venerdì 3 giugno 2016

L'esercito delle cose inutili (P. Mastrocola) - Venerdì del libro

Che libro strano! Strano davvero.
Me lo sono detta subito, fin dalle primissime pagine. E ammetto che stavo quasi pensando di abbandonarlo dopo poche pagine perchè credevo che non fosse proprio il libro per me. Invece no!
L'esercito delle cose inutili è un libro davvero particolare, originale (senza ombra di dubbio), scritto con ironia e con tanto sentimento. Non è semplice da raccontare anche perchè si rischierebbe di togliere il gusto della scoperta. Quello stesso gusto che ho assaporato io pagina dopo pagina.

Il protagonista è Raimond. E' un asino. Un asino anziano, oramai diventato inutile per il mondo. Si trova a vivere un'avventura che mai avrebbe potuto immaginare, incontra personaggi davvero singolari. Ognuno ha una sua storia ed ognuno è diventato inutile tanto da finire in una specialissima parte del mondo in cui, appunto, si incontrano cose inutili. Ma, c'è un ma. Tanto inutile Raimond non lo è. Proprio no. Se ne rende conto quando scopre che qualcuno si rivolge a lui come ad un amico, gli chiede consigli, gli racconta ciò che accade. Si tratta di un ragazzino che ha ricevuto come dono a Natale un certificato di adozione a distanza. Senza saperlo, quel ragazzino ha adottato Raimond ed ora si rivolge a lui come ad un amico.

Non dico altro.
Solo qualche dettaglio in più sui personaggi.
Raimond sa di essere ormai anziano e destinato a non servire più a nulla ma non ci sta ad essere felice di questo suo stato. Non riesce ad essere felice tanto quanto lo sono tutti coloro che abitano quel luogo così strano.
E poi c'è Guglielmo: un ragazzino che pian piano gli racconta la sua storia, a tratti anche un tantino triste a dire il vero, e che gli cattura il cuore. Eh si, proprio così! Raimond, da vecchio e inutile come sa di essere, scoprirà in se una forza tutta nuova, mosso dall'amicizia e dalla voglia di essere d'aiuto a quel ragazzino che gli scrive lettere come se fosse davvero capace di leggerle e capirle. Alla fine, comunque, a leggere Raimond impara pure. Ed è quella la chiave di volta nella sua storia con Guglielmo.
Res(o) è un libro. Un libro oramai inutile. Il suo nome, Reso, la dice lunga. Ma sarà davvero così? Sarà davvero inservibile, inutile per tutti?
Così come Garibaldi: un altro asino scampato al macello a furia di nitriti e di spallate. Si è anche fatto male durante la fuga ed oramai è inservibile. Ma anche per lui vale lo stesso interrogativo: sarà davvero così?

E poi, cos'è davvero il tempo perso? Cosa si intende, davvero, per inutile?

Con questa storia di fantasia, dove i somari parlano ed imparano a leggere, dove i libri camminano e vanno a galoppo, non mancano riferimenti a situazioni tutt'altro che di fantasia quali il bullismo nelle scuole.

Pur avendo avuto qualche titubanza all'inizio, proseguendo la lettura l'ho apprezzata. Mi sono divertita in alcuni punti, commossa in altri. Ho avuto voglia di sferrare un cazzotto in testa a qualcuno, di abbracciare qualcun altro. Non credevo che, alla fine, sarebbe stata una lettura piacevole ma è stato proprio così.

Non ho letto altro di questa autrice per cui non posso fare dei confronti di nessun genere. Posso dire che è un libro che mi sento di consigliare a chi non si lascia scoraggiare da un inizio un po' lento e confuso, da una storia un po' sopra le righe e da un modo di scrivere piuttosto sui generis. Infondo a narrare la storia è un asino. E a scrivere lettere è un bambino. Non ci si può certo aspettare una scrittura eccessivamente ricercata, sarebbe del tutto fuori luogo.

Un riferimento mi è d'obbligo per il rapporto che ha Raimond con i libri, quando impara a leggere.
...io non so cosa mi prende. Leggo! Voglio solo leggere. Non voglio fare altro nella vita, unicamente buttarmi tra le pagine, tra le storie, in mezzo alle parole e stare lì, perduto, in un angolo. Lasciatemi così. Non chiedo di meglio. Non disturbatemi mai più. A poco a poco divento Robin Hood. Cyrano de Bergerac. Il capitano Achab. Ma anche Moby Dick. Don Chisciotte. E Sanco Panza. E il brutto anatroccolo. E Madame Bovary. E quel meraviglioso stronzo di Julien Sorel. E il piccolo Lord, il Principe ma anche il Povero. Divento i tre moschettieri (tutti e tre), Robinson Crusoe, Jean Valjean e la piccola Cosette. Divento Zorro, il conte di Montecristo quando finalmente scappa, che non ne potevo più. Divento Natasa che balla col principe Andrej, il commissario Maigret, la Fata Turchina... Divento tutti. Io non sono più io quando leggo: sono tutti.
Come si fa a non voler bene ad un asino che la pensa così? E pensare che prima di imparare a legger era convinto che i libri fossero inutili e che stavano al loro posto nel luogo in cui vivono tutte le cose inutili!
Mi è molto familiare questo discorso dell'immedesimarsi nei personaggi dei libri. Chissà come mai!
Propongo questa lettura per il Venerdì del libro di oggi, al quale arrivo davvero sul filo di lana, e con essa partecipo alla Challenge Le Lgs sfidano i lettori.
Per la seconda tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n. 6: un libro nella cui cover non siano raffigurate persone.

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