Lilin scrive bene. Non che avessi bisogno di conferme ma, di fatto, questo libro me lo ha confermato.
Scrive in modo fluido, tiene il lettore agganciato alle pagine e si capisce che si muove in un mondo che conosce. Un mondo, però, carico di violenza. Lo è stato in Educazione Siberiana e lo è in questo libro che non fa parte della trilogia Siberiana ma che, pure, di violenza è pregno.
Alësa è il protagonista di una storia di violenza fin da bambino. Già allora commise un omicidio e da quel momento la sua mano assassina non si è mai fermata. Un bambino a cui la vita non ha fatto sconti fin da piccino e che lo porta, da grande, a fare il killer di professione, a servizio di un uomo potente - un certo Rakov - dal quale, arrivato in età matura, vorrebbe definitivamente staccarsi.
Vorrebbe andare in pensione, questo è il concetto. Smetterla con la caccia, con la morte. Vorrebbe dire basta ad una vita che fino ad ora gli è calzata a pennello ma inizia ad andargli stretta.
Difficile pensare che un killer possa essere liquidato in modo semplice e indolore da un mandante come Rakov: in cambio della sua libertà gli viene chiesto un ultimo omicidio in Italia. A Milano.
Un gioco da ragazzi, pensa Alësa che si troverà, però, a fare i conti con qualche cosa di diverso dal solito: questo ultimo omicidio gli impone di andare incontro a dei principi che, nel bene o nel male, ha sempre rispettato e lo pone nella condizione di dover rinunciare alla sua solitudine (quella che ha vissuto per scelta).
Non sarà solo in quest'ultima missione, avrà accanto un uomo indicato dallo stesso Rakov. Ivan è il suo nome e tutto sembra - a prima vista - tranne che un killer capace di uccidere a sangue freddo.
Difficile per Alësa fidarsi, di lui come di nessun altro. Eppure dovrà in qualche modo scendere a compromessi per conquistare la sua libertà.
Storia dai ritmi incalzanti con qualche sorpresa. Storia violenta (se si ha a che fare con uno spietato killer non potrebbe essere altrimenti) che pone al centro la figura di un uomo che inizia a fare i conti con se stesso. La giustizia è del tutto lontana. Tanti, troppi morti. Nessuna conseguenza. Parliamo di bande rivali, è vero, ma non sempre. E l'ultima missione è del tutto anomala, capace di metterlo in crisi e imporlo a fare scelte ben precise. Scelte che in altre circostanze non si sarebbe mai trovato nella condizione di fare.
Nonostante gli argomenti trattati, scorre ed è ben scritto, un spaccato della società russa dopo la fine dell'URSS, osservata senza fare sconti. Consigliato a chi ama l'azione, non consigliato a chi non ama troppi scorrimenti di sangue.
***
Nicolay Lilin
Einaudi editore
248 pagine
18.00 euro copertina flessibile, 7.99 Kindle, audiolibro
Nessun commento:
Posta un commento