
L'ho letto in pochi giorni. Non per via di una lettura frettolosa o poco  attenta ma perché la voglia di capire come si evolvesse la situazione  era tale da indurmi a prendere il libro in mano ogni volta che avevo  qualche attimo libero.
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Il profumo" di 
Patrick Suskind è un libro molto particolare, scritto  in modo chiaro ed efficace, con una dovizia di particolari a volte  maniacale ma tale da permettere al lettore di immedesimarsi nella  situazione.
L'ho avuto in prestito da un'amica che, avendo un senso dell'olfatto  particolarmente pronunciato, mi ha detto di non essere riuscita ad  arrivare alla fine del libro perché in alcuni passi le descrizioni erano  talmente efficaci da darle quasi la nausea, tanto le sembrava di  sentire con il suo naso ciò che tra le pagine veniva descritto.
 
A me non ha fatto lo stesso effetto ma devo dire che in alcuni passaggi  gli scenari che vengono descritti, sempre con dovizia di particolari  olfattivi, sono un tantino disgustosi.
La storia è ambientata nella Francia del 1738 ed il protagonista del  romanzo si chiama 
Jean Baptiste Grenouille. Già al momento della sua  nascita inizia a mostrare il suo essere: nasce in una situazione a dir  poco fuori dalla norma, combatte per vivere e già l'ambiente che lo  circonda lascia in lui una cicatrice profonda, in fatto di odori. Una  cicatrice che resterà viva per sempre.
Sfortunato. Rifiutato dalla società più e più volte per via di una sua  particolare caratteristica: la sua pelle non emana odore. E chi non ha  odore viene considerato dal resto della società una nullità visto che -  così lascia intendere l'autore - si è presi in considerazione in  proporzione a ciò che il nostro profumo riesce a trasmettere.
Nelle more del romanzo l'autore sintetizza tutto il senso della storia  in un passaggio che, tra l'altro, è la citazione più famosa del libro:   "
Gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti  all'orrore e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti.  Ma non potevano sottrarsi ai profumi. Poiché il profumo è fratello del  respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non potevano resistere,  se volevano vivere. E il profumo scendeva in loro, direttamente al cuore  e là distingueva categoricamente la simpatia dal disprezzo, il disgusto  dal piacere, l'amore dall'odio. Colui che dominava gli odori, dominava  il cuore degli uomini".
La vita del piccolo 
Grenouille sarà non solo difficile ma anche fuori da  ogni schema. Il protagonista viene descritto come un bambino prima, un  giovane poi, un uomo alla fine dei suoi giorni che da sempre persegue un  unico obiettivo: quello di catturare il profumo. Catturare ogni  molecola di profumo che arriva alle sue narici. Prima dalle piante poi  dagli esseri inanimati e, alla fine, dagli uomini. Maturando capirà qual  è la sua missione ultima: creare il suo profumo, un profumo capace di  dominare gli uomini al punto tale da condizionare le loro azioni. 
Non è bello, Grenouille. Sembra portare nel suo aspetto i segni della  sua nascita, le conseguenze di quel suo modo di venire alla luce così  particolare e fuori dalla norma. Non è bello nemmeno da ragazzino,  tantomeno da uomo maturo. Lo diventerà agli occhi degli altri grazie ad  un artificio che si dimostrerà in grado di produrre ma la sua fisicità  sarà per tutta la vita il riflesso della sua travagliata vita interiore. 
Non prova alcun sentimento, non ha sensazioni, non prova dolore  tantomeno amore. Quell'amore che si troverà ad idealizzare strada  facendo e che arriverà a manifestarsi nella sua forma estrema.
Il libro si struttura in diverse sezioni. In più punti l'autore si  lascia andare ad una narrazione che cavalca un bel po' i meandri della  fantasia umana. L'isolamento nel cuore di una montagna, la vita lontano  dal mondo, la sua capacità di tornare alla vita e mettere in atto il suo  disegno perverso così come l'epilogo del libro: non mancano tratti  piuttosto marcati con eccessi di fantasia che però non risultano mai  stonati. Più di una volta mi sono dovuta fermare nella lettura per  riflettere su ciò che stavo leggendo e mi sono detta "...
ma dai... è  impossibile pensare una cosa del genere!". Eppure ogni volta sono  tornata a divorare parole dopo parole per capire dove si volesse  arrivare. Cosa davvero potesse realizzare quell'uomo così strano, più  volte paragonato ad una creatura satanica, sottovalutato nella sua  genialità di esperto profumiere e a volte anche ignorato come persona. 
Arriva, però, un giorno, in cui all'orizzonte si prospetta la svolta.  Granouille è paziente. Non brucia le tappe. Si sottomette con umiltà pur  di apprendere tutte le tecniche più consolidate di alta profumeria  perchè deve raggiungere un obiettivo mettendo in pratica ciò che ha  imparato nel tempo.
E per raggiungere tale obiettivo seminerà morte con una leggerezza ed  una indifferenza che portano ad odiare quel personaggio per il tanto  male che diffonde a destra e a manca ma, allo stesso tempo, portano  anche ad avere una gran pena per un essere tanto solo e così fuori dal  mondo.
L'epilogo è piuttosto macabro ma rende alla perfezione l'idea di quello  che era l'obiettivo ultimo che Grenouille intendeva raggiunge: passare  da un soggetto anonimo ad un essere superiore, amato ed idolatrato fino  al punto più estremo, fino alla manifestazione più estrema e più  violenta dell'amore e dell'adorazione umana. O meglio, quasi sovrumana.  Un finale scenografico. Un epilogo inaspettato che arriva per sua  volontà, certo degli effetti del suo gesto. Stanco di essere considerato  un niente, stanco di dover fuggire da quel genere umano che lo ripugna  sempre più e che ha dimostrato di poter dominare  nel momento per lui  più difficile (...non dico di più per non svelare troppo la trama),  sceglie la sua sorte compiendo un gesto estremo che non è immaginabile  nemmeno dal più fantasioso dei lettori.
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Cosa ho apprezzato meno? Alcuni periodi della narrazione piuttosto  lunghi, con incisi che sembravano non finire mai, ed anche qualche  eccesso narrativo che, però, nell'insieme ben ci sta. Il personaggio in  se mi ha fatto storcere il naso più volte... ma anche questo va visto  nel contesto narrativo e non in modo isolato.
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 Cosa ho apprezzato maggiormente? La cura dei dettagli nelle  descrizioni di situazioni e personalità. Il protagonista viene descritto  fin nel suo intimo, la sua personalità emerge come se venisse fuori  fisicamente dal libro. Una personalità che può piacere oppure no ma che,  comunque, viene approfondita e ben resa. 
L'edizione che ho letto io è del 1999, l'ottava edizione. Si tratta di  una traduzione dall'originale tedesco Das Parfum di Giovanna Agabio,  edito da Longanesi & C. La copertina è piuttosto efficace e diversa  da quella inserita dallo staff: viene raffigurato un giovane in stato di  abbandono, come se fosse privo di sensi o in estasi... il tutto su un  fondo nero che ben si addice, secondo me, alla storia.
So che dal libro è stato tratto anche un film ma non posso fare alcun  confronto o valutazione visto che non l'ho visto. E, a dire il vero, se  anche ne avessi l'occazione non lo vedrei.			
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Il profumo
Patrick Suskind
Longanesi & C.