mercoledì 6 giugno 2018

Chi manda le onde (F. Genovesi)


Io amo l’estate, vivo in una località di mare ed una copertina come Chi manda le onde di Fabio Genovesi non poteva non attirarmi, soprattutto in questo periodo.
Mi ha attirata nonostante le quasi 400 pagine e la mole del libro che – a questo ho pensato subito – non sarebbe stato agevole portare in borsa. Nessun problema, l’ho letto a casa ed il problema del peso del volume è stato risolto.
Genovesi mi incuriosiva da un po’ ma di solito lascio passare qualche tempo dal lancio di nuovi libri, per far sbollire l’entusiasmo del momento e gustarmi la lettura al netto dei tanti commenti che si susseguono prima o a ridosso dell’uscita.
Ed eccolo qui.
Luna è una bambina albina. E’ tutta bianca e deve proteggersi da quel sole che tanto ama e dal quale, invece, vorrebbe essere sempre baciata.
Luca è suo fratello maggiore: è un ragazzo in gamba, adorato da tutti e che ora è impegnato a solcare le onde con il surf in un viaggio tanto desiderato, assieme ai suoi amici. Ha diciassette anni e il giorno del suo 18° compleanno non sarà a casa a festeggiare con Luna e con sua madre Serena. No. Tornerà il giorno dopo quando il suo viaggio sarà concluso.
Ma le onde, si sa, oltre che tanto divertimento possono anche travolgere sogni e speranze. Ed è proprio quello che accade lasciando sulla riva i cocci di un’esistenza, più d’una, a dire il vero, messe a dura prova.
Attorno a Luna gravitano personaggi molto particolari.

Il mio preferito è Zot: è una bambino abbandonato dai suoi genitori, arriva da Chernobyl e vive con Ferro, un anziano che chiama nonno, ma che nonno in realtà non è. E’ un personaggio positivo che mi ha stappato qualche risata ma che mi ha anche fatto tanta tenerezza. E’ un bambino sfortunato, preso in giro da tutti (anche dai grandi, ogni tanto) eppure è sempre positivo, sempre entusiasta di ciò che lo circonda ed anche nei momenti di tristezza riesce a trovare l’aspetto positivo di ogni cosa. E’ un bambino che sorride sempre. Un bambino che quando non sorride, ride di gusto.
Il suo modo di parlare, i suoi termini troppo grandi per un bambino della sua età, il suo modo di esprimere i propri sentimenti e di relazionarsi con gli altri me lo hanno fatto entrare nel cuore. Un bambino sfortunato che, invece, non si sente tale. Anzi, si sento fortunato, più di tanti altri. Un bambino che potrebbe essere un esempio per tutti coloro che sono abituati a lamentarsi di tutto e di tutti.

Ferro è un uomo ruvido, che non si lascia andare alla tenerezza e che si atteggia come una persona che non vuole scendere a compromessi con nessuno, tantomeno dare spazio ai sentimentalismi. Eppure… eppure ama Zot e lo tiene con se nonostante tutto, nonostante una figlia che lo ha preso in affido per poi lasciarlo a lui per andarsene all’estero, nonostante il cibo che manca o un passato che torna a galla di tanto in tanto. Si sente responsabile per quel ragazzino che spesso prende a schiaffi con le parole: Zot sa che non vuole fargli male ma che è il suo modo di relazionarsi con lui e lo ama a più non posso.
Poi ci sono loro, tre amici sgangherati, quarant’anni ognuno ma che danno l’impressione – per via dei loro comportamenti – di non averne nemmeno la metà. Sono dei bambinoni troppo cresciuti, privi di esperienze che li abbiano davvero fatti crescere e capaci di gesta sconsiderate come solo degli incoscienti potrebbero fare.
Luna, da parte sua, è una bambina sensibile e legata ad un fratello che sente sempre vicino a se anche quando non c’è. Crede nel destino, crede nei segni che la vita le manda e crede negli altri fino a che non viene a trovarsi davanti alla realtà, alle bugie che gli adulti raccontano costantemente anche se a fin di bene. Le bugie sono sempre bugie e lei si sente trattata come una stupida. Anche Luna è un personaggio positivo, accanto ad una mamma che perde ogni stimolo a vivere la propria vita, che si trascura e la trascura fino a che non si renderà conto di quale piega stia prendendo la sua vita e non si fa retromarcia.

Non ho nominato, volutamente, Serena tra i protagonisti: è la mamma di Luca e Luna. Una donna che ha cresciuto da sola i suoi due figli e che si trova a dover affrontare una grande prova, un grande peso che rischia di schiacciarla. E' un personaggio che va conosciuto a fondo e con il quale si deve entare in sintonia tanto da provare sulla propria pelle le sue stesse emozioni, la sua apatia, il suo modo di essere, la sua sofferenza, il suo coraggio.

Chi manda le onde mette in contatto tra loro tanti personaggi che prendono la parola l’uno dopo l’altro dando vita ad un intreccio ricco ed intenso. E’ anche una storia di diversità, di paura, di delusione e di speranza. E’ una storia di amore.
Amore declinato in tanti modi diversi ma pur sempre amore.
Una storia di sogni…
Un sogno quando comincia non importa se durerà una vita o cinque minuti: un sogno comincia sempre per durare in eterno.
Lo stile narrativo è particolare: la narrazione è affidata ai vari personaggi che si alternano ma principalmente a Luna che è una bambina di dieci anni e si esprime come tale. Anche gli adulti, a dire il vero, si esprimono in modo un po’ infantile ma nell’insieme tutto ciò mi è piaciuto.
Ha contribuito a rendere la storia più vera.

In alcuni punti avrei preso a schiaffi quei tre amici - Sandro, Rambo e Marino - ma avrei anche abbracciato forte quei due bambini, quella madre... Sono personaggi che lasciano il segno, ognuno a suo modo.

Bel libro. La lettura è andata avanti un po' più a rilento del previsto, le pagine sono parecchie e la storia molto ricca. Sono contenta di aver incontrato Luna e Zot, avrei avuto piacere di conoscere meglio Luca. Ma così è...

Con questa lettura partecipo  alla Challenge Di che colore sei? in quanto titolo adatto per lo spicchio azzurro, libro recensito da una delle due organizzatrici.

2 commenti:

  1. Messo in lista! Anche se vorrei cominciare dal suo primo: non ho mail letto niente di Genovesi.

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    1. Anche io mi sono ripromessa di recuperare il primo e leggere altro di suo. Mi piace il suo stile!

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