La
 storia alterna picchi di originalità a picchi di una banalità assoluta.
Perché, se in alcuni passaggi mi è sembrata davvero prevedibile in 
altri, soprattutto alla fine, ho trovato delle sorprese che non avrei 
potuto immaginare.
Se avessi deciso di lasciare il libro a metà credo che mi sarei persa il meglio.
Due i piani temporali.
Due le protagoniste.
Due le storie: quella di Opaline e quella di Martha.
La
 prima è una donna vissuta negli anni Venti del Novecento: destinata ad 
un matrimonio combinato per salvare le sorti della propria famiglia, la 
giovane decide che non è quella la vita a cui sente di essere destinata.
 Di sicuro, non aspira a fare la moglie di un uomo che non conosce 
affatto. Decide di scappare e lasciarsi alle spalle quel destino che mai
 avrebbe potuto accettare e trova rifugio in una libreria a Parigi dove 
impara i trucchi del mestiere e diventa libraia. Dovrà andarsene anche 
da lì, però, perché suo fratello la trova e intende riportarla indietro,
 costi quel che costi… scappa a Dublino e trova rifugio in un ambiente a
 lei molto congeniale, quell’ambiente che trasformerà in una libreria 
specializzata in testi antichi e rari.
Ma
 non le basta. Vendere libri non le basta. Si mette sulle tracce di un 
libro della cui esistenza nessuno ha mai avuto conferma: si tratta del 
seguito di Cime tempestose, della sua autrice preferita, Emily Brontë. 
La ricerca non sarà facile, ma nemmeno la sua vita lo sarà perché quello
 che crede di essersi lasciata alle spalle è tutt’altro che lontano.
La
 seconda è una donna dei tempi nostri, vittima di un marito violento da 
cui scappa trovando riparo e lavoro presso Madame Bowden, un’attrice in 
pensione che la assume come governante. Incontra un uomo di cui si 
innamora, Henry, che è alla ricerca di un manoscritto che dovrebbe 
trovarsi in una libreria nei pressi della casa di Madame Bowden ma che 
non si trova. La sua è quasi un’ossessione: da quel ritrovamento dipende
 il suo futuro, ne è certo.  Martha, che, a quanto pare, ha una 
particolare capacità di leggere la vita degli altri, si vede coinvolta 
su più fronti… ma neanche per lei il passato è del tutto sepolto fino a 
che…
Il
 romanzo all’inizio mi è sembrato un po’ spiazzante soprattutto in 
alcuni passaggi che non mi sono sembrati troppo chiari. A libro 
terminato ancora non riesco a capire, tanto per fare un esempio, perché 
Martha abbia nella schiena un misterioso tatuaggio rispetto al quale 
sembra cadere dalle nuvole…
Dalla
 metà del libro ci sono delle tessere che piano piano vanno al loro 
posto. Per chi ama i libri, le storie che li hanno come protagonisti 
sono sempre coinvolgenti e qui si sommano una serie di elementi: la 
condizione femminile di un tempo, il carattere delle donne, la loro 
caparbietà ma anche i danni che i silenzi possono provocare nei rapporti
 tra persone, quanto il passato possa allungare le proprie ombre sul 
presente di ognuno e un pizzico di magia che, forse, è ciò che mi ha 
lasciato maggiormente perplessa. Più dell’atteggiamento di Martha che a 
tratti mi ha fatto innervosire. Più della rabbia che ho provato per la 
sorte di Opaline che resta, a lettura terminata, il personaggio che ho 
amato di più e per il quale ho sofferto maggiormente.
Secondo
 personaggio, in ordine di gradimento, non è stata Martha. No, con lei 
non è scoccata nessuna scintilla… Secondo in ordine di gradimento è 
stata Madame Bowden: personaggio fondamentale nella storia, anch’essa 
avvolta in un alone di mistero e rispetto alla quale restano aperti 
degli interrogativi ma che, comunque, per personalità, modi, tempra mi è
 piaciuto molto.
Non sono riuscita a decifrare Martha. Pazienza.
La
 storia di entrambe le protagoniste ha risvolti che non avrei mai 
immaginato e resta anche uno spiraglio, un’apertura per un possibile 
prosieguo. Questa, almeno, la mia impressione.
Non
 è il libro della vita ma è stata, tutto sommato, una lettura che 
soprattutto andando avanti con le pagine è risultata piacevole e che ho 
fatto bene a non abbandonare dopo la prima perplessità.
***
La libreria nascosta
Evie Woods
pag. 372
Mondadori Editore

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