lunedì 11 marzo 2019

La lentezza (M. Kundera)

Milan Kundera è un autore che mi incuriosiva da tempo. Quando mi è capitato tra le mani il suo libro La lentezza, non certo un libro di uscita recente ma piuttosto datato, ho deciso di leggerlo nel partecipare alla Challenge Dalle tre Ciambelle in quanto libro con una sola parola (articoli esclusi) nel titolo.

La lentezza: mi sono detta che probabilmente sarebbe stato un invito a rimodulare la vita quotidiana su ritmi diversi o sarebbero state esperienze di persone che hanno deciso di cambiare i propri ritmi di vita.
Invece...
Mi sono trovata tra le mani un libro del tutto diverso da quello che mi aspettavo.
Niente di ciò che mi immaginavo se non fosse per le primissime pagine quando l'autore - parla in prima persona - si sta recando in un castello assieme alla sua donna e, per strada, procede a passo piuttosto tranquillo a bordo della sua auto tanto da meritarsi le imprecazioni dell'automobilista che circola dietro di lui. Una situazione piuttosto comune, questa, che mi ha fatto sorridere.

Proseguendo nella lettura Kundera propone due storie di seduzione, separate da più di duecento anni e oscillanti pericolosamente tra il sublime e l'esilarante.
Sono sincera: ho fatto fatica a trovare collegamenti tra le storie narrate che non risidessero nell'ambiente in cui vengono allocate... ma mi è sembrato un po' poco per dare loro un significato.
Il concetto di lentezza opposto a quello di velocità va ricercato nel contrasto che l'autore propone tra la lentezza collegata ai ricordi e la velocità collegata alla necessità di dimenticare.
Quando si intende ricordare un'esperienza si agisce con calma, con lentezza appunto, per assaporare ogni attimo e fissarne il ricordo. Quando si intende dimenticare un'esperienza, si compie ogni gesto in fretta per poter archiviare - e dimenticare - prima possibile l'accaduto. E qui ci siamo.

L'ambientazione è quella di un convegno di entomologia - e già questo mi è sembrato alquanto particolare - e i personaggi che si rincorrono tra le pagine sono altrettanto particolari. 

Il prof. Cecopitschy, docente ceco di entomologia appunto, ha l'occasione di riscattarsi dopo essere caduto in disgrazia: è emozionato all'idea di parlare davanti ad un attento uditorio, cosa che non fa da anni. Ora è la sua occasione di riscatto. Ma è talmente emozionato che dimentica tutto il suo discorso. E' un personaggio che mi ha fatto molta tenerezza e che mi è sembrato molto umano, fragile, sensibile anche quando la situazione avrebbe richiesto maggiore fermezza e decisione. Non si nasconde dietro una maschera ma mostra la sua fragilità, fino a diventare ridicolo. A tratti ingenuo, è un personaggio tenero che sembra del tutto fuori posto dal contesto in cui si trova. Appaludito con calore nel momento in cui mostra la sua emozione, verrà con altrettanta facilità deriso. Mi ha intenerita.

Non è lui, però, il protagonista delle storie d'amore e di seduzione che propone l'autore se non come spettatore, in un caso.
La prima storia risale al '700 - l'autore lo ricorda bene - quando un cavaliere viene usato da una contessa per coprire una relazione che ha con un marchese, alle spalle di suo marito. Un imbroglio, una beffa, consumati sulle note della sensualità. 
L'altra è quella - piuttosto fugace e stravagante - tra Vincent e Julie che sono protagonisti di momenti tanto appassionati quanto ridicoli a bordo della piscina interna dell'hotel in cui si volge il convegno. 
La loro storia viene narrata in modo confuso - secondo il mio parere - ed ho anche pensato dove volesse arrivare l'autore... ebbene, non l'ho proprio capito. 
Magari il messaggio che intende lanciare l'autore va cercato nel profondo, probabilmente io non sono capace di arrivarci per cui mi arrendo: non ci ho capito molto, ho letto le storie proposte come se fossero fine a loro stesse e basta.

Onestamente la storia non  mi è piaciuta affatto e... non mi ha lasciato niente se non una gran confusione in testa.
Forse ho letto di fretta per dimenticare, proprio come l'autore lascia intendere che si faccia davanti a ciò che non si vuole fissare nella memoria. Può essere, limite mio.

Resta il fatto che non è un libro che rileggerei o consiglierei. Magari cercherò altro di questo autore per capire se sono partita dal libro sbagliato o se il suo stile è proprio questo.
Se non altro è un libro breve, letto in fretta e che altrettanto in fretta - ne sono certa - sarà rimosso.

Con questa lettura partecipo alla Visual Challenge Upgrade, tappa di marzo. 
***
La lentezza
Milan Kundera
Adelphi edizioni
Lire 24.000 (è un'edizione del 1995
pagine 157

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