domenica 14 giugno 2020

Il figlio dell'italiano (R. Nadal)

Ammetto di aver letto la prima parte di questo libro (letto in virtù della collaborazione in piedi con Thrillernord) con una certa fatica. La narrazione mi è sembrata faticosa, quasi come se i personaggi stessero arrancando con difficoltà. 
Poi il cambiamento. 
Ad un certo punto ho avuto la sensazione che la parte iniziale fosse stata scritta da una penna diversa rispetto alla seconda. Pian piano ho compreso che si è trattato di una scelta precisa da parte dell’autore. Almeno così io l’ho interpretata.

Quanto Mateu, in età matura, decide di fare chiarezza attorno alle proprie origini la situazione che gli si crea attorno sembra caotica, quasi come se procedesse a tentoni (nella prima parte del libro): quel ragazzino cresciuto in un ambiente familiare considerato ai margini, con un padre assente (sia fisicamente visto che spesso lontano ma anche moralmente visto il suo atteggiamento freddo nei confronti della moglie e dei figli quando si trova in casa) ed una madre costretta a fare i conti con la vita durante la guerra, senza un uomo in casa e dei figli da crescere, solo in età adulta, dopo la morte della madre, sente la necessità di sapere la verità. 
Erano fondate le voci che hanno sempre circolato in paese circa le sue origini italiane?
Chi è quel ragazzo ritratto in una foto assieme ad altri marinai e che gli somiglia tanto?
E’ suo padre? 
Non era il boscaiolo, suo padre? 
Nelle sue vene non scorre il sangue di quell’uomo che sembrava non esistere, tanto era lontano dal ragazzino e dai suoi fratelli?
Questa ricerca in qualche modo gli cambia la vita. Non nel modo in cui vorrebbe, ma comunque lo cambia.

Ha inizio qui la parte che più mi è piaciuta del libro: il tuffo nel passato che il lettore fa grazie al racconto delle vicende degli italiani scampati alla tragedia della nave corazzata Roma, affondata da un aereo tedesco a nord della Sardegna il 9 settembre del 1943 a poche miglia dal Golfo dell’Asinara. Più di mille giovani marinai persero la vita a seguito di quell’attacco aereo ma tra quanti si salvarono c’era un giovane di nome Ciro che vede morire alcuni dei suoi amici più cari ma ne ritrova altri, sulla terraferma. Dagli episodi legati alla sorte della Roma e dei suoi marinai, legate dunque ad un episodio storico realmente accaduto, prende le mosse un romanzo che somma la storia di una famiglia – quella di Mateu – alle vicende di quei giovani che, lontani da casa, hanno dovuto affrontare la guerra e tutto ciò che per loro ha voluto dire essere arruolati in quell’epoca.

La parte più bella, ed anche scritta meglio secondo il mio parere, è proprio quella meno romanzata… le vicende storiche dominano su tutto il resto. Ed il vero protagonista non è Mateu – che è alla ricerca delle sue origini – ma quel soldato che fischiettava allegramente ogni volta che portava la biancheria sporca a lavare al fiume. Questa è l’impressione che ho avuto io.
Mateu è lo strumento per mezzo del quale l’autore offre al lettore le emozioni legate a quel periodo storico che ha segnato la vita di tanti. Non è la storia d’amore a catturare l’attenzione, tanto è trattata con delicatezza, con i guanti bianchi, senza eccessi e senza sbavature. Sono i marinai i protagonisti così come lo è la guerra vista da una prospettiva diversa dal solito, dando voce a coloro che furono costretti a vivere l’esperienza della Roma.

L’epilogo mi è piaciuto? 
In parte. 
Perché se avessi potuto avrei dato a Mateu un finale diverso… ma mi è piaciuta la forza del legame che comunque viene a crearsi tra i protagonisti.

Un solo dubbio mi ha seguita per tutta la lettura: ogni volta che la madre di Mateu passava del tempo con l’italiano… dove stavano i suoi figli? Perché ne aveva già due e, onestamente, questo aspetto mi è sembrato un po’ trascurato ma, probabilmente, sono io ad essere perfezionista…

Mi è mancata una parte della storia, a dire il vero, ma anche questo credo faccia parte della tecnica narrativa scelta dall’autore che, per far funzionare la scelta di dare comunque rilievo alla ricerca da parte di Mateu, nel portare i lettori indietro nel tempo dice e non dice, descrive e lascia immaginare, in modo da lasciare una certa aspettativa rispetto alla ricerca.

Ammetto di essermi anche incuriosita sulla vicenda storica della Roma e di essermi andata a documentare. O sono stata una studentessa distratta, o nessuno mi aveva mai parlato di questa cosa.

Un’ultima osservazione: copertina azzeccatissima, una volta tanto, pertinente con la storia. 
Non sempre è così.
***
Il figlio dell'italiano
Rafel Nadal
Dea Planeta editore
362 pagine
9.99 kindle - 17.00 copertinta flessibile

2 commenti:

  1. Ciao a tutti, mi chiamo Agure M Natalia Filho, ero consulente matrimoniale, mi esercitavo da 13 anni. Io e mio marito eravamo fidanzati del liceo, l'abbinamento perfetto. Qualche mese fa era in viaggio d'affari e quando è tornata a casa era tutto diverso. Ho fatto del mio meglio per rendere inutile il nostro matrimonio, fortunatamente ho incontrato un amico in un gruppo sociale che mi ha raccontato tutto sulla sua situazione con suo marito e su come il loro matrimonio è stato salvato da un incantatore di nome Dr. Adeleke. L'ho contattata e mi ha dato istruzioni su cosa fare, ed ecco, sono una donna più felice e il mio matrimonio è al meglio. Puoi far funzionare di nuovo quella relazione fallita, puoi riportare la pace in un'amicizia travagliata. I suoi contatti sono, e-mail: aoba5019@gmail.com o whatsapp a: +27740386124

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  2. Sono Alina Sergio di Pisa, mi capita di trovare commenti online sulla dottoressa Adeleke il grande mago africano per aiutarmi e sono felice che la mia famiglia sia restaurata .. Voglio usare questo mezzo per ringraziarlo di aver riportato il mio ex marito a me .. mi ha solo detto di fornire gli oggetti necessari per l'incantesimo e cosa che ho fatto e mi ha detto che dopo aver ricevuto gli oggetti in 24 ore inizierò a vedere il risultato ed è davvero un uomo delle sue parole contattalo oggi e risolvi il tuo problema.
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