Se fossi abituata ad etichettare libri catalogandoli
nell'uno o nell'altro genere Tutto quello che siamo di Federica Bosco
credo proprio che sarebbe uno young adult.
Tematiche importanti toccate parlando della vita di giovani
(la protagonista ha 19 anni) che non sono ancora alti ma che non possono essere
certo considerate adolescenti.
Situazioni attuali (Whatsapp, videochiamate, chat,
smartphone) vissute da ragazzi di oggi che presentano caratteristiche molto
comuni di questi tempi.
Emozioni che non passano mai di moda.
Si tratta del primo libro in assoluto che leggo di questa
autrice e ammetto che la storia parte un po' lenta. Mi è capitato di
sbadigliare un paio di volte ai primi capitoli e, di solito, non è buon segno.
Invece devo ammettere che la prima impressione è stata del
tutto fuorviante. Andando avanti nella lettura sono arriva a divorare
letteralmente le pagine per cercare di capire che fine facessero i personaggi.
Eh sì, parlo al plurale, perché anche se la protagonista è Marina, la storia
ruota attorno a tanti personaggi, ognuno con le sue caratteristiche, con i suoi
segreti, le sue fragilità.
Marina è orfana di madre, vive con suo padre (un uomo sempre
pronto ad autocelebrarsi, spesso violento e poco attento a chi gli sta
attorno), suo fratello Filippo (un bambino cresciuto con lei, visto he era
piccolissimo quando la mamma è morta) e con la sua matrigna che merita appieno
il significato dispregiativo di questo termine.
Marina è la figlia sbagliata, quella che non sarà mai
capace di fare niente, quella che non ha carattere. Così è cresciuta, con
queste convinzioni che le sono state inculcate a livello familiare da un padre
che è sempre pronto a fare confronti con i figli degli altri ed una madre
arrendevole, incapace di difendere i suoi figli così come se stessa.
Tu pensi di non meritarti di essere amata per quello che sei perchè credi di essere sbagliata dentro, di conseguenza tutti quelli che si innamorano di te devono essere sbagliati anche loro. Per questo vai solo a cercare storie con chi ti rifiuta, che non fanno altro che confermare il tuo sentirti sbagliata.
La Bosco narra tante storie, non solo una.
Narra la storia di Marina che si affeziona sempre tanto alla
prima persona che le dimostra affetto per poi essere puntualmente delusa.
Narra la storia di Dario, un figlio di papà sempre scontento
ma incapace di venire fuori dalle sottane della mamma, anche se la consiglia
despota assoluta.
Narra la storia di una famiglia che si regge su equilibri
molto delicati, pronti a spezzarsi.
Narra la storia di Christo, uno studente brasiliano che fa
perdere la testa a Marina fino ad indurla a mettere sotto i piedi la sua
dignità.
Narra la storia di Nic. Un ragazzo misterioso che dice poco
della sua vita ma che arriverà a sconvolgere - in un modo o nell'altro - quella
degli altri. Forse un po' troppo principe azzurro per essere vero.
Sono tante storie in una, raccontate con terminologia a
volte scurrile, propria dei giovani di oggi. Probabilmente efficace proprio per
questo. Esclamazioni, affermazioni ripetute, slang... danno alla narrazione
quel certo non so che di vero che rende le situazioni a loro volta reali.
Marina è una ragazza che soffre. Soffre da sempre. Da prima
ancora della morte della madre, da quando vedeva quella donna schiaffeggiata e
picchiata da suo padre, sorte che poi di tanto in tanto è spettata a lei.
Soffre per non aver ancora capito quale possa essere il suo ruolo nel mondo.
Soffre per un fratellino che non vuole lasciare mai e poi mai ma che, comunque,
non è suo figlio. Soffre per i continui abbandoni che sembrano segnare la sua
giovane vita.
E' una ragazza che, nonostante tutto, riesce a prendere la
vita con ironia ma che, non posso non dirlo, mi ha dato sui nervi per la sua
passività in parecchie situazioni.
Il finale? Mmmm no, non posso proprio. Ci ho visto un
pizzico di magia che non so se si riuscirebbe ad avere nella vita vera.
Con questa lettura partecipo alla terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori. Si tratta dell'ultimo dei libri bonus proposti per questa tappa.
Ciao Stefania, devo ammettere che m'è piaciuta più la tua recensione che il libro stesso.
RispondiEliminaIo ho avuto la sensazione di tante tematiche (troppe) "buttate" dentro una via l'altra.
Ed inoltre che gli argomenti triti e ritrito non siano riusciti a prendere il volo per diventare spunti x riflessioni.
Scritto bene, ma scivola via senza lasciare nulla dietro di sè.
Credo che per me questo sia, in tutto il 2016, il secondo libro che non mi ha lasciato proprio nulla.
E questo lo dico con dispiacere, dato che considero uno scrittore comunque encomiabile per le idee e per la perseveranza del suo progetto libro.
Sono quindi contenta che invece a te abbia dato una sensazione opposta alla mia.
Buona serata Stefania
Ciao, Marina
Ciao Stefania, devo ammettere che m'è piaciuta più la tua recensione che il libro stesso.
RispondiEliminaIo ho avuto la sensazione di tante tematiche (troppe) "buttate" dentro una via l'altra.
Ed inoltre che gli argomenti triti e ritrito non siano riusciti a prendere il volo per diventare spunti x riflessioni.
Scritto bene, ma scivola via senza lasciare nulla dietro di sè.
Credo che per me questo sia, in tutto il 2016, il secondo libro che non mi ha lasciato proprio nulla.
E questo lo dico con dispiacere, dato che considero uno scrittore comunque encomiabile per le idee e per la perseveranza del suo progetto libro.
Sono quindi contenta che invece a te abbia dato una sensazione opposta alla mia.
Buona serata Stefania
Ciao, Marina