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martedì 8 gennaio 2019

Gomorra (R. Saviano)

Io so. Ed ho le prove.

Sono queste brevissime ma pesantissime frasi che mi rimbombano in testa da quando ho finito di leggere Gomorra.
Una sfida, per me, affrontare una lettura di questo tipo. Una lettura arrivata in casa su richiesta di mia madre che, invece, ama leggere storie di vita vera, ama l'attualità ed evita caldamente romanzetti di storie inventate, come li chiama lei.

Di Gomorra si è detto di tutto e di più. Queste mie parole altro non sono - ed altro non voglio essere - se non le considerazioni di una lettrice che, chiuso il libro, ci ha messo un po' per decidere da che parte cominciare per esprimere le sensazioni che le storie raccontate in 331 densissime pagine hanno alimentato in lei.

Merci, persone, affari, contatti, rispetto, violenza, morte, minaccia, dominio, armi, imprenditoria, droga, controllo... Da dove comincio?

Gomorra è un colpo allo stomaco perchè quel che vi si legge, che va oltre l'immaginazione, è verità. Se, in un romanzo, è tutto accettabile trattandosi di invenzione narrativa, questa volta ciò che sconvolge è la verità nel suo complesso.

Io so. Ed ho le prove.

Sono vere le uccisioni, le violenze, i soprusi, le minacce, le estorsioni.
Sono vere le donne di potere, veri gli uomini di malaffare, veri i ragazzini assoldati dalla camorra per fare ciò che nessun ragazzino della loro età dovrebbe nemmeno immaginare. Ed è tutto così normale, così abitudinario che sembra quasi non ci si faccia caso. Normale la morte, la violenza, l'omicidio, le torture... 
Tra le pagine di Gomorra si perde il senso della normalità.
Cos'è normale per un ragazzino poco più che quattordicenne quando si atteggia a boss navigato e viene ucciso con una pallottola in testa per avere disturbato i boss quelli veri? Cos'è normale per donne che prendono le redini dell'impresa di famiglia e tirano avanti seguendo le orme dell'uomo che hanno avuto accanto fino a che non è stato ucciso o non è finito in carcere? Cos'è normale per chi si alza al mattino pronto ad affrontare un giorno di lavoro nella sua bottega ma si trova a fare con le vetrine continuamente crivellate di colpi? Cosa è normale in una Napoli in cui soltanto uno sguardo troppo insistente può costarti la vita? In una Napoli i cui quartieri corrispondono a famiglie di potere, in costante contrapposizione l'una con l'altra per soldi e per affermare il proprio dominio?

Si perde il senso della normalità. Questa è la considerazione che mi sento di fare al termine di questa difficile ed impegnativa lettura.

Sono tanti i personaggi che affollano le storie raccontate da Saviano. Tanti i volti che, leggendo, sono andata a cercare per dare una faccia a quelle persone di cui leggevo. Tante le voci che ho avuto la sensazione di sentire in testa, tante le urla strazianti che inevitabilmente mi è sembrato di sentire in sottofondo, nel leggere con quanta facilità si muoia ammazzati (e si ammazzi), in quella Napoli.
E non riesco proprio a dire che un personaggio mi sia piaciuto più di un altro. 
Sarebbe troppo facile dire che mi è piaciuto Don Peppino Diana per quel che ha tentato di fare contro la camorra. Troppo facile. Così come sarebbe facile dire che mi è piaciuta la maestrina che non ha accettato di far finta di non vedere ed ha denunciato una violenza inaudita. Troppo facile anche questo.
Non è tanto un personaggio a colpire il lettore... è l'intero viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra che sconvolge.

Lo stile narrativo di Saviano é incalzante anche quando è elencativo. Nomi, luoghi, relazioni, parentele...
Il suo è un racconto fatto in prima persona di ciò che ha visto, sentito, vissuto. Il suo è un libro che ricostruisce le logiche legate sempre a doppio filo con il denaro, il potere, il dominio. E' un libro ricco di nomi, di luoghi, di collegamenti, di coperture, di legami inaspettati. 
E' un racconto vero.
Non ho letto giudizi in nessuno passaggio ma analisi oggettive dell'inquietante realtà che l'autore ha avuto attorno nel suo ambiente di vita.
Pensandoci bene, un personaggio che mi è piaciuto c'è. E' la voce narrante, l'autore, Roberto Saviano. Sì, lui. Il suo racconto in primissima persona, le sue reazioni davanti a ciò che gli è scorso davanti agli occhi... Un protagonista-testimone che mostra la sua Napoli, quella che lo ha cresciuto e che gli ha posto davanti una realtà rispetto alla quale non si è voltato dall'altra parte, una realtà che ha raccontato con dovizia di particolari assumendosene tutte le responsabilità.

