domenica 19 gennaio 2020

Enigma in luogo di mare (Fruttero & Lucentini)

Devo ammettere una mia mancanza: Enigma in luogo di mare è il primo libro di Fruttero & Lucentini che ho avuto occasione di leggere. E' una mancanza grave, me ne sono resa conto durante la lettura, così come mi sono resa conto che si tratta dell'ultimo giallo da loro scritto.

I due autori hanno donato nobiltà letteraria ad un genere, il giallo, che spesso sacrifica la ricercatezza stilistica sull'altare della scorrevolezza, della semplicità di lettura.
Lo stile ricercato, in alcuni passaggi anche ridondante, le descrizioni meticolose e particolari, inusuali oserei dire, mi hanno catturata in un ambiente reso alla perfezione con personaggi descritti con ironia e verosimiglianza. 

Siamo in una piccola località non lontana da Grosseto. Nella Pineta della Gualdana, proprietà esclusivamente privata, si ergono 153 villette per lo più nascoste dalla vegetazione ed abitate soprattutto nel periodo estivo da famiglie benestanti che vi si recano per passare le vacanze.
Siamo, però, in un periodo particolare dell'anno visto che mancano pochi giorni a Natale e lo scenario è tutt'altro che estivo. Anzi, le timide luci che arrivano dalle villette - non molte - abitate per l'occasione, sembra che non riescano a riscaldare l'ambiente. Un ambiente in cui convergono diverse storie: storie di noia, di quotidiana sopportazione ma anche storie di lussuria e di ambizione, storie di un successo che sembra oramai verso il tramonto. Proprio tra queste storie vanno ricercate le esistenze più tormentate, quelle che diventeranno protagoniste del mistero che si cela in quella pineta che sembra più lugubre del solito. 

Lo scenario, poi, è tutt'altro che festivo visto che il ritrovamento di un cadavere di un uomo e la scomparsa di due coniugi, tutti e tre temporaneamente resistenti nella Gualdana, rendono la situazione piuttosto particolare. 

Quella che descrivono gli autori è una normalità forzata, di quelle che si vengono a creare quando più persone si trovano a convivere - seppur ognuna nelle proprie abitazioni - in un ambiente circoscritto. Le chiacchiere passano da bocca in bocca, le apparenze fanno fatica ad essere salvate, le difficoltà quotidiane vengono, in un modo o nell'altro, esasperate. Perchè, se è vero come è vero, che la pineta offre un posto lontano dal mondo, una quiete estrema ed una immobilità che si avvicina all'irrealità, è anche vero che questo mette ognuno davanti alle proprie fragilità, alle proprie debolezze, alle proprie manie. E se ci scappa un morto, o forse tre, la situazione si complica.

Ciò che mi ha maggiormente colpita è lo stile che, secondo il mio parere, predomina sulla storia, sugli indizi, sulle indagini portate avanti in modo più o meno ufficiale.

Mi ha poi colpita quel senso di normalità che traspare dal racconto, anche quando il rinvenimento di un cadavere dovrebbe smuovere un po' gli animi: le varie situazioni si dipanano con normalità estrema, come se nulla fosse successo e, soprattutto, senza che nessun sospetto si alimenti a danno di qualcuno degli abitanti della Gualdana. Il cadavere c'è, è vero, i due scomprasi sono scomparsi, anche questo è vero, ma si può forse cambiare l'equilibro di un tranquillo e borghese angolo di mondo per tutto questo? E' come se nessuno si scomponga più di tanti nei giorni che seguono al ritrovamento fino alla soluzione del caso. E' un luogo riservato per sua natura, la Gualdana, e sembra che tutti intendano mantenere questa riservatezza anche davanti alla morte, all'omicidio, alla scomparsa.

Altra cosa che mi ha colpita, il fatto che fino a metà - più o meno - non ci sia l'ombra di un mistero. La prima parte del libro è riservata a tracciare i caratteri dei vari personaggi e lanciare qualche indizio su chi potrebbe fare cosa. Delle piccole esche... così le ho considerate.

Tra i personaggi, alcuni mi hanno maggiormente colpita.

La prima è Katia. Una ragazza a cui non sono stata capace di attribuire un'età che si ritrova nella Gualdana in cerca di successo, al seguito di un personaggio attempato che potrebbe farla conoscere a personaggi importanti ed al quale si concede considerando ciò come una sorta di biglietto da pagare per un futuro di successo. Una ragazza senza troppi scrupoli, dal bel caratterino e capace di prendere al volo le occasioni che le si presentano, senza dare troppo importanza al contorno

E poi la signora Zeme: una donna sempre sull'orlo di una crisi di nervi, depressa, in balìa delle medicine e capace di alternare momenti di insopportabile sovraeccitazione a momenti di silenzio altrettanto insopportabile. Dev'essere davvero difficile stare accanto ad una persona così.

Tra i personaggi maschili, su tutti domina Monforti: un depresso dichiarato che ospita nel suo appartamento sua sorella e suo cognato (che non vede l'ora di andarsene via verso altri lidi) e che con fare discreto dimostrerà, prima di tutti a se stesso, di non essere poi così depresso. Piuttosto pessimista, diciamo così, ma non proprio depresso come ha sempre creduto.

Ammetto che la lettura è proceduta più lentamente del previsto, in alcuni punti mi sono anche persa tra i vari ragionamenti ma poi, nel finale, è stato interessante capire come gli autori abbiano portato il lettore a svelare l'arcano... in modo piuttosto diretto, a dire il vero. Ma non dico altro per non togliere il gusto della lettura a chi questa storia ancora non la conoscesse.

E' un libro che suggerisco a chi volesse leggere un giallo di classe, stilisticamente diverso dai gialli a cui il lettore medio (io mi ritengo tale) è abituato. Lo consiglio ai lettori più esigenti, più raffinati ma anche a chi volesse togliersi una curiosità e toccare con mano la differenza. Chissà che non ne resti poi affascinato?

Io ho letto un'edizione che mi è piaciuta molto, appartenente alla collana Le stade del giallo de La biblioteca di Repubblica. 
***
Enigma in luogo di mare
Fruttero & Lucentini
Mondadori editore per La biblioteca di Repubblica
pag. 373
5.90 euro + il prezzo del quotidiano

Nessun commento:

Posta un commento