lunedì 22 aprile 2019

Fahrenheit 451 (R. Bradbury)

Non vado molto d'accordo con i distopici. 
Non li cerco ma sono loro che di tanto in tanto vengono a cercare me.
Questa volta grazie non ad una ma a due challenge di lettura a cui sto partecipando.
Il resto lo ha fatto la mia abituale biblioteca dove ho trovato disponibile una ristampa del 2012 di Fahrenheit 451.

Per me non è stata una lettura facile. Questa è la mia primissima considerazione. Situazioni che ho fatto fatica a comprendere, dialoghi che mi hanno spiazzata: probabilmente non essendo in sintonia con questo genere faccio più fatica di quanto non capiti a lettori più abituati al distopico.
E' un libro scritto in modo un po' troppo strano, per me. E' come se l'autore desse per scontate delle situazioni che, invece, a me sono sfuggite. Probabilmente è un mio limite!
In un mondo in cui ci sono pompieri che non sono chiamati a spegnere gli incendi ma ad appiccarli, ce n'è uno che ha una crisi di coscienza. Da sempre dà alle fiamme libri: questo è quello che impone la legge e questo è il lavoro che Guy Montag, questo il nome del protagonista, è chiamato a svolgere. Lo ha sempre fatto senza porsi troppi interrogativi fino a che l'incontro con una giovane sconosciuta (incontro che, a dire il vero, mi ha lasciata una certa perplessità addosso) e la triste sorte di una vecchia amante dei libri non lo portano a cambiare il suo punto di vista e lo fanno sprofondare in una crisi profonda. Una crisi tale da portarlo dall'altra parte della barricata, fino a diventare un ricercato, un assassino, un fuggitivo.
E' una storia emblematica, un classico che richiama un regime che mira ad appiattire le menti, a togliere in ognuno il senso critico, l'apertura mentale che vanno di pari passo con la lettura di libri. Un rischio, quello evocato da Bradbury, che fa estremizza la volontà di manipolare il pensiero altrui, di togliere il discernimento in chi, privato della possibilità di arricchirsi con la lettura, si appiattisce all'unico pensiero comune che è quello ammesso e avvalorato dal regime. E' una sorta di allarme per ciò che potrebbe accadere qualora un regime di questo tipo potesse davvero fare capolino in futuro. L'arco temporale di riferimento del libro non è ben chiaro. Venne scritto nel 1953, si accenna ad una guerra ma non sono forniti elementi che possano permettere di definire uno spazio temporale preciso.

Il personaggio che mi è piaciuto più di tutti in assoluto è la vecchietta che contribuisce a mettere in crisi Montag. Mi sono rivista nei suoi comportamenti, nella sua volontà di difendere i suoi libri, di non volerli abbandonare alla triste sorte a loro riservata. E' un'anziana donna che non accetta una vita senza i suoi libri. E' una figura molto bella, secondo il mio parere, e che richiama la passione per la lettura e la consapevolezza della grande perdita che conseguirebbe alla scomparsa dei suoi libri.

Il personaggio che mi ha colpita, ma non positivamente, è stata la moglie di Montag: una donna che rappresenta tutti gli altri, coloro che si sono assoggettati al sistema e che rifuggono con terrore l'idea di poter avere a che fare con un libro, al punto tale da compiere un atto che porterà a conseguenze estreme per la sua famiglia.
***
Fahrenheit 451
Ray Bradbury 
Oscar Mondadori
180 pagine
9.00 euro

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