lunedì 8 giugno 2020

Divorzio a Buda (S. Márai)

Ho sentito tanto parlare di Sándor Márai che alla fine mi sono decisa a leggere Divorzio a Buda: un libro nuovo che attendeva da tanto tempo nella libreria di casa di essere letto. Ammetto di averlo lasciato sempre in disparte e, onestamente, non sapevo cosa aspettarmi dalla sua lettura.
Una volta terminata, arrivata all'ultima pagina, ammetto di essere rimasta interdetta. 

Probabilmente non era una lettura per me, non ero in vena di letture profonde, da interpretare con spirito critico, forse troppo abituata romanzi che hanno una storia di fondo ben articolata, con un inizio ed una fine.

Mi sono trovata a fare la conoscenza di Kristóf Kómives: un giudice irreprensibile che si trova alla prese con una causa di divorzio come tante. A fare la differenza, questa volta, è il fatto che i coniugi che intendono divorziare sono Imre Greiner, un medico che è stato suo compagno di collegio e Anna Fazekas, che il giudice aveva incontrato qualche volta, molti anni prima, ma senza una conoscenza approfondita.

Nella prima parte del libro - che ho trovato piuttosto ripetitiva e pesante - l'autore presenta il giudice in ogni dettaglio della sua vita, dall'albero genealogico alla conoscenza con quella che è attualmente sua moglie. Tanti dettagli, descrizioni minuziose che, ad un certo punto, mi hanno dato l'impressione di non portare da nessuna parte.
Nella seconda parte il ritmo narrativo cambia. La sera che precede l'udienza il giudice, tornando a casa piuttosto tardi con sua moglie, trova senza alcun preavviso Greiner che lo aspetta. Non sa come interpretare questo suo improvviso a casa, tanto più se pensa che non ha mai voluto aver contatti con gli imputati dei processi in cui era chiamato ad esprimere un giudizio.

Stavolta, però, Kómives accetta di ascoltare quell'uomo soprattutto perchè gli lascia intendere che ciò che ha da dirgli ha a che fare anche con la sua persona. 

Nella seconda parte del libro molto spazio viene dato a Greiner che dà vita ad un lungo monologo, interrotto solo raramente da qualche parola del giudice, con il quale l'uomo ripercorre tutta la sua vita e la sua storia con quella donna, Anna, con la quale sostiene di aver vissuto una felicità ingannevole e ipocrita: è una specie di delirio a sangue freddo quello a cui assiste il giudice che viene reso partecipe di una terribile verità e di retroscena che mai avrebbe potuto immaginare. 


L'autore ha uno stile preciso e chiaro, scrive bene, ma secondo il mio parere si dilunga troppo su situazioni che rischiano di far perdere il lettore. A me è capitato di dire "...e allora?". Limite mio, sicuramente, che non ho capito, non sono riuscita a mettermi in ascolto come avrei dovuto. Greiner arriva a raccontare la fine di quello che aveva sempre considerato un idillio nella consapevolezza che qualche cosa si è spezzato fino ad arrivare a non riuscire più a sopportare ciò che si tacevano l'un l'altro. Il non detto ha iniziato a scavare dei solchi profondi che sono, alla fine, sfociati, in qualche cosa di irrimediabile. Non tanto la seprazione, non è questo il punto. Ma ciò che accadrà e di cui il dottore rende partecipe il giudice nel momento in cui gli chiede una precisa risposta (che non ho capito a che gli serva, a dire la verità!).

I personaggi sono resi in modo fin troppo approfondito ma... non sono riuscita ad apprezzare questa lettura e, probabilmente, la mia è una voce fuori dal coro. 
L'autore invita a riflettere sul valore dei rapporti umani, su quanto l'apparenza possa celare qualche cosa di diverso, su quanto possano essere delicati gli equilibri faticosamente raggiunti ma la lettura non mi ha appassionata e, onestamente, non credo di aver letto un libro che ricorderò.
***
Divorzio a Buda
Sándor Márai
Adelphi Edizioni
200 pagine
12.00 euro copertina flessibile - 6.99 kindle

2 commenti:

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