Alcune parti mi sono sembrate un po' noiose perchè, purtroppo, alla fine alla violenza ci si abitua. Ci si abitua a scene di uccisioni selvagge proprio perchè - ecco che mi ricollego a quanto dicevo sopra - una volta entrati in quel meccanismo perverso in cui non si riesce più a capire cosa sia la normalità,  anche la più inimmaginabile violenza diventa di routine, già vista, noiosa.
Saviano cambia pagina ogni volta che cambia capitolo focalizzando le sue attenzioni su persone e situazioni differenti ma resta il denominatore comune della violenza, della fame di soldi e di fama. Non posso dire che ci sia un capitolo più sconvolgente dell'altro perchè sono tutti sconvolgenti, nell'insieme: le armi, il ruolo delle donne, l'economia del cemento, il Sistema... tutti tasselli di un puzzle che si compone quotidianamente e la cui immagine complessiva è agghiacciante.

E' una lettura che non dimenticherò. Di questo sono più che sicura.

Con Gomorra partecipo alla challenge Le quattro cavaliere dell'Apocalisse in quanto libro con armi nella cover. Inoltre, partecipo alla nuovissima Challenge Dalle tre Ciambelle in quanto libro da cui è stata tratta una serie tv.
***
Gomorra
Roberto Saviano
Mondadori Editore
331 pagine
€ 15.50

domenica 3 aprile 2016

Parlare di ISIS ai bambini (Pellai, Morin, Mazzeo, Montanari a cura di D. Ianes)

Non è un tema semplice da affrontare tra adulti. Tanto meno con i bambini. Parlare di ciò che sta accadendo nel mondo, delle immagini che la televisione propone quotidianamente con i bambini è un'impresa davvero difficile. Per me, almeno. 

Ma più che cambiare continuamente canale, più che evitare i telegiornali o le trasmissioni che parlano di questi temi, credo che sia necessario informarsi, conoscere, capire per poi poter avere qualche strumento in più per dare delle risposte che possano essere convincenti, verosimili (perchè credo che non si possano dire cose non vere giusto per soddisfare in malo modo una legittima curiosità) e, soprattutto, a misura di bambino.
Così, quando ho avuto l'occasione di leggere il libro edito da Erickson Parlare di ISIS ai bambini non ci ho pensato due volte ed ho iniziato a farmi una cultura
Il libro aiuta gli adulti a spiegare ai bambini in modo chiaro, semplice e completo una questione complicata come l’ISIS e il terrorismo islamico.
Questo è quanto si legge nella presentazione che la casa editrice propone. Questo è l'obiettivo del libro: essere d'aiuto, fornire qualche strumento in più. I destinatari di un libro di questo tipo non sono solo i genitori ma, in generale, tutti coloro che hanno a che fare con i bambini e che hanno, nei loro confronti, una certa responsabilità educativa. Genitori in primis, dunque, ma anche insegnanti che nel loro quotidiano si trovano accanto ai bambini anche in situazioni difficili come possono essere quelle legate ad atti terroristici, a morti, a tragedie che a loro arrivano in modo indiretto, ma arrivano.
Cosa rispondere davanti ad una richiesta di spiegazioni? Come rispondere per rasserenare un bambino che ha diritto di vivere serenamente la sua esistenza anche quando attorno a se si verificano situazioni che possono minacciare la sua quotidianità? 
Ecco, questo libro fornire elementi che poi ognuno potrà utilizzare per relazionarsi con i più piccoli.
Non solo, secondo me le nozioni che vengono fornite sono utili anche a chi non ha un contatto diretto con i bambini: il libro è strutturato in diverse parti, la più corposa delle quali è quella che fornisce dati storico-culturali che servono a comprendere.
Comprendere. Qui è la chiave di volta. Per affrontare argomenti così delicati prima bisogna conoscere, informarsi, capire le dinamiche che sono alla base di ciò che accade. Questo libro aiuta a fare ciò: ad apprendere nozioni, ad orientarsi ed a riflettere per poter poi confrontarsi in modo sereno con i più giovani ed aiutarli a, loro volta, a comprendere.  

Nella parte iniziale del libro viene proposta una riflessione sui comportamenti da tenere quando ci si trova ad affrontare tematiche di questo tipo, gli atteggiamenti da tenere al di là dei contenuti da proporre. 
Per quanto riguarda i contenuti bisogna passare alla sezione successiva, quando viene spiegato di chi se di cosa di sta parlando. Viene proposto un escursus storico con approfondimenti arricchiti anche da note inserite per permettere ulteriori approfondimenti. 
Nell'ultima parte vengono proposti spunti per riflettere su questi temi per poter comprendere l'ISIS e tutto ciò che rappresenta, nella sua complessità.

Trovo che questo libro non vada letto una volta ed accantonato per sempre. E' uno di quei libri che vanno approfonditi con calma e presi in mano più volte.

