martedì 23 gennaio 2024

Le aquile della notte (A. Basso)

Anita Bo è un tipetto. Eh sì. Un bel tipetto. Alice Basso ne offre una descrizione molto precisa sia dal punto di vista fisico che caratteriale, così come nei modi di fare.

Siamo nel 1935 - le vicende che hanno per protagoniste Anita Bo e Sebastiano Satta Ascona (il suo capo) - sono ambientate in pieno fascista e la Basso non fa sconti a nessuno nel proporre ciò che propone. 

Cosa propone? Una giovane donna dallo spirito battagliero, una giovane donna a cui l'imminente ruolo di moglie e madre va assai stretto, una giovane donna che non digerisce i dettati di un regime che proprio non riesce ad accettare. Una giovane donna che, quando può, non nasconde la sua insofferenza davanti ad un certo modo di fare e di imporsi, quello che porta invece tanti altri ad allinearsi ed abbassare la testa. A fare la spia, anche. 

Due parole (forse qualcuna in più) per chi non conoscesse Anita: si tratta di un personaggio seriale che personalmente mi ha catturata sempre più anche se, all'inizio, aveva risentito (almeno per quel che mi riguarda) delle ombre del precedente personaggio di punta di Alice Basso che si allungavano pericolosamente su tutto ciò che fosse arrivato dopo di lei. Perchè era una lei anche nella precedente serie. Detto questo, Anita è alle soglie di un matrimonio con un giovane fedele al regime al quale ha chiesto del tempo, prima del fatidico sì, per sperimentare un'esperienza lavorativa. Fa la dattilografa presso una piccola casa editrice di Torino al cospetto di quel Sebastiano con il quale ha trovato feeling non solo dal punto di vista lavorativo. Con lui, che condivide il suo stesso pensiero politico e che, pure, è promesso alla figlia di un pezzo grosso del partito, porta avanti una vera e propria missione inventando storie che siano - seppur sotto mentite spoglie - qualcosa di importante dal punto di vista politico e non mere traduzioni di gialli come invece i due cercano di far credere per restare sotto copertura.

Questa volta Anita e Sebastiano si trovano fuori dalla redazione immersi in ambienti rurali - dove la famiglia di MaVi (la fidanzata di Sebastiano) la fanno da padroni. Fanno il vino, loro. Ed anche i due protagonisti saranno in un modo o nell'altro coinvolti. Un ambiente affascinante, descritto alla perfezione dall'autrice ed anche ricco di qualche interessante sorpresa.

C'è un caso attorno al quale indagare, c'è il classico "morto" ma fin da subito ho avuto l'impressione che la storia puntasse principalmente sui risvolti rosa del rapporto tra i due. Sono sincera: inizialmente ho storto un po' il naso ma questa sensazione è passata in fretta perchè la Basso è brava a rendere tutto senza eccessi e a bilanciare la loro storia con tutto il resto. I due protagonisti sono ironici (lei soprattutto), arguti (entrambi, ma lei soprattutto) e profondamente rispettosi anche se... ci sono tutte le premesse per un prosieguo. 

Quanto al caso: interessanti capovolgimenti di fronte che, però, ad un certo punto si intuiscono. 

Lettura molto piacevole, scrittura che altro non è se non una conferma per me, stile che cattura ee Anita che è sempre più nelle mie corde.

Se poi penso che c'è anche una versione audio del libro e che a leggerlo è la stessa autrice, bhè... la storia diventa quasi tridimensionale, con personaggi che escono letteralmente dalle pagine grazie al piglio della Basso. Ho ascoltato parte del libro in momenti in cui non potevo leggere e devo dire che è stato uno spasso. Lo consiglio ma iniziando dal primo volume. Perchè se è vero che i casi sono sempre autoconclusivi, è pur sempre una serie... e se la si inizia a metà si perdono informazioni importanti sui protagonisti e su tutti gli altri personaggi che gravitano loro attorno.

Ps. le descrizioni di MaVi (con la sua boccuccia, le sue manine...) sono davvero molto, molto efficaci. Tutte lo sono, a dire il vero, ma le sue in particolari sono fantastiche!
***
Le aquile della notte
Alice Basso
Garzanti Editore
360 pag.
16.90 copertina flessibile, Audible, 9.99 Kindle

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