Chi mi segue e conosce il mio blog sa che alla base dei post in cui parlo di libri è l'amore per la lettura.
Nessun'altra velleità se non quella di dire a voce alta ciò che un libro mi trasmette o non mi trasmette.
Non scrivo recensioni per mestiere, nessuno mi paga per farlo.
Scrivo da lettrice.
E come tale mi capita di amare un libro oppure odiarlo, di dimenticarlo dopo pochi giorni o di ricordarlo per sempre.
Ogni lettore, credo, quando finisce di leggere un libro, dopo aver letto l'ultima riga, si ritrova a dire: "... che peccato che sia finito!", "...davvero bello", "... che delusione!", "...pensavo meglio...", "...ho perso tempo a leggere un libro così", "...credo che lo rileggerò".
Capita di leggere libri che piacciono ed altri che non piacciono.
Libri rispetto ai quali ci si sente particolarmente predisposti ed altri nei confronti dei quali non si prova alcun feeling.
Capita.
Un lettore lo sa.
E ogni volta che sceglie una lettura piuttosto che un'altra sa di andare incontro all'ignoto... ed il bello è anche questo, credo... Andare alla scoperta di una storia che potrà essere indimenticabile ma anche inconsistente.
Il lettore sa che può andare incontro a tutto ciò soprattutto perchè il rapporto che si ha con un libro è soggettivo.
Non basta che qualcuno ci consigli caldamente una lettura per farcela piacere così come può darsi che recensioni negative di altri lettori non trovino alcun riscontro nelle sensazioni che invece, a noi, un libro provoca.
Allo stesso modo, però, credo ogni autore debba saper che ci può essere chi adora il suo libro e chi, invece, non riesce a finire di leggerlo. Può esserci chi si rivede nei personaggi e chi, invece, non riesce proprio a trovare coerente la storia. Ci può stare. E un autore dovrebbe saperlo.
Ci possono stare recensioni positive ma anche negative.
A me è capitato di scriverne, di recensioni negative, cercando sempre di essere oggettiva e, soprattutto, precisando ogni volta che si tratta di valutazioni ed opinioni di carattere personale che non vogliono certo essere un giudizio universale ma un pensiero soggettivo punto e basta.
Il pensiero di una lettrice. Punto.
Mi è capitato anche in occasione di un libro di Lucia Forani, una scrittrice emergente, che a distanza di tempo da quella recensione mi ha contattata via mail per esprimere una critica alla mia critica. Il libro si intitola La vita a passi di musica, recensito nel mese di gennaio dell'anno scorso.
Non ho alcuna difficoltà a pubblicare ciò che mi ha scritto. Magari potremmo aprire un dibattito... al quale lei stessa potrebbe partecipare visto che su ogni post si può lasciare un commento senza problemi, non ho inserito la moderazione dei commenti per cui chiunque può dire ciò che crede.
Sabato 21 novembre
Salve
mia cara Stefania o, dovrei dire, Sibilla Aleramo? Sono proprio io, la
tua amata- odiata futura " amica di penna " Lucia Forani! Ammetti almeno
che con le battute ci so fare! Non mi sono mai accorta della tua
recensione fino a qualche giorno fa, quando il mio compagno mi ha fatto
presente, suo malgrado, che una " ventennale scrittrice di libri" aveva
recensito il mio romanzo d' esordio. Dapprima non avevo dato peso alle
tue parole ma, rileggendo per la seconda volta, mi sono resa conto che
la tua professione non è mai stata quella di recensire libri bensì
quella di sputare fango sulla gente. Premesso che anche io credo
fermamente che le critiche aiutino a migliorare, devo, purtroppo,
cambiare linea di pensiero quando qualcuno decide di colpire la
sensibilità di un individuo, introducendo nei suoi commenti frasi del
tipo " non vedevo l' ora di liberarmene" e come questa altre ancora. È
davvero una caduta di stile per una che si professa giornalista di
professione!!!!!!!!!!!!!!! Mi piacerebbe anche ribattere su alcuni punti
che tu stessa hai sottolineato. Cominciamo:
- hai affermato che il libro è di 80 pag circa quando, invece, ne contiene 88, dimostrazione della tua poca attenzione.
-
i personaggi sono approfonditi dal lato umano e psicologico; rivediti
la presentazione di Anna, l' accadimento spiacevole della sua infanzia,
il rapporto con la signora della casa colonica e poi il legame
indissolubile tra Filippo e suo nonno e tra questi due e la musica, che
superficialità!
- i dialoghi sono volutamente anacronistici perché volevo dare il senso di un amore d' altri tempi.
- se non riesci a seguire i periodi lunghi, francamente, credo che siano problemi tuoi.
-
il fatto che in un periodo ci fossero due volte il due punti potrebbe
essere un refuso, anche se non disdegno affatto il loro plurimo uso in
un dato periodo. Lo stesso grande Pirandello ne fa largo uso: vai a
leggere il xv capitolo intitolato " Io e l' ombra mia " , seconda
facciata in fondo de" Il fu Mattia Pascal " e ti renderai conto che, non
solo inserisce più volte il punto e virgola ma anche il due punti in
uno stesso periodo.
-
non hai elencato gli elementi che fanno perdere il lettore,
dimostrazione che hai buttato là una dichiarazione senza sapere perché.
-
il libro deve, per forza di cose, avere tante parti di testi di canzoni
perché deve dare il senso della continuità della vita affiancata sempre
da un motivo musicale, altrimenti perché chiamare il libro " La vita a
passi di musica" ?
Come vedi ho dato risposte più che
plausibili ai tuoi battibecchi; quando si recensisce un libro ci si
dovrebbe soffermare a pensare alle offese che potrebbero scatenarsi se
si va a colpire l' individuo nella sua intimità e sensibilità, parole
queste che sono di un mondo nel quale, forse, tu non sei entrata mai:
quello della sensibilità sopraelevata ed eletta dell' artista vero.
Dalla parte opposta c' è il vostro di mondo, contaminato e, quindi,
condannato perennemente da un sentimento che non mi è mai appartenuto,
l' invidia.
In bocca al lupo!
Lucia Forani
Domenica 22 novembre
Ciao cara Stefania, sono Lucia Forani, ieri mi sono dimenticata di dirti
una cosa, ma non meno importante delle altre, anzi, oserei dire, la più
cruciale di tutte: se hai un briciolo di coraggio e buon senso, così
come hai pubblicato le tue critiche sul mio libro nel tuo blog,
dovresti, a maggior ragione e per parità di diritto, pubblicare anche la
mia contropartita. Se non dai agli altri,come a me, la possibilità di
un riscatto, dimostreresti, ancor di più, la tua bassezza e meschinità
perché è semplicissimo criticare e scegliere di far vedere alla gente
solo ciò che ci è più conveniente, sminuendo gli altri. Se non sei così
vigliacca come credo, pubblica le mie risposte alle tue critiche!
Vorrei solo precisare che
quando un lettore è deluso credo che abbia tutto il diritto di
esprimere le sue sensazioni alla stessa stregua di quando è entusiasta e
più che soddisfatto di ciò che ha letto.
Sono stata descritta come una che sputa fango sulla gente, persona poco attenta (si, questo è vero... ho sbagliato ad indicare il numero delle pagine), una che offende la sensibilità altrui, che alimenta battibecchi, invidiosa, meschina, vigliacca...
Non mi offendo. Ma non credo affatto di essere come sono stata descritta, nemmeno in piccola parte.
Posso comprendere la delusione di un autore che si sente criticato.
Sento di essere una lettrice onesta, però.
E se questo non piace... non posso farci niente.