Chissà cosa farei se incontrassi
Christian Grey? Me lo sono chiesta al termine della lettura del libro
“Cinquanta sfumature di grigio” tentando di mettermi nei panni di Anastasia,
spogliandomi per un momento della mia veste di moglie e madre per cercare di
immedesimarmi in una ragazza un po’ imbranata, alle soglie della laurea, senza
storie importanti alle spalle tanto da essere ancora vergine. Ci ho provato ma
mi sono persa nelle more dell’assurdità di una situazione che solo nei romanzi
credo possa verificarsi.
Sforzandomi di immaginare che
potesse realmente accadere una situazione tanto assurda, mi sono detta che
probabilmente avrei fatto tutto quello che ha fatto lei e sarei giunta alla sua
stessa identica conclusione.
Ma andiamo per ordine.

Il libro “
Cinquanta sfumature di
grigio” è arrivato tra le mie mani per via di un prestito da parte di un’amica
che mi aveva incuriosita con il suo lapidario commento. Quando, sul finire
dell’estate, l’avevo vista sotto l’ombrellone con questo libro in mano e da brava
curiosa in fatto di libri le ho chiesto “Com’è?”, mi sono sentita rispondere:
“Esagerato, ma incuriosisce fino alla fine”.
Un commento che sulle prime non ho
collegato a nessun tipo di trama visto che non sapevo – credetemi - che tipo di libro fosse. Quando i libri
vengono eccessivamente pubblicizzati me ne tengo alla larga per via della
convinzione che a tanta fama improvvisa corrisponda una campagna pubblicitaria
con i fiocchi. Così, tenendomi alla larga da quel libro che avevo visto
impilato in modo massiccio in libreria assieme agli altri due scritti di
seguito, avevo evitato di leggere recensioni, commenti o accenni alla trama.
Quando la mia amica me l’ha dato
in prestito nel leggere l’ultima di copertina sono rimasta interdetta e
piacevolmente sorpresa: “Quello che ogni donna vuole. Ovviamente”, è stato il
commento che più mi ha colpita. “Wow… ho pensato… che sarà mai!”. E mi sono
data alla lettura spinta dalla curiosità che mi guida spesso nella scelta dei
libri.
Credo che la trama sia nota ai
più, oramai (forse ero io l’unica a non sapere di che libro si trattasse):
Anastasia è una ragazza alle soglie della laurea, si considera una ragazza
nella media senza nulla di speciale, non ha una grossa autostima. Anastasia
(Ana) incontra Christian: un gran pezzo di ragazzo, bello bellissimo, ricco
ricchissimo, fico fichissimo. Ne subisce immediatamente il fascino e si ritrova
ad assecondare le sue abitudini sessuali senza dubbio fuori dai canoni
tradizionali.
Christian è magnetico ma strano,
dall’umore scostante, misterioso, con una storia torbida alle spalle, poco
disposto a parlare di se, piuttosto calcolatore e maniaco del controllo. Un
Dominatore con la D maiuscola sul fronte sessuale, in cerca di una Sottomessa,
non di una donna da amare. Ed è qui che Anastasia si trova a fare i conti con
una realtà a lei sconosciuta. Vuoi per la sua inesperienza, vuoi per la sua femminilità
appena scoperta grazie a Christian, Ana si trova a vivere intense emozioni che
rientrano nei canoni del sesso declinato al maschile. Christian non vuole
soddisfare solo se stesso, non è questo il punto. Vuole soddisfare anche lei ma
a modo suo, facendole conoscere il lato dolce del dolore, inducendola a
diventare la sua Sottomessa, chiedendole di essere a sua disposizione ogni volta
che lui ne avesse voglia e pronta a dire di si ad ogni sua volontà tanto da
accettare punizioni corporali nel caso in cui infrangesse delle precise regole.
Lui il Dominatore lei la Sottomessa solo a determinate condizioni, però, tanto
da proporle la firma di un contratto vero e proprio, con clausole da discutere
e sottoscrivere, con delle parole da usare per “salvarsi” nei casi più estremi:
perché lui vuole tutto questo solo se anche lei lo vuole. Christian mira ad
indurre Anastasia a chiedergli di sottometterla, ad essere lei a chiedere il
dolore come mezzo per arrivare al piacere. Non vuole farle del male: cerca
anche di proteggerla da se stesso ma le fa presto capire che se accetta le sue
condizioni, se sta al suo gioco, poi non potrà tornare indietro. Non vuole
qualcuno da amare ma da sottomettere.
Questo è quanto.
Ebbene… Qualche cosa mi è
piaciuto (poco), qualche cosa no (molto).
Mi è piaciuto il fatto che,
comunque, da lettrice sono stata indotta a leggere fino all’ultima pagina per
cercare di capire dove si volesse arrivare…
Non mi sono piaciute le tante
esagerazioni che ho trovato ed anche le continue ripetizioni che, in alcuni
punti, mi hanno irritata. Lo stile di scrittura è piuttosto semplice e lineare,
mai volgare anche nelle descrizioni di situazioni erotiche del tutto
particolari. Questo devo riconoscerlo all’autrice: a differenza di altri libri
in cui si è scaduti nell’eccessiva volgarità, in questo caso si usa un
linguaggio minuzioso nelle descrizioni ma non volgare. Mai. E l’ho apprezzato.
Non ho apprezzato, però, il
messaggio che passa anche se, con il finale, la donna riconquista un minimo di
dignità.
Ho trovato parecchie ripetizioni che mi hanno innervosita un bel po'.
