Se una bambina di dodici anni si mette in testa di voler cercare risposte ad interrogativi sul senso della vita e della morte, cosa può succedere?
Può nascere un viaggio avventuroso che la porta a conoscere personaggi immaginari, in situazioni surreali, che le danno dei piccoli pezzetti di altrettanto piccole verità da mettere insieme per tentare, se non di avere delle risposte, di arrivare se non altro ad una maggiore serenità.
E' quanto accade a Lea. Rimasta orfana, vive con suo nonno ma è inquieta. Non riesce a trovare attorno a se delle risposte importanti e decide di avventurarsi in un viaggio che la possa portare a soddisfare la sua curiosità. Questo viaggio è raccontato nel libro Il viaggio di Lea, di Guia Risari.
E' un viaggio di fantasia, Lea incontra personaggi molto particolari che le lasceranno qualcosa. Qualcora di importante ai fini della sua missione.
Nel suo viaggio Lea imparerà
Che certa gente si affida totalmente alla fortuna, che per altri non ci sono radici, che il futuro è una lettura, che l'importante è l'armonia dell'insiee, che uccidere non sempre trasforma in mostri, che si può essere felici con poco, che la leggerezza cambia la vita, che certe regole sono assurde, che rubare non è l'unica soluzione. E poi, soprattutto, che la fine delle cose dà loro un senso.
Imparerà tutto questo dalle storie dei personaggi che incontrerà e che le lasceranno ognuna un segno, non solo un insegnamento. Lea osserva ciò che accade attorno a lei con occhio attento. Non è certo una bambina superficiale, lei. I dettagli sono importanti. E l'autrice trasmette tale convincimento al lettore quando propone delle descrizioni molto minuziose - soprattutto degli ambienti in cui si svolge la storia - tali da far immaginare visivamente ciò che Lea deve vedere con i suoi occhi.
Una lettura per bambini? Bambini bambini proprio no, direi. Perchè i concetti che vengono affrontati sono per ragazzini che iniziano a seguire il senso di certi ragionamenti. Per bambini troppo piccoli sarebbe una storia di fantasia fine a se stessa. Devo ammettere di averlo letto con piacere anche io, che ragazzina non lo sono più da un po', per cui lo consiglio anche a lettori maturi. Ci sono parecchi spunti di riflessione che, letti con la maturità di un lettore adulto, possono far riflettere in modo profondo.
Aperta parentesi.
Un piccolo, unico, appunto all'autrice (non me ne voglia, sono un tantino pignola). In alcuni punti ho storto il naso per l'uso della punteggiatura... Non dico che sia scorretto ma personalmente mi è sembrato stonato. Non voglio certo fare la mestrina, ci mancherebbe.
Davanti a quelle virgole ho storto il naso, per fare un esempio. A mio personale parere l'inciso per sua natura impone una pausa nel discorso per cui le virgole non servono prima dei trattini. Magari, però, mi sbaglio... Oppure:- Ci sono persone, - continuò lui, - che attribuiscono le responsabilità delle loro azioni al temo, alla politica, alle sensazioni, a forze superiori.
- E devo ammettere che sono, o meglio, erano tutti abbastanza felici e soddisfatti di sè. Almeno, mi dico, sono morti contenti -. Esitò. - Ma ce ne sono anche altri (.....)Quei punti dopo il trattino e prima del trattino mi sono sembrati una stonatura.
Chiusa parentesi.
Con questa lettura, che suggerisco per il Venerdì del libro di oggi, partecipao alla terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 1: libro scritto da un'autrice.
Punteggiatura a parte...sembra iinteressante
RispondiEliminaCara Stefania, grazie per la tua bella recensione. Rispondo alla tua perplessità sulla punteggiatura. Ogni casa editrice ha delle norme interne che impongono uno stile: non tanto di punteggiatura "generale", ma di piccole cose come virgolette, trattini e quanto ti ha tanto colpita dipende da questo. Ti saluto con ;:,! e? tutti elementi essenziali per il buon umore, Guia
RispondiEliminaTi ringrazio per il chiarimento ;-)
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