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domenica 7 agosto 2022

Un volo per Sara (M. De Giovanni)

 

Torna la donna invisibile, Sara Morozzi, frutto della penna e della fantasia di Maurizio De Giovanni che ha imbastito la trama di una nuova avventura dell’ultimo dei suoi personaggi seriali.

Questa volta Sara, Viola (che collabora con piacere con la madre del suo defunto fidanzato, padre del suo bambino, seppur in via ufficiosa) e l’ispettore Davide Pardo sono chiamati ad investigare su una vicenda che li catapulta indietro nel tempo. Un viaggio a ritroso che, per Sara in particolare, vuol dire rivivere un periodo della sua vita che è rimasto segnato a caratteri di fuoco nella sua anima.

Ecco, dunque, che l’indagine sullo schianto di un piccolo aeroplano turistico diretto in Sardegna (a seguito del quale non ci saranno superstiti) porta Sara ad ipotizzare legami con vicende passate ma mai dimenticate. Entra in gioco uno dei personaggi più riusciti, secondo il mio parere, accanto a Sara: Andrea Catapano ex collaboratore della vecchia squadra, l’Unità di intercettazioni e ascolto dei Servizi, oramai in pensione che, avendo perso quasi del tutto la vista, ha imparato a sopperire a tale mancanza affidando l’udito: la sua capacità di ascoltare con più attenzione degli altri e sentire laddove sembra non esserci niente di interessante, sarà fondamentale per aprire uno spiraglio che porterà l’indagine per l’incidente dell’aeroplano su binari ben precisi.

A mio giudizio quello di Andrea è un personaggio molto ben riuscito tra i personaggi secondari, ancora meglio di Teresa, ex collega di Sara e sua compagna in mille avventure, l’unica ancora attualmente in servizio a capo dell’Unità investigativa. Una coppia inossidabile, la Mora e la Bionda, ma fino a che punto?

Più che l’indagine in quanto tale (pure molto interessante e ben strutturata) mi è piaciuto il tuffo nel passato dal punto di vista personale di Sara. Conoscere più a fondo quel Massimiliano che le ha cambiato la vita e che l’ha lasciata troppo presto mi ha aiutata a comprendere meglio il suo personaggio. Tornare all’epoca in cui lavoravano insieme vuol dire, per Sara, non solo indagare su personaggi intoccabili, mettere le mani nel torbido del potere dell’epoca ma vuol dire anche far riaffiorare ricordi personali che fino a questo momento erano restati celati nell’anima della donna.

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Un volo per Sara
Maurizio De Giovanni
Rizzoli editore
256 pagine
19.00 euro copertina flessibile, 10.99 Kindle

lunedì 4 luglio 2022

Gli occhi di Sara (M. De Giovanni)

 

Il più bello della serie. Il più intimo. Il più personale. Il più emozionante.

Gli occhi di Sara è il quarto libro della serie di Sara Moruzzi che leggo e che, fino ad ora, credo di poter definire come il migliore. De Giovanni permette ai suoi personaggi di aprirsi al lettore come mai prima di questo momento perché nei precedenti volumi ci sono dinamiche personali che vengono fatte intuire ma mai approfondite. La narrazione su due piani temporali non sacrifica né i ricordi né il presente che sono legati a doppio filo ed anche da un dolore latente che torna vivo in tutta la sua intensità.

Sara esce dall'ombra in cui si è confinata nel tempo e assume un ruolo di primo piano sia nell'inchiesta che l'unità di intercettazione e ascolto di cui fa parte viene raccontata (e che risale ad anni prima) ma anche come nonna - perché quello di fatto è, dopo tanto tempo - come donna toccata da un grandissimo dolore. Dopo aver perso l'unico amore della sua vita per un male incurabile, dopo aver perso suo figlio (lo sappiamo dai volumi precedenti) Sara è ora alle prese con un destino infausto per il suo nipotino, quel bimbo che porta il nome di quel suo grande amore perduto, Massimiliano. É una donna spezzata nell'anima, che lotta contro tutto e contro tutti anche quando sembra non esserci niente da fare ed è disposta ad affrontare i suoi demoni per portare avanti questa lotta impari. 

L'indagine che coinvolge lei e il suo gruppo - sul campo per ascoltare e sorvegliare nell'ombra, fornendo poi i risultati a livelli superiori, decisionali - risale a 30 anni prima quando era una giovane agente di polizia capace di osservare e collegare, senza pregiudizi, gesti e parole a stati d'animo ed intenzioni. Questa la sua dote: capire dal labiale ma, soprattutto, dal linguaggio del corpo ciò che nessun altro è in grado di comprendere. 

