venerdì 16 ottobre 2020

Il romanzo di Alessandro (V. M. Manfredi)

Evidentemente era arrivato il momento giusto. 

Non ho mai amato i romanzi storici e Il romanzo di Alessandro mi attirava e spaventava al tempo stesso. Valerio Massimo Manfredi mi ha offerto l'occasione di vivere un'avventura a 360 gradi tra aspirazioni, ambizioni, gioie, dolori, morte, conquiste, debolezze... E devo proprio dargli il merito di avermi fatta ricredere.

Ho conosciuto da vicino un giovane uomo che è riuscito a superare quella che era la sua paura più grande: restare nell'oblio. Non solo non è restato nell'oblio ma è ricordato come il personaggio più famoso di tutta l'antichità, al quale vennero attribuite imprese inimmaginabili, viaggi in cielo e in terra, conquiste smisurate. 

Molto di quanto gli è stato attribuito è probabilmente frutto di racconti popolari ma resta il fatto che la sua è una figura reale, capace di compiere imprese militari e politiche che hanno segnato la storia.

Chissà dove sarebbe arrivato se avesse avuto a disposizione qualche anno di vita in più? In brevissimo tempo ha realizzato ciò che nessuno mai avrebbe potuto immaginare conquistando tutta la parte orientale del mondo conosciuto. Morto a soli 32 anni, dove sarebbe arrivato Alessandro, se avesse avuto più tempo? Me lo sono chiesta una volta arrivata all'ultima pagina.

Re di Macedonia a 20 anni non ancora compiuti, capo della lega di tutti gli stati greci, re dell'Asia Minore, faraone d'Egitto, Gran Re dell'impero persiano e Rajah della parte nord-occidentale dell'India. Fin da giovanissimo aveva in mente un sogno: dare vita ad un regno senza vincitori né vinti, sena più greci né barbari. Non ci riuscì del tutto ma ci arrivò vicino. 

Impetuoso ed aggressivo come il padre, che vide morire accoltellato tra le sue braccia da ragazzino, curioso e interessato al mistero come la madre che mai, anche se lontana, lo ha abbandonato.

Manfredi mi ha appassionata alla sua storia. Ovviamente ne conoscevo le imprese, quelle che vengono trasmesse dai libri di storia, ma ho sentito addosso a me molto di più di ciò che può essere attribuito ad Alessandro il conquistatore.

Ho sentito il peso della responsabilità che gli è piombato addosso, appena ragazzino, alla morte del padre, Re Filippo.

Ho sentito il dolore nel dover lasciare sua madre.

Ho sentito l'amore che lo legava al suo fido cane Peritas e al suo cavallo Bucefalo, amici fedeli fino alla fine. Così come fedeli fino alla fine sono stati i suoi amici, quei ragazzini con i quali da piccolo imparava a tirare di spada e che ha avuto accanto in ogni battaglia, con i quali ha condiviso ogni successo, ogni conquista.

Ho sentito la passione che lo consumava per una donna che non aveva ancora spazio per lui nel suo cuore. Ma ancor di più la passione per quello che è stato il suo vero amore, pur avendo accanto più donne, come era concesso all'epoca, tanto più ad un sovrano.

Ho sentito il dolore che ha provato nel perdere le persone accanto alle quali è cresciuto ma anche la delusione che le ha punto l'anima per un tradimento. 

Il libro è strutturato in tre parti: è la raccolta di tre singoli romanzi. Si tratta della trilogia di Aléxandros composta dalla prima parte in cui si parla della sua fanciullezza (Il figlio del sogno), dalla seconda in cui Alessandro inizia il suo cammino (Le sabbie di Amon) per arrivare all'epilogo della sua storia (Il confine del mondo).

La prima cosa che mi ha colpita è l'assenza di date. Non ci sono riferimenti temporali in un libro che attraversa un periodo storico di fondamentale importanza per tantissimi territori (se ne ha un'idea nel dar uno sguardo alle piantine che vengono riportare in calce al libro e che riportano i luoghi delle conquiste di Alessandro) così come mi ha colpita la normalità con cui si pensava, all'epoca, alla guerra che era un'occupazione quotidiana. Tanti, tantissimi i morti... fiumi di sangue in dieci anni di guerra quasi ininterrotta... un territorio dopo l'altro senza sosta, collegamenti difficili, comunicazioni difficili. Il tutto come se fosse normale. Quando, ad un certo punto, anche gli uomini più fedeli hanno iniziato ad essere stanchi, nel corpo e nell'anima, quando non vedevano più la fine a fronte delle ambizioni di un uomo che non si sarebbe fermato fino a che non avesse conquistato il mondo intero, mi è sembrato di sentire il loro smarrimento, i loro dubbi, la loro disperazione così come mi è sembrato di sentire, però, le vibrazioni della loro fedeltà ad un uomo che avevano giurato di non abbandonare mai.

E' un romanzo intenso, ricco di emozioni con un protagonista indiscusso attorno al quale gravitano tanti personaggi - all'inizio ho pensato di prendere nota dei vari nomi per non perdermi ma alla fine ho lasciato stare... - e rispetto al quale non ho gli strumenti per una valutazione circa l'effettiva aderenza alle vicende storiche. Non sono proprio la persona più adatta. L'ho letto come un romanzo. Uno dei più intensi che abbia fino ad ora letto, soprattutto tenendo conto che gran parte di coloro che gli danno vita sono esistiti realmente ed hanno avuto tutti un ruolo, più o meno di rilievo, nel disegnare la storia di un regno immenso.

***
Il romanzo di Alessandro
Valerio Massimo Manfredi
Mondadori
657 pagine
18.00 euro copertina rigida (edizione del 2005)

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