Gente del sud, storia di una famiglia non l'ho letto. L'ho ascoltato. Ed è stato bellissimo.
Merito della storia. Ricca, ricchissima.
Merito della voce di Francesco De Vito che ha dato ulteriormente vita a quei personaggi grazie alla sua voce, alla sua cadenza. Dico che ha dato ulteriormente vita perché già la narrazione - precisa, colorita, attenta - ha fornito tanti elementi per rendere vivi i personaggi più di quanto si possa immaginare.
Quello che ho avuto tra le mani è stato un romanzo identitario che mette al centro l'identità di una terra attraverso l'affermazione dell'identità di personaggi palpitanti, emozionanti, veri.
L'autore racconta due storie in un arco temporare di cento anni o poco più: la Storia e le storie, attraverso una quantità notevole di personaggi e in un lasso di tempo molto ampio. Non è un romanzo storico: in più occasioni l'autore ha sottolineato di non essere uno storico e di aver utilizzato riferimenti storici precisi ma piegati ad esigenze narrative (la storia così come la geografia si sono ben prestate). Attraverso il vissuto dei singoli componenti della famiglia Parlante, famiglia protagonista, che si snodano in più generazioni, si raccontano storie avvincenti dal punto di vista personale ma anche la Storia
così come tali protagonisti loro l'hanno vista e vissuta. Non è uno sguardo esterno, quello offerto. Non è la lettura di chi sfoglia un libro di storia e sa già come finirà la guerra, tanto per fare un esempio, ma viene offerto lo sguardo (ed il cuore) di coloro che si sono trovati a vivere in prima persona quegli eventi nel loro presente, con tutta l'incertezza che ciò può essersi portato dietro.
La storia prende avvio a Napoli, nel 1895, quando una parte della famiglia Parlante scappa dall'epidemia di colera che si stava diffondendo da quelle parti e torna in Puglia: un luogo sicuro, in seno ad una famiglia d'origine che vive in una località immaginaria e da cui prenderà il via il racconto di una storia che vedrà intrecciarsi tante storie, quella della famiglia protagonista ma anche di tante famiglie e di una intera comunità diffusa su un territorio piuttosto grande.
La figura centrale è quella di Cipriano Parlante, il perno attorno al quale si snoda un romanzo poderoso, importante, massiccio che, però, scorre come pochi altri.
Il romanzo è agile, coinvolgente. Le vicende si susseguono a ritmo incessante e segnano i cambiamenti di un'epoca in una terra - la terra del Sud - che è anch'essa protagonista importante con le sue caratteristiche, con il suo orgoglio, le sue ferite, le sue sfide.
Mi ha molto colpita la storia imprenditoriale che fa da filo conduttore alle vicende familiari che, proprio all'azienda di famiglia, sono inevitabilmente legate a doppio filo. Quei legami così saldi con le proprie radici, quell'orgoglio che trasuda da ogni riga, l'orgoglio di uomini e donne che hanno segnato la storia con le loro scelte, le loro decisioni, i loro sacrifici.
E mi hanno toccato il cuore i legami familiari: impossibile, per me, non pensare ai miei nonni, alla loro di storia... alla loro di guerra... ai loro sacrifici, alle loro gioie e ai loro dolori. Mi sono commossa in alcuni punti, soprattutto nel momento del passaggio del testimone da una generazione all'altra: segno del passare inesorabile del tempo, segno di assunzione di responsabilità anche quando il cuore direbbe altro.
All'inizio ho pensato che avrei fatto fatica a seguire gli sviluppi delle storie per via dei tanti personaggi che mano a mano si aggiungevano l'uno all'altro. Non è stato così. Tutto si incastra alla perfezione come un grande mosaico palpitante. E la genealogia indicata tra le prime pagine aiuta molto a tenere il filo del discorso, inevitabile in storie così.
I personaggi femminili passano in secondo piano rispetto a quelli maschili ma è anche questa la caratteristica di un'epoca. Tra di essi non posso non citare la figura di Adalgisa, anch'essa simbolo di un'epoca: ragazza sedotta ad abbandonata da un soldato in tempo di guerra con un figlio in grembo, pur non essendo di sangue Parlante sarà una colonna portante di quella famiglia.
Tra i personaggi maschili indubbio il ruolo predominante che va riconosciuti a Cipriano ma sono tanti coloro che gli gravitano attorno, ognuno con un ruolo fondamentale per completare quel mosaico.
Gran bella storia. Una di quelle che restano nel cuore come imponente saga familiare ma anche romanzo sociale che affronta tanti temi che sembrano sorpassati ma sui quali, a ben guardare, si fonda il presente di quel Sud che mai come in questo caso ha reclamato una giusta attenzione.
Bello. Lo consiglio. Ma attenzione: sarà difficile staccarsi da quella gente del Sud che resterà - almeno così è per me - nel cuore ed alla quale pensare con un pizzico di nostalgia.***
Gente del Sud. Storia di una famiglia
Raffaello Mastolonardo
Tea edizioni
774 pagine
16.00 euro copertina flessibile, Kindle Unlimited, Audiolibro
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