mercoledì 5 febbraio 2014

Tre uomini in barca (J. K. Jerome)

Quando ho chiesto in biblioteca Tre uomini in barca mi sono ritrovata tra le mani un libro che mi ha riportato alla mente una collana che avevo in casa da bambina... Questo titolo, però, mi è sempre mancato. Ricordo Piccole donne, Piccole donne crescono, Piccoli uomini, Il libro cuore, Zanna Bianca... tutti libri della stessa collana... questo però mi mancava. Così, visto che ero alla ricerca di titoli che mi permettessero di partecipare alla gara di lettura Montly Keywords Reading Challenge 2014 e che il titolo era adatto l'ho preso.
Si tratta di un classico scritto nel 1889 che narra le avventure di tre amici, uno dei quali è l'autore - Jerome Klapka Jerome - che decidono di vivere un'avventura in barca, risalendo il Tamigi. La narrazione è alquanto particolare visto che vengono raccontate tante storie in una storia: il viaggio in barca dei tre amici (assieme al cane) si trasforma nell'occasione propizia per raccontare ai lettori moltissimi esilaranti avventure che a volte poco c'entrano con la barca ed il Tamigi.

L'edizione che ho trovato io in biblioteca è un'edizione integrale ed ha un sottotitolo che in altre edizioni si trova anche in copertina (tra parentesi viene indicata la dicitura senza contare il cane ma nell'edizione che ho letto io tale dicitura è solo sulla prima pagina interna, non in copertina).
All'interno, poi, compaiono anche delle illustrazioni - cinque o sei in tutto - che ben rendono alcune delle situazioni più significative che vengono narrate.
Se mi è piaciuto? Bhè, devo dire che è scritto in modo scorrevole e chiaro ed il fatto di essere risalente alla fine dell'ottocento non lo rende pesante o sorpassato come scrittura... L'unico problema è che le continue divagazioni, i continui racconti che spesso non hanno nulla a che fare con la situazione di fondo alla lunga mi hanno un po' annoiata...
Alcune situazioni sono davvero divertenti e strappano un sorriso, tanto sono comiche... ma alla lunga, come lettrice, mi sono un pochino stancata di situazioni di questo tipo... tanto numerose e continue che mi hanno annoiata al punto di farmi saltare qualche pagina pur di arrivare alla fine.

In più passaggi l'autore fornire anche delle precise descrizioni dell'ambiente circostante e riesce quasi a far immaginare quelle acque, quel verde, quelle barche che i tre amici incontrano... ma non posso dire che ciò basti per farmi dire che ho apprezzato appieno la lettura pur avendo sorriso in più di una situazione.

Il libro è piuttosto ingombrante e pesante per cui non è stato agevole portarmelo in giro come sono abituata a fare (quando porto i bimbi in piscina o faccio la fila dal medico, quando vado dalla parrucchiera o dall'estetista uso il tempo che ho per leggere e mi piace avere con me il libro del momento piuttosto che sfogliare riviste di gossip) e pur essendo poco meno di 200 pagine, il fatto che siano dei paginoni (anche la carta è piuttosto spessa e corposa) mi ha dato l'impressione di leggere molto di più...

La copertina è rigida e pesante, è un libro ben rilegato e da nessuna parte è stampato il prezzo. Posso solo dire che si tratta di un'edizione del 1983 con traduzione di Sergio Fossati e pagine un tantino ingiallite.

2 commenti:

  1. Io adoro questo libro. Sull'edizione che ha mio fratello (e che io ogni tanto mi faccio dare per rileggerlo) c'è scritto come sottotitolo "per tacer del cane".
    E' vero che ci sono parecchie divagazioni sul paesaggio inglese e sulla storia e che la comicità è un pò ripetitiva a lungo andare, però a me piace tanto ed unodei pochi libri che mi hanno visto ridere (proprio ridere, non solo sorridere) ad alta voce mentre lo leggevo.

    Piuttosto c'è l'altro romanzo di Jerome K. Jerome, Tre uomini a zonzo, che è meno esilarante e più lento, con più divgazioni. Quello in effetti mi ha fatto sorridere, ma non ridere. Se a te questo qui non è piaciuto più di tanto allora quell'altro te lo sconsiglio.

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    1. ...diciamo che nelle ultime pagine non vedevo l'ora di finire... però tutto sommato l'ho letto con piacere... è bello andare alla (ri)scoperta di vecchi libri... spesso si corre dietro alle nuove uscite e si trascura quanto di positivo c'è nella letteratura più classica o, comunque, non più pubblicizzata... frequentare biblioteche è bello anche per questo. Ps. quella dello zio che appendeva il quadro è fantastica!!!!

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