sabato 4 gennaio 2020

Il coltello (Jo Nesbø)

Bello e devastato.

Arrivano per bocca della collega Kaja Solness i termini che cercavo da tempo per descrivere Harry Hole, il protagonista della serie nata dalla geniale penna di Jo Nesbø e avviata con Il pipistrello, giunta alla sua dodicesima tappa con Il coltello, ultimissimo libro della serie.

Bello e devastato.

Bello di una bellezza tutta sua, perchè proprio bello bello, dal punto di vista estetico, Harry non dovrebbe esserlo più di tanto soprattutto dopo i tanti segni che il suo corpo, il suo viso in particolare, presenta. Dal fisico possente, biondo con i capelli dritti in testa, immagino il suo viso solcato da quella cicatrice color fegato che gli segna il volto, dalla bocca all'orecchio e che oramai lo caratterizza rendendolo quasi aggressivo agli occhi di chi non lo conosce. Lo immagino con gli occhi iniettati di sangue quando, sbronzo oggi come allora, si ritrova in casa sua con i vestiti insanguinati, le mani insanguinate senza ricordare nulla di quanto accaduto la sera prima. Non è certo un bel biglietto da visita....

Devastato. Questo riesco ad immaginarlo senza fatica. Harry è un uomo devastato da un passato che lo rincorre continuamente e da un presente più che doloroso. E' un uomo che perde ciò che di più caro ha al mondo e l'unico motivo che gli fa aprire gli occhi al mattino (tanto per cambiare, viene sospeso da qualsiasi tipo di indagine) è la ricerca del  colpevole del delitto che lo ha letteralmente devastato. 

Harry è un uomo devastato dal dubbio, dal sospetto, dalla continua lotta tra il suo io più violento ed istintivo con quello che, secondo il mio parere, invece lo caratterizza. Harry è un uomo buono, dal gran cuore ed anche in una vicenda dolorosa come quella che stavolta si trova ad affrontare lo dimostra.
Parere mio, ovviamente.

Harry è un uomo dalla sensibilità superiore, nella vita così come nello svolgere il suo mestiere. Un mestiere nel quale è insuperabile nonostante tutto, nonostante il Jim Beam che lo corteggia continuamente e il suo alcolismo dichiarato, nonostante i modi alquanto ortodossi di affrontare indagini dalle quali spesso, stavolta più che mai, viene tenuto (senza successo) lontano.

E' devastato su più fronti. L'ho realizzato alla fine del romanzo quando mi sono trovata davanti ad una svolta che mai e poi mai avrei potuto immaginare, ad un colpevole che mai e poi mai avrei (ed anche Harry) voluto che fosse tale!

Non posso dire altro in merito alla trama perchè non voglio togliere il gusto della scoperta - perchè è una storia in cui le scoperte sono continue - al lettore.

Posso dire che Nesbø si conferma abile nel raccontare storie nella storia, nel proporre personaggi a cui il lettore si fidelizza, personaggi che il lettore affezionato riconosce e dei quali, qualora mancassero, sentirebbe la mancanza. Nesbø non lesina in descrizioni e devo dire che stavolta, rispetto a quanto avvenuto in precedenti capitoli della serie, è meno cruento nelle descrizioni ma non meno efficace nell'effetto finale. Da questo punto di vista credo di poter dire che l'autore si sia migliorato nel tempo: non sono necessarie descrizioni cruente fino all'inverosimile per arrivare al cuore del lettore, in senso positivo o negativo che sia. 
E non lo dico solo in riferimento al protagonista, quell'Harry Hole che oramai nel cuore dei lettori di Nesbø ha un posto fisso qualunque cosa faccia... Lo dico in riferimento anche a personaggi secondari che diventano tutti antagonisti importanti. Nessuna storia viene lasciata nelle mani del lettore con superficialità. Nessun personaggio viene raccontato in modo sbiadito.

Forse stavolta ce n'è uno che resta un po' in penombra. 
Almeno secondo il mio parere, la figura di Katrin perde un po' dello smalto che le avevo inizialmente riconosciuto e lo fa per un sacco di motivi: per atteggiamenti, scelte o non scelte, per la scarsa incisività che, sempre per parere personale, ha nell'ultima avventura di Hole. E', da sempre, una sua alleata... stavolta però la sua figura scricchiola un po'... anzi, parecchio!

Sullo sfondo ci sono sempre i paesaggi di una Oslo che non fa sconti. A nessuno.

Forse esagero nel dire che è il libro più bello della serie di Harry Hole ma lo dico comunque, senza ovviamente nulla togliere a tutti gli altri. E' senza dubbio il più ricco: di personaggi, di descrizioni, di dubbi, di emozioni ed anche di verità.

Lo consiglio agli amanti del genere senza ombra di dubbio. A chi non avesse ancora letto nulla di questa serie consiglio di iniziare dal principio per comprendere alcune sottigliezze che l'autore semina, di libro in libro, per meglio mettere a fuoco il personaggio, la sua storia, le sue emozioni.

Un personaggio bello e devastato che è protagonista, stavolta, di una storia bella (per quanto possa essere bello un thriller in cui ci sono violenze e morti... ma mi avete capito!) e devastante. Per Harry ma anche per chi segue le sue avventure.

Ps: devo fare un appunto. Non mi era mai capitato prima con libri Einaudi e, nello specifico, della collana Stile Libero Big ma mi sono imbattuta in diversi errori... poca cosa, a al posto di una e, un plurale al posto di un singolare... poca cosa, ma che io ho notato.
Pignola? 
Magari sì, ma io preferisco definirmi lettrice attenta.
***
Il coltello
Jo Nesbø 
Einaudi Editore
625 pagine
20.00 euro formato cartaceo

3 commenti:

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