lunedì 2 dicembre 2013

Un uso qualunque di te (S. Rattaro)

Raramente leggo due libri dello stesso autore uno dietro l'altro. Mi capita se sono dei sequel (anche se spesso lascio passare del tempo tra l'uno e l'altro intercalando le due letture con un autore diverso) oppure nel caso in cui il primo mi sia piaciuto talmente tanto da avermi lasciata addosso una certa... fame... di qualcos'altro scritto altrettanto bene.
Non è questo il caso. L'altro giorno sono stata in biblioteca e me ne sono tornata a casa con due libri della stessa autrice: "Un uso qualunque di te" e "Non volare via".

Nel parlare con la mia amica bibliotecaria avevo capito che uno dei due mi avrebbe toccata particolarmente ma ero certa che dei due fosse questo. Invece ho capito tutto il contrario... Per non togliermi il gusto della lettura non ho letto la trama ne' dell'uno ne dell'altro e mi sono messa subito a leggere. Ora che ho terminato "Un uso qualunque di te" so che mi aspetta qualche cosa di meglio con il secondo (appena iniziato) e, lo ammetto, ne sono contenta.
Ne sono contenta perchè il libro appena letto non mi è piaciuto più di tanto. L'ho trovato ben scritto ma molto scontato, dal finale facilmente prevedibile ed anche un po' troppo assurdo.

Viola è una donna sposata da anni con un uomo che è suo marito solo di facciata visto che lo tradisce e lo ha sempre tradito. Lui l'ama ed è la sua roccia. Lei vive una vita che non sente sua ma le va bene così. Lei ha una personalità molto particolare... insicura, instabile, piuttosto strana. Suo marito è la sua certezza, colui che risolve i problemi, che scioglie i nodi, che raffredda le acque troppo bollenti. Viola e Carlo hanno una figlia: Luce. Una ragazza che è ha un feeling speciale con suo padre e che si trova, senza preavviso, tra la vita e la morte.

Tra una telefonata ed un lettino d'ospedale, l'autre narra la storia di Viola, di Carlo, di Luce passando da un capitolo di racconto al presente ad uno che rimanda ad anni prima, da un racconto diretto per mano di Viola che si rivolge direttamente a sua figlia a spezzoni di una vita che sembra lontana anni luce.
Si va avanti e indietro nel tempo per comporre un puzzle che delinea i tratti di una famiglia apparentemente unita ma fondamentalmente instabile.

Ben presto, a seguito del malore della ragazza, la vita di Viola e di Carlo cambia inesorabilmente. Non si può più tornare indietro dal punto in cui si è arrivati, un vero punto di non ritorno...
Non voglio svelare troppo la trama ma mi limito a dire cosa mi ha lasciato l'amaro in bocca... Ebbene, Viola tradisce da sempre suo marito e, da un certo momento in poi del racconto, diventa un'eroina. E' come se con un gesto estremo voglia redimere la sua intera vita di menzogne, di falsità, di doppia vita. 

Anche io farei di tutto per salvare la vita dei miei figli, non dico di no. 
Ognuno può commettere degli errori e non sto certo qui a giudicare.
Però non mi è piaciuciuta la velocità con la quale si è voluti arrivare al finale e, soprattutto, ho trovato il tutto un po' troppo fantastico con una donna che cancella tutto il male che ha fatto alla sua famiglia in un attimo... Mi è sembrato troppo... semplice. Poi c'è il risvolto sentimentale, una figlia da salvare.... mha...

A metà libro si capisce come andrà a finire la storia. E onestamente sono rimasta un tantino delusa.
Non posso dire di più, rischierei di svelare troppi dettagli e rovinare la lettura... mi limito a dire che il secondo libro preso in biblioteca, e che ora sto leggendo, si propone come migliore.

Con questa lettura partecipo alla gara in corso Io leggo italiano.

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