martedì 21 dicembre 2021

La casa di tolleranza. Tre avventure del commissario Bordelli


 

Non conoscevo il commissario Bordelli se non per sentito dire ed ho iniziato da qui, da tre racconti che l’autore propone tornando alle origini della carriera di quel commissario di cui ha tanto parlato nella serie che lo hanno per protagonista.

Ho incontrato, così, un giovane vice commissario che, nel ’49, all’età di 39 anni, è in Pubblica Sicurezza da due. Porta nella mente e nel cuore ricordi di un recente passato che vorrebbe ma non può cancellare, di quella guerra che gli è rimasta appiccicata addosso e che ogni tanto fanno capolino tra i suoi pensieri. Ho subito visto in lui un uomo sensibile, buono, acuto, pronto a mettersi in gioco per arrivare alla verità anche quando ha per le mani qualche cosa di diverso da un caso ufficiale passato per i fascicoli depositati sui tavoli delle forze dell’ordine.

Nel primo racconto, quello che poi ha dato il titolo al libro – La casa di tolleranza – Bordelli (simpatico l’abbinamento tra Bordelli e casa di tolleranza) conosce una giovane donna che presta servizio in quel posto. Nella casa di tolleranza deve fare dei controlli ma l’occasione gli apre le porte di un’amicizia profonda con Rosa, che poi apparirà anche nel secondo racconto ambientato sempre a Firenze ma 9 anni dopo. Bordelli si trova ad indagare su un caso che, in partenza, un caso non è ma è il frutto di dubbi legati ad una misteriosa presenza. Curioso ma anche voglioso di fare chiarezza il vice commissario usa tatto, discrezione ma anche grande acume per venire a capo di quel mistero.

Nove anni dopo Rosa è sempre presente ed il mistero arriva da un cimitero: una stranezza che porterà Bordelli a fare un viaggio indietro nel tempo in un periodo sgradevole che ancora gli brucia sulla pelle e che ha segnato in modo definitivo la vita di tante persone. È una storia di amicizia e tradimento, di soldi e di affetti, tanto dolore legato ai campi di concentramento e a tutto ciò che hanno comportato.

Nell’ultimo racconto siamo a Natale del 1966 quando Bordelli ricorda di essersi ritrovato, alla vigilia di Natale del ’43, con due sconosciuti a condividere ricordi: il più giovane, un ufficiale del San Marco di 20 anni, fiorentino come lui ed un certo Curzio Malaparte (inserito come omaggio alla sua persona ma frutto della fantasia dell’autore in questo contesto) che era sulla Linea Gustav come ufficiale di collegamento presso l’Alto Comando Americano. Il primo ad evocare ricordi è proprio Bordelli che rammenta una grande amicizia di quando era un bambino ma che porta ancora nel cuore. Poi toccherà al ventenne raccontare degli aneddoti divertenti per chiudere con Malaparte che è stato testimone di storie terribili e ne racconta una, agghiacciante, che fa stringere il cuore.

Sono momenti di grande intimità tra persone che non si conoscono ma che si trovano a condividere l’esperienza della guerra ed ho apprezzato il modo in cui Vichi ha saputo rendere, con delicatezza, tematiche importanti.

Scritti in modo scorrevole, i tre racconti mi hanno fatto venire voglia di conoscere meglio questo personaggio di cui ho sentito tanto parlare ma con il quale solo ora ho preso confidenza. Sono contenta di aver scelto di iniziare da qui. Ci sono diverse avventure che lo hanno per protagonista e le cercherò, giusto per farmi un'idea di come è diventato quel giovane vice commissario.
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La casa di tolleranza. Tre avventure del commissario Bordelli
Marco Vichi
Guanda editore
pag. 252
16.00 euro copertina flessibile, 9.99 Kindle

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