domenica 22 gennaio 2017

La promessa (D. Steel)

Non sono una fan di Danielle Steel e tutti i suoi libri che mi sono arrivati tra le mani sono stati scelti perchè mi sarebbero stati utili per una delle Challenge che ho seguito negli ultimi tempi. Così è stato anche per La promessa, scelto nell'ambito della gara di lettura The Hunting Word Challenge

Cercavo un libro che contenesse nel titolo la parola PROMESSA ed eccolo qui, trovato spulciando tra i libri disponibili in biblioteca.

Non mi aspettavo niente di particolare: il genere Steel è quello di storie d'amore che hanno sempre un lieto fine (per lo meno fino ad ora questo è quanto ho trovato nei libri che ho letto di questa autrice) e mi sono messa alla lettura senza troppe aspettative.
E posso confermarlo ora, a lettura ultimata: storia molto banale e dal finale scontatissimo. Avrei potuto smettere di leggere prima ancora di arrivare a metà e capire al volo il finale.

Michael è a due settimane dalla laurea ed ha davanti a se un roseo futuro da manager nell'azienda di famiglia. 
Nancy è una ragazza orfana di padre e di madre, è una pittrice.
Michael e Nancy si amano e sono i protagonisti di una bellissima storia d'amore. Lui vuole sposare lei, lei vuole sposare lui. Ma... c'è un ma. La madre di lui non vuole. Lei, Marion,  una donna di successo che ha preso le redini dell'aziena di famiglia alla morte di suo marito. Ha solo Michael oltre al suo lavoro e non è disposta a benedire l'unione con una giovane dalle dubbie origini. Non accetterà mai quell'unione.
Michael, però, non ne vuole sapere ed è pronto ad andare fino in fondo il più in fretta possibile: lui è Nancy si sono fatti una promessa che entrambi intendono mantenere. Qualunque cosa accada.

Poteva forse non accadere qualche cosa? Incidente stradale, le due vite si separano e prendono strade diverse.
Marion ha un ruolo in tutto questo e si assume un potere che mai nessuno dovrebbe avere il diritto di arrogarsi: decidere cosa possa fare la felicità di suo figlio e cosa no.

Lei, Marion, è una donna che ho odiato fin dal primo minuto e che nemmeno alla fine, quando cerca di rimediare al male fatto, ho potuto assolvere. 
Michael mi è sembrato un po' troppo superficiale nell'accettare la situazione che gli viene prospettata dopo l'incidente. Si fida di ciò che gli dice sua madre: se fosse un romanzo dei tempi moderni (la prima pubblicazione risale al 1978) direi che è assurdo che la vittima di un incidente stradale non venga a sapere come sono andate veramente le cose. Nell'era di internet, dei telegiornali a tutte le ore, un rampollo come lui sarebbe sempre al centro dell'attenzione e in un clic si verrebbero a sapere dettagli ben precisi della vicenda a seguito della quale ha perso i contatti con la donna che ama. Ma il romanzo è vecchio, all'epoca internet non c'era e le notizie circolavano più lentamente. Un'attenuante per lui.
Nancy... la sua storia è un po' troppo artefatta e pur avendo avuto compassione per ciò che le accade, non sono riuscita a farmela diventare simpatica nemmeno un po'. Non so come mai. Eppure non è la protagonista di una storia felice, è una vittima...
Il personaggio che mi è piaciuto di più è Fred: un cane randagio che viene adottato da Nancy e che mi ha fatto tenerezza dal primo momento in cui è stato descritto.
Molto superficiale il personaggio del dottore che curerà Nancy: l'autrice accenna al suo passato, ad una vicenda che gli ha segnato la vita ma non approfondisce affatto questo aspetto anche quando sarebbe stato opportuno farlo se non altro per spiegare il legame che si creerà con la sua paziente.

Storia che vorrebbe coinvolgere e toccare le corde del cuore ma che, per lo meno per me, è prevedibilissima. Anche piuttosto sfruttata come idea. Niente di che, insomma. Chi non l'ha letto può dormire sonni tranquilli se continua ad ignorarlo.

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