minima parte - con estrema chiarezza.

Quella della Allende è una lucida testimonianza di un'epoca, resa con toni decisi ma senza mai andare sopra le righe. E la storia d'amore che viene narrata in questo contesto è intensa, profonda e capace di lasciare un segno nel lettore tanto i personaggi sono resi vivi, con cuori pulsanti. 
D'altronde, oramai l'ho imparato, la Allende ha la capacità di descrivere i personaggi con tale minuzia di particolari e con tale intensità da renderli quasi palpabili. Passa dal raccontare la storia di una persona a quella di un'altra con una leggerezza tale da incantare il lettore,  con una maestria tale da incastrare alla perfezione l'uno con l'altro i vari personaggi, le varie vite ed esperienze, i diversi percorsi.

Con D'amore e ombra ho avuto l'ennesima conferma di quanto questa autrice mi piaccia: mi piace il suo modo di raccontare la realtà, in tutta la sua tragicità, senza mai annoiare il lettore ma dandogli sempre un motivo per andare avanti con curiosità anche quando parla di vicende storiche note. 

Dire che il libro narra la storia d'amore che si alimenta tra Irene e Francisco sarebbe molto, troppo limitativo. Quella narrata è la storia di un popolo, di tante famiglie toccate in modo più o meno diretto dagli orrori di quell'epoca, di una convinzione politico-militare che ha portato alla morte un numero indefinibile di persone, alla scomparsa di tantissimi uomini, donne e bambini senza un perché e senza che nulla più si sapesse di loro. 
E' una storia di violenza cieca ma anche di coraggio.
Un coraggio dimostrato da diversi personaggi seppur espresso in modo differente l'uno dall'altro. 

E' una storia in cui le donne hanno un ruolo importante: questa è un'altra caratteristica dei libri della Allende. Ci sono sempre donne che hanno dei ruoli determinanti. Donne di carattere, donne capaci di lasciare un segno, donne normali che fanno della loro normalità il loro punto di forza.
Ed anche questa volta non mancano riferimenti ad un'alea di mistero, di magia, di soprannaturale. Altro elemento, questo, che ho trovato come ricorrente almeno nei libri che fino ad ora ho letto di questa autrice. 

E' una lettura che consiglio: cattura il lettore dalla prima all'ultima riga ed anche se i caratteri sembrano sempre più piccini, è una storia che si legge tutta d'un fiato.
Come ho notato ne La casa degli spiriti, l'autrice usa spesso delle frasi piuttosto lunghe nelle quali propone dialoghi o pensieri che non necessitano di virgolettati per essere efficaci. Anzi, questo modo di scrivere rende molto bene l'idea dell'irruenza di certi pensieri e di certe affermazioni, che non necessitano di filtri per arrivare al lettore. Nemmeno di filtri grafici come potrebbero essere le virgolette.
I dialoghi sono ridotti al minimo, la narrazione è serrata.
La Allende si conferma la mia autrice preferita.
Corro in biblioteca a cercare il libro successivo, Eva Luna.

Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 2: un libro del mio autore preferito.

4 commenti:

  1. Devo ancora leggerlo! Ho in libreria questo romanzo da anni ma ci giro sempre intorno senza iniziarlo mai: adoro la Allende, ho amato La Casa degli Spiriti e mi sono piaciuti tantissimo anche gli altri suoi libri che ho letti, quindi so per certo che anche questo mi darà le stesse emozioni. Bella recensione!!

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    1. Ci sa proprio fare con le parole la Allende... trasmette emozioni, riesce a far entrare letteralmente il lettore nella storia.

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  2. Io ho amato molto sia "La Casa degli Spiriti" sia il romanzo di cui parli e, in generale, i romanzi storici mi piacciono tantissimo. Quello che non ho proprio digerito, di quest autrice, e' "Paula". Dopo quello, non ho più letto nulla di suo.

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    1. A Paula non sono ancora arrivata... me ne terrò alla larga ;-)

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