Espressioni usate spesso in parti diverse del libro – l’abuso di verbi come
“grugnire”, o “gemere” o situazioni continuamente ripetute come “alzare gli occhi al cielo”- e questa cosa mi
ha un tantino indispettita. Non solo l'uso ripetuto più e più volte delle
stesse parole, ma anche delle stesse espressioni mi ha dato l'idea della
necessità di forzare la mano nei confronti del lettore.
Le descrizioni delle situazioni
erotiche sono scelte ad arte: minuziose e con l’evidente intento di
“riscaldare” chi fosse alla lettura, se non altro a livello di fantasia ma,
secondo me, con notevoli esagerazioni che rendono il tutto piuttosto
inverosimile.
E poi lei, Anastasia, nel giro di
un paio di settimane passa dallo status di verginella impenitente ed amante
focosa e pronta a tutto per un uomo che non la ama ma vuole farne la sua
sottomessa. Un'esagerazione secondo me... Anche se, credo, quando scoppia la passione si
perde la testa completamente e si rischia di fare cose che, a mente più lucida,
non si farebbero mai. Per questo mi sono detta che, probabilmente, se fossi
stata anche io in quella stessa situazione mi sarei lasciata travolgere allo
stesso modo, almeno all’inizio e con i dovuti limiti.
Lui cerca di fare qualche passo
avanti per andare incontro ad Anastasia, a modo suo inizia pure ad amarla anche
se non riesce a dare un nome a ciò che prova, non riesce ad andare oltre quelle
che sono le sue abitudini e necessità. Però, lasciatemelo dire, l’autrice l’ho
ha descritto come un robot del sesso che, sinceramente, mi è sembrato molto
esagerato. Un adone, super dotato, che non ha nulla a che fare con la
tenerezza, con la giocosità di un rapporto a due. O meglio, ha un modo di
intendere “la giocosità” del tutto particolare tanto da allestire nella sua
suntuosa casa una “Stanza dei giochi” con frustini, manette e roba del genere.
Probabilmente il successo del
libro - quello che viene misurato con il numero di copie vendute e con la
permanenza nei primi posti in classifica in fatto di vendite in diverse parti
del mondo - è dovuto proprio alle descrizioni minuziose dei rapporti sessuali
tra i due ma, secondo me, la narrativa erotica è ben altro.
Io non ho apprezzato affatto il messaggio che è passato, quello del corpo di
una donna usato da un uomo come mero strumento di piacere e compiacimento. Non
rientra proprio nei miei canoni di rapporto a due. Così come non ho gradito i
commenti scritti nell'ultima pagina di copertina con "The guardian"
che definisce il libro come "
Quello che ogni donna vuole.
Ovviamente". Probabilmente io non rientro nei canoni delle donne che fanno
testo per "The guardian": io non ci tengo proprio a farmi ammanettare
ad un letto e farmi sculacciare da un Dominatore che non è capace di amare ma
solo di sottomettere. O – se vogliamo – che è capace di amare solo nella misura
in cui una donna si sottomette a lui. Sono d'accordo sulla necessità di trovare
una buona intesa sessuale ma non sono d'accordo per niente con il messaggio che
passa dalle pagine di questo libro. Quando ho iniziato a proiettarmi verso il
finale ho immaginato che l'amore potesse prevalere su tutto ma non è andata
come avrei voluto. Credo che la storia sia finita nell'unico modo possibile.
Nell’unico modo capace di restituire dignità ad una donna che, accecata da un
sentimento travolgente, ha creduto di poter provare
piacere nel dolore e
nell’umiliazione imposta dagli ordini del suo Dominatore.
Nonostante tutto, non è un
libro che si fa fatica a leggere. Non lo si lascia a metà (con altri mi è
capitato) seppur nella consapevolezza dei suoi limiti. Alcune situazioni
restano in sospeso – e questo mi è dispiaciuto… avrei voluto sapere cosa è
accaduto a Christian nella sua infanzia, tanto da segnarlo così profonamente –
ed anche questo mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca.
Chissà se nei successivi si
continuerà a descrivere gli incontri sessuali dei due senza dare una svolta
alla storia? Perché, se così fosse, sarebbe davvero una gran noia...
Ho letto questo libro in una
settimana: le descrizioni dei momenti intimi tra i due non mi hanno ne’
scandalizzata ne’ disturbata. Ma di certo non mi hanno vista alle prese con la
lettura con la classica “bava alla bocca”, tanto per rendere l’idea. Da donna
devo dire che Anastasia mi ha fatto anche un po’ tenerezza perché posso capire
cosa voglia dire essere travolti da un sentimento così intenso, da
un’attrazione fisica così irresistibile, al punto da perdere il controllo anche
nei momenti più impensabili. Però in alcuni momenti mi è sembrata ridicola non
per colpa sua ma di un’autrice che ha davvero tirato la corda fino all’estremo.
Christian… bhè, alla fin fine se fossi una ragazza come Anastasia mi piacerebbe
incontrarlo. Ma farebbe fatica ad imporsi come Dominatore nei miei confronti,
su questo non ho dubbi. Non mi lascerei mai umiliare in quel modo.
Sono certa che molte altre
lettrici – ed anche lettori, perché no? Chi dice che il genere erotico piaccia
solo alle donne? Io non credo che sia così – hanno già letto questo libro per
cui mi piacerebbe aprire un confronto con chi avesse un’idea diversa dalla mia.
Per questo
Venerdì del libro ho cambiato decisamente genere.
Dimenticavo: è pieno zeppo di
pubblicità… e questo non aiuta affatto a far alzare il mio indice di
gradimento. Tutt’altro. Letteratura erotica? Mha… Credo che la letteratura erotica sia altro. La "letteratura" è altro... C’è di
peggio… ma anche di molto
meglio.