martedì 31 luglio 2018

Favola splatter (B. e F. Tosco)

Sapevo che non sarebbe stato nelle mie corde, lo sapevo già dal titolo.
Favola Splatter. Splatter: aggettivo. Di fumetto, film o altro genere di spettacolo (in questo caso, libro)  che ostenta violenza e si compiace di scene truculente.
No. Non fa per me.
Eppure, volendo sperimentare generi nuovi, non mi sono sottratta alla lettura soprattutto tenendo conto che mi sarebbe stata utile per la  Visual Challenge in quanto in copertina compare un uccello, utile per questo mese di gara a cui arrivo davvero sul filo di lana!

Un uccello - un falco per la precisione - che presta i suoi occhi per raccontare ciò che vede in una Milano impazzita, che ha letteralmente perso il controllo. 

Tutto ha inizio con un silos, deposito di tonnellate di sostanze stupefacenti, che viene colpito e semi distrutto da una gru che cade. Si alza il vento che disperde tali sostanze in una Milano che sembra quasi che non vedesse l'ora di avere una valida scusa per far emergere gli istinti più violenti e fino a quel momento tenuti sotto controllo. E' una Milano del futuro (nemmeno troppo lontano visto che è proiettata 15 anni in avanti rispetto ad oggi) quella che perde la testa e diventa teatro di gesti folli, uccisioni indiscriminate, violenze gratuite e spettacolari, degne di una favola splatter che si rispetti. Spuntano armi da ogni dove: da sotto ai letti, dalle cantine, dai cassetti... armi più o meno convenzionali ma pur sempre capaci di togliere la vita o, se non altro, arrivarci vicino vicino a toglierla.
In questa Milano impazzita, dove non ci si può fidare più nemmeno di una vecchietta in pantofole, c'è chi sfrutta il web alimentando ancora di più la pazzia collettiva: con l'hashtag #MilanoFiesta circolano immagini di cadaveri spiaccicati per terra, ti teste sfondate, di arti spappolati. E, nemmeno a dirlo, tutto ciò piace tanto che i mi piace si moltiplicano a vista d'occhio fino a creare un vero e propri circolo di persone pronte a scendere in strada per rivendicare il proprio turno, la propria dose di violenza. 
Il falco, che tutto vede dall'altro, tiene sotto controllo anche un ragazzino russo di origini, orfano ma non troppo, che risponde al nome di Vladi. Con lui Lola, un'adolescente che si allontana dai genitori per partecipare ad una registrazione televisiva e dei cui genitori non si sapà più nulla fino alla fine del libro (irraggiungibili, volatilizzati... e poi lei perde il cellulare, punto e fine). Con loro il comandante dei Carabinieri Diego De Leo che non riesce ad arginare la pazzia collettiva e la violenza dilagante ma che cerca di fare comunque la cosa più giusta scortando i due giovani verso l'auspicata salvezza.

Tanti, tantissimi i personaggi che i tre incontrano, volenti o nolenti. Tutti accomunati da un'infelice sorte in quanto vittime o protagonisti (e non so quale sia la cosa peggiore) di quella violenza che le sostanze stupefacenti hanno alimentato ma che, questo è quello che viene da pensare, stesse covando sotto la cenere già da parecchio tale è la facilità con cui certi gesti vengono compiuti. 

Violenza gratuita, spettacolare, attuata con una facilità da far accapponare la pelle. No no, questa favola non fa per me.
Me lo sono detta fino all'ultima pagina quasi sbuffando perchè indispettita da situazioni che non mi hanno fatto ridere, non mi sono sembrate ironiche ma solo assurde.
Salvo poi... salvo poi arrivare ai saluti finali e comprendere che 
I personaggi del romanzo sono frutto di fantasia, e ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente causale, esclusi questi signori
ed inizia un elenco che fa capire al lettore come la realtà possa essere, a volte, più tremenda di una favola splatter, di un romanzo in cui l'autore - gli autori in questo caso - hanno volutamente calcato la mano ma che non hanno, a ben guardare, inventato del tutto.

E' lì, a pagina 254/255, a libro concluso, che ho riletto l'intera vicenda da una diversa prospettiva comprendendo le intenzioni degli autori e ribaltando completamente il mio giudizio.

Le favole splatter non fanno per me, resto di questa idea perché non amo il genere e ritengo di non essere proprio su quella lunghezza d'onda, ma sono poi così favole? In questo caso, per lo meno...
Me lo sono chiesta davvero!

1 commento:

  1. Eh già Stefania, quanto è spiazzante arrivare a quell'elenco?
    Quanto è spiazzante capire che sì, gli autori hanno esagerato ma forse non troppo? Perchè se gli autori hanno enfatizzato con l'espediente della nube di cocaina e quindi di una follia artefatta quell'elenco ci dice che c'è gente che invece quella follia ce l'ha nel sangue, e non si sa bene perchè, e uno con l'accetta le ha uccise veramente delle persone non lontane dalla casa in cui ho sempre abitato da bambina, e un padre di famiglia ha veramente ucciso moglie e due figlioletti per poi andare tranquillamente a vedere una partita di calcio dagli amici... e allora la realtà fa più paura di una favola splatter e, consentimelo, fa anche più schifo! ;)

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