L'indagine di allora lascia emergere tutte le fragilità di un sistema che schiaccia ogni buonsenso ed ogni senso di responsabilità ma lascia anche emergere segreti, complicità nuove, legami difficili da comprendere ma che hanno la capacità di sopravvivere nel tempo.  

In questo capitolo si conosce a fondo Massimiliano, non il bambino ma l'uomo che Sara ha amato ed è la prima volta che entra in scena in modo così completo, totalizzante. Sapendo come andranno poi a finire le cose è una parte molto toccante, un racconto doloroso, intimo...

Lo stile di De Giovanni mi piace, chi mi conosce e mi segue lo sa, ma non gli ho mai fatto sconti. Quando non mi ha convinta non mi ha convinta. Stavolta, con un personaggio con il quale in precedenza ho fatto fatica ad entrare in sintonia (forse per via di pesanti eredità con altri personaggi di sue precedenti serie) mia ha emozionata. Nel racconto personale più che nell'indagine che, pure, su di esso si riflette.

Da leggere rigorosamente in ordine, dopo gli altri tre della serie per non rischiare di non comprendere alcuni importanti aspetti anche se alla fine l'autore inserisce una descrizione dei personaggi che aiuta chi non li conoscesse già. Io consiglio di andare in ordine.
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Gli occhi di Sara
Maurizio De Giovanni
Rizzoli editore
300 pagine
19.00 euro copertina flessibile, 7.99 Kindle

giovedì 24 febbraio 2022

Fuoco (E. Pandiani)

Quello che lega i quattro della banda Ventura è un segreto che tutti credevano (o si auguravano) fosse oramai al sicuro. 

Un segreto che affonda le proprie radici in un passato che tutti e quattro hanno fatto del tutto per dimenticare e che vorrebbero anche che il resto del mondo dimenticasse: un passato che li ha portati, per un motivo o per l’altro, in galera e che ne ha segnato l’esistenza. Ancora oggi, dopo essere evasi e dopo che tanti anni difficili hanno permesso loro di crearsi una nuova vita oltre che una nuova identità, la paura che quel passato torni a bussare alla porta è sempre attuale. Max, Vittoria, Sanda e Abdel si trovano a fare i conti, purtroppo, proprio con la loro paura più grande: qualcuno ha scavato nel loro passato e li ha in pugno. Un ricatto. Uno strano ricatto.
Vengono messi davanti a qualche cosa a cui non possono dire di no se non vogliono tornare nelle patrie galere: per loro è pronto un incarico, affidato da un uomo misterioso, volto in qualche modo a fare giustizia in una situazione risalente ad anni prima, archiviata come incidente, ma che a qualcuno non convince.

Sono quattro persone molto diverse tra loro eppure affini. Sono diversi per esperienze, per età, per etnia, per sesso, per estrazione sociale. Eppure insieme formano una squadra che sa il fatto suo, pronta ad indagare a tutto campo per portare al termine l’incarico che gli viene affidato e per riscattare le rispettive esistenze.

Nella storia messa in piedi da Pandiani ho trovato dei buoni ingredienti per una storia ben costruita, con risvolti ad alta tensione e situazioni inaspettate che tengono il lettore con il fiato sospeso. La prima parte, quella che di fatto è introduttiva, appare più lenta e sembra a non portare da nessuna parte. Una volta entrati nella storia, però, il ritmo cambia. In alcuni momenti ho avuto la sensazione che quei personaggi vestissero i panni di piccoli supereroi… ma nel complesso della storia ci sta.

Ho molto gradito l’intuizione dell’autore che aiuta il lettore a comprendere la situazione grazie ad una particolare narrazione rispetto alla quale non posso dire di più per non togliere il gusto della lettura. Basti pensare che se, da una parte, i quattro protagonisti sono impegnati a mettere insieme i pezzi di un puzzle che fa fatica a comporsi, dall’altra il lettore viene aiutato a fare chiarezza tanto da avere in mano i pezzi giusti prima di Max e degli altri.

La storia che viene a galla è piuttosto intricata ma le fila si snodano con chiarezza proprio grazie a questa trovata narrativa che non credo di aver mai incontrato in altri libri del genere.

Storia originale, personaggi che si raccontano nelle more dell’indagine e che iniziano a fidelizzare il lettore: già in copertina si legge che si tratta della prima indagine di questa banda alquanto singolare e l’effetto è assicurato. Sono personaggi che sanno perfettamente che la loro libertà potrebbe andare in fumo in un attimo e ciò li rende fragili. Questa fragilità, però, diventa forza nel momento in cui si mostrano disposti a tutto pur di difenderla, quella libertà, con le unghie e con i denti.
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Fuoco
Enrico Pandiani
Rizzoli Editore
384 pagine
16.00 euro copertina flessibibe - 9.99 kindle

martedì 12 gennaio 2021

Sbirre (M. Carlotto, G. De Cataldo, M. De Giovanni)

Non amo i racconti. Preferisco storie più strutturate. 

