martedì 4 agosto 2015

L'uomo dei cerchi azzurri (F. Vargas)

Ho fatto la mia conoscenza con Fred Vargas, pseudonimo di Frédérique Audouin-Rouzeau (scrittrice francese) sulla scia di un consiglio di lettura. Non del libro specifico - L'uomo dei cerchi azzurri - ma di un consiglio di lettura generico, riguardante la scrittrice.
Cercando di evitare l'errore fatto in precedenza con altri libri che ho letto nella successione cronologica sbagliata, ho voluto fare conoscenza con lei partendo dall'inizio. L'uomo dei cerchi azzurri è il primo libro in cui fa la sua comparsa l'ispettore Jean-Baptiste Adamsberg

Ecco, dunque, che ho fatto la conoscenza di un commissario molto atipico, particolare nei metodi e nella personalità. Un personaggio strampalato, che abbottona la camicia sistemando il bottone del lunedì con l'asola della domenica... un personaggio che mi ha quasi fatta andare fuori di testa con i suoi discorsi strampalati, con le sue deduzioni fuori dalle righe, con le sue sensazioni "a pelle" che hanno guidato, pagina dopo pagina, la sua indagine. 

Abituata com'era alla figuara di Harry Hole, che negli ultimi tempi mi ha particolarmente coinvolta, stavolta mi sono trovata davanti ad un personaggio completamente diverso e ad uno stile di scrittura diverso. Molti i dettagli proposti dall'autrice ma pochi quelli macabri. Non si lascia andare ad eccessive descrizioni efferate pur avendo a che fare con degli omicidi. L'autrice punta molto sulle storie dei suoi personaggi, sui loro pensieri, sul loro essere "normali" seppur davanti a situazioni particolari e fuori dal comune.

Adamsberg, commissario di polizia del 13° arrondissement di Parigi (non avendo mai letto nulla di autori francesi sul genere giallo mi sono dovuta abituare a riferimenti che non conoscevo affatto), mi ha spiazzata con il suo modo di fare. Ho avuto l'impressione che volesse scombussolarmi i pensieri mentre io sentivo di aver bisogno di ordine, di linearità. 

L'indagine che porta avanti ha a che fare con uno strano personaggio che disegna cerchi azzurri con un gessetto sull'asfalto. Al centro di questi cerchi azzurri fa trovare di tutti fino a che - cosa che Adamsberg sentiva - farà trovare un cadavere... più di uno a dire il vero.

Il commissario si trova ad indagare mettendo insieme pezzi di vita con situazioni che si compongono davanti ai suoi occhi. Tornerà a pensare ad un suo amore mai dimenticato, conoscerà personaggi singolari che non lo convinceranno fino alla fine, collaborerà con il suo vice - Adrien Danglard - che è il suo esatto contrario sia nella vita che nei metodi. Un personaggio che completa Adamsberg proprio perchè così diverso da lui.

Daglard è padre di cinque figli (quattro suoi - due coppie di gemelli ed uno di sua moglie) tutti a suo carico da quando sua madre se n'è andata.
Adamsberg, invece, è solo e rincorre un amore-non amore.

Daglard è una persona metodica e riflessiva.
Adamsberg è una persona intuitiva, che vede sfuggire i pensieri quando tenta di metterli in ordine per poi tornare - ordinati - quando meno se lo aspetta.

Adamsberg camminò fino a sera. Era l'unico modo che aveva trovato per fare una cernita dei propri pensieri. Come se grazie al movimento del camminare i pensieri venissero sballottati quasi fossero particelle di un liquido. Finchè le più pesanti non cadevano sul fondo e le più fini rimanevano in superficie. 
Questa è una descrizione efficace - estrapolata da uno degli ultimi capitoli - del modo di fare e della personalità del nostro commissario. Un tipo che più si concentra e meno produce. Un tipo strano, non c'è che dire. Mentre aspetta che la soluzione del caso arrivi, si lascia andare a discorsi che non hanno nulla a che fare con ciò su cui sta indagando ma che lo aiutano a creare la situazione giusta affinchè l'intuizione arrivi. Inizialmente questa cosa mi ha disturbata un po' - abituata come sono ad arrivare subito al dunque sulla scia di precedenti libri letti di altri autori - ma poi ho capito che questa era una caratteristica importante del personaggio, proposta con uno stile di scrittura semplice, comune, con pensieri di persone comuni, uomini e donne di tutti i giorni.

Se mi è piaciuto? Diciamo che ho iniziato a conoscere il personaggio e ad inserirmi nei tratti narrativi proprio di questa autrice che potrò sicuramente apprezzare di più continuando a leggere.

Il libro non mi è dispiaciuto ma resto ancora affezionata ad Harry Hole, molto meno lento e molto più dannato di Adamsberg. Personaggi diversi, storie diverse, stili diversi... genere che mi piace.
***
L'uomo dei cerchi azzurri
Fred Vargas
Einaudi StileLibero
15.50 euro

2 commenti:

  1. Non ho mai letto nulla di questo autore, credo che prima o poi lo cercherò. Buon ferragosto, intanto!

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    1. Ora ho per le mani un altro dei suoi libri. Non è della serie di Adamsberg... vediamo come va.

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