lunedì 4 settembre 2023

È così lieve il tuo bacio sulla fronte. Storia di mio padre Rocco, giudice ucciso dalla mafia (C. Chinnici)

 

Un uomo prima che un uomo di giustizia.

Un marito, un padre, un amico prima che una persona che ha dato la vita per la lotta contro la mafia. 

Questo è ciò che ha voluto trasmettere Caterina Chinnici, figlia di Rocco, ucciso dalla mafia il 29 luglio 1983. 

Una donna che a 30 anni di distanza decide di aprire le porte del suo cuore e della sua memoria raccontando la parte più intima della vita di suo padre (e di riflesso anche la sua e della loro famiglia), quella che non è mai arrivata alla cronaca, sotto i riflettori.

Impegnata anche lei nella lotta contro la mafia, Caterina ha voluto raccontare l’uomo senza dimenticare che il suo impegno ha – volenti o nolenti – influenzato anche la vita personale di suo padre. Perché, che lo si voglia o no, quando ci si mette in prima linea contro la mafia, è soprattutto sul piano personale che si viene colpiti. E la fine di tanti magistrati, uccisi senza pietà per strada, davanti alle loro case, al ristorante, ne è la prova.

Ciò che maggiormente mi ha colpita è stato il peso, inteso come responsabilità, che arriva dal portare quel cognome. Perché è indubbio che l’essere “figlia di…” comporti una responsabilità maggiore dell’essere semplicemente Caterina. Eppure l’autrice fa di questa responsabilità un impegno: non solo e non tanto un impegno in nome del padre ma la voglia di fare con convinzione ciò che lei ritiene giusto e necessario: essere strumento di amministrazione della giustizia.

Ciò che più mi ha fatto riflettere è stata la consapevolezza di Rocco di essere un bersaglio vivente e il suo impegno a fare in modo che questo non si estendesse a chi gli era accanto: non si pensa mai a questo aspetto, davanti a persone impegnate contro la mafia. Non si pensa mai alla paura (perché credo che non si possa negare che, comunque, seppur con coraggio, queste persone affrontano quotidianamente la paura di morire in modo violento) che pure c’è. 

Mi ha molto rattristata la sua storia, che pure conoscevo anche se in modo molto superficiale. Ma mi ha ancor più rattristata il fatto che della morte di Rocco Chinnici – così racconta sua figlia – ci si sia dimenticati in fretta in una città che è ben presto tornata all’indifferenza di sempre. A ben pensare è vero: la cronaca si focalizza su certi fatti in modo quasi morboso nelle immediatezze ma poi, piano piano, tutto sfuma e anche la morte di un uomo che ha lottato contro la mafia non per se’ stesso ma per la comunità vien posta nel dimenticatoio. Dalla cronaca, forse. 

Dal sentire comune che tende ad identificarla come una morte per mafia come tante (purtroppo). Ma non certo nel cuore e nella mente di chi quell’uomo lo ha “vissuto” e perduto. No, nei familiari no. Restano il dolore e la rabbia ma anche la forza di perdonare. 

L’unica capace di permettere di guardare avanti. L'unica che ha permesso a Caterina e alla sua famiglia di guardare avanti.
***
È così lieve il tuo bacio sulla fronte. Storia di mio padre Rocco, giudice ucciso dalla mafia
Caterina Chinnici
Mondadori editore
144 pagine
11.00 euro copertina flessibile, 6.99 Kindle

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