sabato 18 luglio 2020

Due novelle del Seicento (A. Albertazzi)

Non ho fatto gli studi classici per cui non mi sono mai appassionata a testi di un certo tipo.
Ma crescendo si matura e si impara ad apprezzare anche ciò che, magari da ragazzina, sembrava troppo lontano dai propri gusti. In particolare per una personcina come me sempre impegnata a fare i conti o a studiare materie giuridiche la letteratura  classica appariva come un mondo lontano anni luce.

Con la maturità di oggi, però, posso dire di aver apprezzato il libro Due novelle del Seicento, di Adolfo Albertazzi, testo curato nella sua parte critica da Diletta Pacini per la casa editrice indipendente Divergenze.

Un paio di premesse.

Ho conosciuto la casa editrice Divergenze in occasione del Festival Letterario Libri a 180° che si è svolto lo scorso anno nella mia città. 
Conoscendo la casa editrice Divergenze ho conosciuto una realtà che promuove opere di autori classici e contemporanei, riscoperte del passato, esplorazioni della tradizione e di una letteratura che agisce sull’attualità. 
Non solo romanzi ma anche novelle. Come nel caso del libro di cui vorrei parlare oggi.
Ed ho anche scoperto tanta cura nella scelta dei materiali con copertine che non puntano ad un'immagine per attirare l'attenzione ma che puntano, anche in questo caso, sulla qualità e sulla sobrietà. 
Tenere tra le mani un volume Divergenze trasmette una sensazione di bellezza, di solidità. Questa è l'impressione che ho avuto già al primo tocco delle Due novelle.

Fabio Ivan Pigola (Direttore Editoriale) e i libri Divergenze in occasione del Festival dello scorso anno
Sempre nella stessa occasione ho conosciuto Diletta Pacini, che ha curato la sezione critica del volume, e che ho scoperto essere mia concittadina proprio alla vigila del Festival quando ho visto comparire il suo nome tra coloro che ci avrebbero dato una mano nelle presentazioni degli autori. 

Diletta Pacini ed Alessandro Moscè alla rassegna "Casette Garden Party"
Anche di recente ha collaborato con l'organizzazione del Festival in occasione di incontri con autori nell'ambito di rassegne - tutt'ora in corso - che fanno da prologo all'edizione 2020 di Libri a 180 gradi. 

Quando ho saputo del suo impegno con Divergenze l'ho letta con piacere precisando che la mia è una opinione di modesta lettrice senza particolari competenze critiche.

Veniamo al libro.
Nella prima delle due novelle viene proposta una storia di amore e tradimento, di vendetta e di malelingue. Non si può non sorridere con quei personaggi e con le loro avventure fino a rendersi conto che, a ben guardare, la menzogna come la verità possono portarsi dietro dei rischi concreti a seconda dei casi!
Lo sa bene Procolo Querciagrossa...

Anche nella seconda novella protagonisti sono i sentimenti: l'amore, il corteggiamento, il tradimento, l'inganno... Due donne, due giovani donne, ed un bel giovanotto si troveranno alle prese con una situazione che sfugge loro di mano ma che, alla fine, ha un epilogo che non può non strappare un sorriso. 

In entrambi i casi vengono narrate storie di un'umanità che non è poi così lontana da noi. Oggi come allora i sentimenti, i legami, gli amori portano a galla quella fragilità umana che non risente del passare degli anni, dei secoli. Ed è un'umanità che non può fare altro che abbandonarsi al caso, di più non può fare!

Con una buona dose di ironia l'autore propone in ritratto, in piccolo, di un'epoca: le convenzioni dell'epoca, le abitudini dell'epoca ed anche l'evolversi dei rapporti personali di allora si inseriscono in un contesto più ampio della casa dei protagonisti della prima novella o del convento in cui si trovano a dimorare le giovani donne protagoniste della seconda.

Con un linguaggio d'altri tempi i protagonisti strappano una risata e inducono il lettore a fare il tifo per l'uno o per l'altro.
E' stata una lettura piacevole con una nota critica molto interessante e che merita di essere letta.
E per me è stata la prova che non ci sono testi irraggiungibili: con una diversa maturità ciò che in precedenza si considerava poco nelle proprie corde può diventare qualche cosa di diverso. Di coinvolgente, di divertente e che possa anche lasciare degli insegnamenti.
***
Due novelle del Seicento
Adolfo Abertazzi con la nota critica di Diletta Pacini
Divergenze editore
90 pagine
13.00 euro

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