Ammetto di aver letto la prima parte di questo libro (letto in virtù della collaborazione in piedi con Thrillernord) con una certa
fatica. La narrazione mi è sembrata faticosa, quasi come se i personaggi
stessero arrancando con difficoltà.
Poi il cambiamento.
Ad un certo punto ho avuto la sensazione che la parte iniziale fosse
stata scritta da una penna diversa rispetto alla seconda. Pian piano ho
compreso che si è trattato di una scelta precisa da parte dell’autore.
Almeno così io l’ho interpretata.
Quanto Mateu, in età matura, decide di fare
chiarezza attorno alle proprie origini la situazione che gli si crea
attorno sembra caotica, quasi come se procedesse a tentoni (nella prima
parte del libro): quel ragazzino cresciuto in un ambiente familiare
considerato ai margini, con un padre assente (sia fisicamente visto che
spesso lontano ma anche moralmente visto il suo atteggiamento freddo nei
confronti della moglie e dei figli quando si trova in casa) ed una
madre costretta a fare i conti con la vita durante la guerra, senza un
uomo in casa e dei figli da crescere, solo in età adulta, dopo la morte
della madre, sente la necessità di sapere la verità.
Erano fondate le
voci che hanno sempre circolato in paese circa le sue origini italiane?
Chi è quel ragazzo ritratto in una foto assieme ad altri marinai e che
gli somiglia tanto?
E’ suo padre?
Non era il boscaiolo, suo padre?
Nelle
sue vene non scorre il sangue di quell’uomo che sembrava non esistere,
tanto era lontano dal ragazzino e dai suoi fratelli?
Questa ricerca in qualche modo gli cambia la vita. Non nel modo in cui vorrebbe, ma comunque lo cambia.
Ha inizio qui la parte che più mi è piaciuta del libro: il tuffo nel passato
che il lettore fa grazie al racconto delle vicende degli italiani
scampati alla tragedia della nave corazzata Roma, affondata da un aereo
tedesco a nord della Sardegna il 9 settembre del 1943 a poche miglia dal
Golfo dell’Asinara. Più di mille giovani marinai persero la vita a
seguito di quell’attacco aereo ma tra quanti si salvarono c’era un
giovane di nome Ciro che vede morire alcuni dei suoi amici più cari ma
ne ritrova altri, sulla terraferma. Dagli episodi legati alla sorte
della Roma e dei suoi marinai, legate dunque ad un episodio storico
realmente accaduto, prende le mosse un romanzo che somma la storia di
una famiglia – quella di Mateu – alle vicende di quei giovani che,
lontani da casa, hanno dovuto affrontare la guerra e tutto ciò che per
loro ha voluto dire essere arruolati in quell’epoca.
La parte più bella, ed anche scritta meglio secondo il mio parere, è proprio quella meno romanzata… le vicende storiche dominano su tutto il resto.
Ed il vero protagonista non è Mateu – che è alla ricerca delle sue
origini – ma quel soldato che fischiettava allegramente ogni volta che
portava la biancheria sporca a lavare al fiume. Questa è l’impressione
che ho avuto io.
Mateu è lo strumento per mezzo del quale l’autore offre al lettore le
emozioni legate a quel periodo storico che ha segnato la vita di tanti.
Non è la storia d’amore a catturare l’attenzione, tanto è trattata con
delicatezza, con i guanti bianchi, senza eccessi e senza sbavature. Sono
i marinai i protagonisti così come lo è la guerra vista da una
prospettiva diversa dal solito, dando voce a coloro che furono costretti
a vivere l’esperienza della Roma.
L’epilogo mi è piaciuto?
In parte.
Perché se avessi potuto avrei dato
a Mateu un finale diverso… ma mi è piaciuta la forza del legame che
comunque viene a crearsi tra i protagonisti.
Un solo dubbio mi ha seguita per tutta la lettura: ogni volta che la
madre di Mateu passava del tempo con l’italiano… dove stavano i suoi
figli? Perché ne aveva già due e, onestamente, questo aspetto mi è
sembrato un po’ trascurato ma, probabilmente, sono io ad essere
perfezionista…
Mi è mancata una parte della storia, a dire il vero, ma anche questo
credo faccia parte della tecnica narrativa scelta dall’autore che, per
far funzionare la scelta di dare comunque rilievo alla ricerca da parte
di Mateu, nel portare i lettori indietro nel tempo dice e non dice,
descrive e lascia immaginare, in modo da lasciare una certa aspettativa
rispetto alla ricerca.
Ammetto di essermi anche incuriosita sulla vicenda storica della Roma e di essermi andata a documentare. O sono stata una studentessa distratta, o nessuno mi aveva mai parlato di questa cosa.
Un’ultima osservazione: copertina azzeccatissima, una volta tanto, pertinente con la storia.
Non sempre è così.
***Il figlio dell'italiano
Rafel Nadal
Dea Planeta editore
362 pagine
9.99 kindle - 17.00 copertinta flessibile
Ciao a tutti, mi chiamo Agure M Natalia Filho, ero consulente matrimoniale, mi esercitavo da 13 anni. Io e mio marito eravamo fidanzati del liceo, l'abbinamento perfetto. Qualche mese fa era in viaggio d'affari e quando è tornata a casa era tutto diverso. Ho fatto del mio meglio per rendere inutile il nostro matrimonio, fortunatamente ho incontrato un amico in un gruppo sociale che mi ha raccontato tutto sulla sua situazione con suo marito e su come il loro matrimonio è stato salvato da un incantatore di nome Dr. Adeleke. L'ho contattata e mi ha dato istruzioni su cosa fare, ed ecco, sono una donna più felice e il mio matrimonio è al meglio. Puoi far funzionare di nuovo quella relazione fallita, puoi riportare la pace in un'amicizia travagliata. I suoi contatti sono, e-mail: aoba5019@gmail.com o whatsapp a: +27740386124
RispondiEliminaSono Alina Sergio di Pisa, mi capita di trovare commenti online sulla dottoressa Adeleke il grande mago africano per aiutarmi e sono felice che la mia famiglia sia restaurata .. Voglio usare questo mezzo per ringraziarlo di aver riportato il mio ex marito a me .. mi ha solo detto di fornire gli oggetti necessari per l'incantesimo e cosa che ho fatto e mi ha detto che dopo aver ricevuto gli oggetti in 24 ore inizierò a vedere il risultato ed è davvero un uomo delle sue parole contattalo oggi e risolvi il tuo problema.
RispondiEliminaE-mail: aoba5019@gmail.com
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