Mi manca la sua ironia, il suo modo di fregarsene di tutto e di tutti (che poi non è proprio così), la sua intelligenza, il suo intuito, la sua solitudine e l'empatia che si crea - volente o nolente - con gli altri, il suo modo di fare mai casuale, il suo essere quasi invisibile, sempre nell'ombra senza che questo sia per lei un problema ed il suo essere, allo stesso tempo, capace di stupire.
Vani Sarca (all'anagrafe Silvana Cassandra Sarca) ha un'anima dark che cela un grande dono: è capace di mettersi nei panni degli altri dando forma a quei pensieri
che gli altri, da soli, non saprebbero mettere in ordine ed ai quali non saprebbero dare una forma.
Un
dono che la rende molto brava nel suo lavoro: è una ghostwriter. La migliore. E' una
scrittrice senza nome visto che il nome che appare su ciò che scrive non
è mai il suo.
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome è un libro che ho letto tutto d'un fiato e che ho trovato originale, mai letto nulla di simile.
Quanto mi sono sentita vicina a questa ragazza! Non tanto per i capelli corvini e l'abbigliamento dark, non tanto per il carattere schivo ma attento, quanto perchè anche a me capita molto spesso di scrivere testi che non portano mai la mia firma e discorsi che poi non vengono proposti al pubblico dalla mia voce. Anche io ho la necessità, nel mio lavoro attuale, di capire ciò che direbbero gli altri mettendo nero su bianco discorsi, lettere, interventi pensati per essere tagliati su chi parla. Un lavoro che anche io amo, anche se molto limitato rispetto all'esperienza che viene narrata dall'autrice.
Vani mi è stata subito simpatica anche per questa vicinanza con ciò che, seppur in piccola parte, faccio anche io e mi ha fatto pensare ad un'altra ghostwriter di cui ho letto qualche tempo fa in un libro. Due storie diverse, due modi di essere completamente diversi ma due figure che, comunque, hanno qualcosa in comune.
Il libro non racconta solo la storia di una ragazza che scrive libri, articoli, interventi per altri. No, per niente affatto. Sarebbe un po' pochino anche se, a dire il vero, il racconto di ciò che le accade quotidianamente nello svolgere il suo lavoro è di per se divertente ed interessante. Il suo modo di essere, poi, riesce a dare un senso ad ogni situazione che le capita.
E invece no. C'è anche una storia d'amore (e fin qui ci si poteva arrivare) ma anche un giallo. E questo non l'avrei proprio immagina. E' un evento collaterale al racconto in quanto tale ma lo completa lo rende ancora più interessante.
Mi sono proprio divertita a leggere questo libro non perchè l'autrice sia comica. Non certo per questo. Mi sono ritrovata più e più volte a sorridere per quanto accade a Vani e, soprattutto, per come lei affronta certe situazioni. Davvero una tosta.
Ho molto apprezzato anche la figura del commissario che le si affianca in relazione al giallo di cui sopra. Un personaggio enigmatico, intrigante, affascinante e con il quale Vani si trova in perfetta sintonia.
Alice Basso, autrice che non conoscevo, mi ha piacevolmente stupita e colpita. Non mi capita spesso ma stavolta lo dico senza timori: non vedo l'ora che venga pubblicata qualche altra avventura di Vani. Il finale mi sembra piuttosto aperto e lascia parecchi spiragli per dare il la ad una serie (e se ne ha conferma leggendo qualche pagina oltre la fine, l'intervista che segue). Seguirò questa autrice, senza ombra di dubbio.
Nel leggere la sua intervista, poi, capendo che c'è qualche cosa di autobiografico in questo romanzo, mi è entrata in simpatia tanto quanto Vani.
Consiglio questo libro a chi voglia leggere una storia originale, con un personaggio che lascia il segno, con una scrittura scorrevole, piacevole, intrigante. Insomma... da leggere.
Con questa lettura partecipo alla Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori.
Per la prima tappa si tratta di uno dei libri bonus che sono stati segnalati nel corso della gara.
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