Non c'è da aspettarsi di trovare una risposta immediata ad interrogativi quali Mamma come mai c'è chi uccide così tanta gente? Perchè lo fa? Cosa si può fare per fermare queste persone?
Non è un libro con domande e risposte. No. Gli strumenti forniti al lettore non sono risposte preconfezionate ma argomenti da fare propri, su cui riflettere e modulare a seconda di come, poi, ci si pone nei confronti dei propri figli o studenti.

E' un libro che aiuta a conoscere e riflettere per poi avere maggiori elementi su cui basare le proprie risposte che, però, devono essere le risposte personali di ognuno, non risposte universali. 

Non è una lettura semplice, visto l'argomento non poteva essere altrimenti. Certi meccanismi sono difficili da comprendere anche per gli adulti. Ma è senza dubbio un aiuto per chi, come me, si sente impreparata sull'argomento.

Con questo libro partecipo alla Challenge Le Lgs sfidano i lettori.
Per la seconda tappa propongo questa lettura per il raggiungimento dell'obiettivo n.1: un libro pubblicato nel 2016.
***
Parlare di ISIS ai bambini
Pellai, Morin, Mazzeo, Montanari a cura di Dario Ianes
Erickson Editore
14.50 euro - disponibile qui a prezzo scontato

lunedì 9 maggio 2011

100% Sbirro (I.M.D. con Raffaella Catalano)

La copertina è un po' inquietante a prima vista. Ma poi se pensi che dentro a quel passamontagna ci sono i buoni e non i cattivi allora la prima impressione cambia.
100% Sbirro è un libro che ho preso in prestito da mia madre. Una divoratrice di libri che parlano di mafia annessi e connessi. Ha scoperto la sua voglia di sapere, di conoscere e lo ha fatto negli ultimi tempi. Non è mai stata una grossa lettrice ma in poco tempo ha collezionato un buon numero di volumi a tema.
100% Sbirro è uno di questi. Si tratta di un libro scritto da un poliziotto della Catturandi di Palermo. I.M.D. sono le sue iniziali. Non svela la sua identità per ovvi motivi e si fa aiutare, nello scrivere quello che si presenta come una specie di diario, da Raffaella Catalano.
Nel libro vengono raccontate le avventure vere di un gruppo di poliziotti alle prese, giorno dopo giorno, con latitanti e pezzi più o meno grossi della mafia. In ogni capitolo - i capitoli sono piuttosto brevi - vengono riportati nomi di personaggi poi assicurati alla giustizia, nomi di pentiti e nomi di fantasia (in questo caso di fantasia) per indicare quelle persone che - soprattutto colleghi di I.M.D. - hanno permesso di portare a termine una lunga serie di catture.
Il libro è scritto in modo scorrevole anche se devo ammettere che i tanti nomi di persone che a me non erano per niente note, tantomeno familiari, mi ha un po' confusa in alcuni punti.
Non si tratta di un romanzo ma del racconto di vera attività quotidiana per debellare la mafia decapitando le famiglie più potenti e catturando i latitanti della zona.
Durante la lettura mi sono resa conto che l'autore ha già scritto un altro libro sul tema, dal titolo Catturandi, ma io non ne sapevo nulla. Onestamente non si tratta di un genere di letture che mi ha mai attirato più di tanto ma ho voluto fare una prova, attirata in primis dal formato del libro (comodo da tenere in borsa e da portare con se) ma anche dal fatto che mia madre avesse fatto delle orecchie su diverse pagine per indicare dei punti importanti.
Io a dire il vero non sono riuscita a capire cosa l'abbia indotta a fare quelle orecchie ma probabilmente sono stata un po' troppo superficiale nella lettura, non so. Oppure si è trattato di passaggi che l'hanno ricollegata a vicende lette in altri libri... Non so.
Il fatto che fosse un libro strutturato in capitoli brevi mi ha aiutata nella lettura. A dirla tutta in alcuni punti mi è sembrato anche un po' ripetitivo: cambiavano i nomi ma la sostanza era la stessa. Essendo la narrazione di fatti reali non potevo certo aspettarmi divagazioni romanzesche.
Se suggerisco questa lettura?
Si, se si ama il genere e se si vuole sapere, si vogliono conoscere vicende che in un modo o nell'altro hanno segnato la storia della nostra Italia.
No, se ci si aspetta uno stile romanzesco o comunque una narrazione romanzata. E' un diario, il racconto di vicende realmente esistite che tutto hanno meno che connotati romanzeschi. Il racconto di come opera la Catturandi, dei sacrifici che sono richiesti a coloro che ne fanno parte, di come debbono conciliare - a fatica - lavoro e vita familiare. Il racconto di una realtà mafiosa che grazie ad uomini come quelli che vengono indicati in questo libro ha subito delle forte perdite ma che, purtroppo, ancora non ha abbassato la testa.
***
100% Sbirro
I.M.D. con Raffaella Catalano
Dario Flaccovio Editore
13.00 euro