Devo ammettere, però, che ci sono racconti e racconti. Con Sbirre ho incontrato tre diverse penne - quella di Massimo Carlotto, Giancarlo De Cataldo e Maurizio De Giovanni - che non mi hanno affatto rimpiangere di aver scelto di leggere dei racconti.

Ho incontrato tre donne. Tre poliziotte. Tre vite diverse ma accomunate dal fatto di aver preso dei sentieri diversi dalla strada maestra, quella che il loro essere poliziotte aveva posto loro davanti. 

Sono donne determinate, che sanno il fatto loro, abili nel loro mestiere, stimate e ben considerate. 

Alba, Anna e Sara sono, però, delle creature "di confine", che si trovano ai margini di un'esistenza retta, quella che si sono disegnate addosso scegliendo le rispettive carriere. Sono donne diverse tra loro ma molto più simili di quanto ognuna di loro potrebbe pensare, se solo avessero l'occasione di conoscersi. Se solo le loro vite si potessero anche solo sfiorare.

Anna Santarossa - frutto della penna di Massimo Carlotto nel racconto Senza sapere quando - ha una doppia vita: poliziotto, è vero, ma anche informatore per la mafia russa. E' una moglie ma anche un'amante. Due aspetti, quello professionale e quello personale, che si intrecciano e che si scontrano con la necessità di fare giustizia in un mondo - quello della mafia russa - che non risparmia violenze di nessun genere. Cammina su una delicatissima linea di confine, incontra persone che le cambiano letteralmente la vita e fa la sua scelta: una scelta che non la riporta sulla strada maestra ma la porta altrove.

Alba Doria - frutto della penna di Giancarlo De Cataldo nel racconto La triade oscura - si trova davanti ad un caso che viene chiuso in fretta: doppio omicidio e suicidio. Fine. Ma lei è una persona attenta, che studia i dettagli e che vuole arrivare fino in fondo: vede ciò che gli altri non vedono, scava anche dove la terra sembra compatta e scopre ciò che gli altri preferiscono ignorare. Si trova, così, alle prese con una community on line in cui l'odio è il filo conduttore e trova, in questo contesto, non solo il modo per arrivare ai colpevoli ma anche di porre in essere la sua personalissima vendetta.

Sara Morozzi - frutto della penna di Maurizio De Giovanni nel racconto Sara che aspetta - è una mia conoscenza visto che dei tre autori De Giovanni è quello che conosco meglio e del quale ho letto quasi tutto. Conosco Sara. Conosco i suoi trascorsi, le sue paure, le sue convinzioni. Sara si trova alle prese con un caso che la tocca molto da vicino. O meglio, per lei, che è in pensione, non sarebbe un caso dal punto di vista professionale ma lo è dal punto di vista personale visto che riguarda la morte di suo figlio. Quel figlio con cui ha perso i contatti venti anni prima quando scelse di lasciare la sua famiglia (il ragazzino aveva sette anni) per amore.

Sono tre personaggi che si muovono in diverse zone d'Italia, accomunati dalla necessità di vendicarsi. Ognuna a modo proprio. Ognuna con le proprie motivazioni. Ognuna consapevole di ciò che sta facendo. C'è chi deve scappare. Chi rincorre. Chi osserva.

Se dovessi stilare una classifica di gradimento metterei al primo posto la storia di Sara (anche se, come accennavo, non mi è nuova) perché amo lo stile di De Giovanni, delicato e potente allo stesso tempo. Non volgare, mai, anche quando la situazione lo potrebbe richiedere. Mai sopra le righe. 

Poi metterei la storia di Anna: devo ammettere che lo stile di Carlotto (di cui non ho letto niente) mi incuriosisce e andrò a cercare altro di suo.

In coda - ma senza che ciò abbia valore dispregiativo - metto la storia di Alba: diverso lo stile ma comunque efficace.

Questo libro mi ha dimostrato che sono le penne a fare la differenza. C'è chi riesce a trasmettere molto con poche pagine (e non è facile!) e chi invece no. Un discorso che, alla fine, si applica ai libri in generale, non solo ai racconti... non sto dicendo niente di nuovo!

Letto con piacere, personaggi che mi hanno colpita soprattutto per il contesto e per le modalità in cui si sono trovati a districarsi, vorrei conoscere meglio tutte loro. Sara a parte. La conosco molto bene.
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Sbirre
Massimo Carlotto, Giancarlo De Cataldo, Maurizio De Giovanni
Rizzoli editore
220 pagine
18.50 euro copertina flessibile - 7.99 Kindle