Il segreto di Ortelia è il secondo libro di Andrea Vitali che mi capita di leggere. L'altro, a dire il vero, era un audiolibro. Stavolta è un libro classico che, peraltro, si presenta davvero bene con una gradevole copertina ed un piacevole formato.
Diciamo subito che questa lettura mi permette di partecipare alla terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 4: un libro nella cui copertina compaia un cappello.
A dire il vero di cappelli ce ne sono due, in testa a due donne, ma me ne basta uno per l'obiettivo.
Oltre che essermi utile per la gara, la copertina è in linea con la storia: siamo nel 1919 e il parroco di Bellano è intento a celebrare il matrimonio che darà inizio a tutto.
Si tratta del matrimonio tra Amleto e Cirene. Un matrimonio studiato nei dettagli da Amleto che è spinto più dagli affari che non dall'amore per la ragazza: Amleto mira ad ereditare la macelleria di lei e riuscirà nel suo intento.
Amleto, però, oltre alla soddisfazione dal punto di vista commerciale della sua ambizione, non troverà molto di più nel matrimonio, nonostante tutti gli sforzi messi in campo. Ed ecco che dovrà dare sfogo alle sue pulsioni carnali in qualche modo alternativo, come gli suggerisce il fidato medico di famiglia, al di fuori del letto matrimoniale. Troverà un'allegra compagnia e, allo stesso tempo, un equilibrio matrimoniale nel quale rientra anche Ortelia, figlia sua e di Cirene, concepita subito dopo il matrimonio.
Vitali racconta una saga familiare d'altri tempi, usando anche termini d'altri tempi a dire il vero. Dimostra come certe abitudini non abbiano età e come le donne, vere protagoniste di questo libro, sapessero il fatto loro anche allora.
Cirene ed Ortelia sono le due protagoniste principali. Entrambe le figure partono sottotono e ricoprono un ruolo secondario nella parte del libro per poi arrivare alla ribalta nella parte finale. A dire il vero, fino a metà libro mi sono chiesta se il titolo non fosse sbagliato visto che di Ortelia si parlava pochissimo. Poi la svolta con l'assunzione di un ruolo decisivo.
La narrazione del Vitali è scorrevole nonostante l'uso di termini sorpassati che, però, ben rendono le situazioni del momento. Le scene vengono dipinte con i giusti toni e quella copertina d'altri tempi assume un significato ben preciso solo a lettura ultimata.
La trama è piuttosto semplice, in se, ma l'autore riesce a rendere interessante anche il racconto di un pranzo di nozze con tanto di elencazione del menu. I suoi personaggi sono ben descritti, fanno divertire e il libro nel suo complesso è divertente, nell'assurdità della situazione che, però, passa come una situazione che può davvero verificarsi.
Le due donne trovano il giusto riscatto e non solo loro, a dire il vero.
Quel ruolo di secondo piano, di personaggi sbiaditi e di second'ordine viene ribaltato con abilità.
Vitali non è mai volgare anche quando racconta situazioni che ben si presterebbero. Propone una lettura gradevole, leggera, senza troppe pretese.
Libro letto volentieri e che mi fa aggiungere un punto al pallottoliere di questo autore che tornerò a cercare in biblioteca.
Avevo iniziato a leggere un libro di Vitali qualche tempo fa ma lo stile non mi era piaciuto molto e lo avevo messo da parte. Ritenterò con questo titolo, che mi pare più promettente!
RispondiEliminaIn effetti è uno stile che deve piacere, particolare. Buona domenica mia cara.
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