Valentina Cebeni scrive molto bene e riesce a trasmettere emozioni. L'ho scoperto leggendo La collezionista di meraviglie che mi ha conquistata e ne ho avuto conferma andando a ritroso tra i suoi libri, con L'ultimo battito del cuore.
Scrive bene ed emoziona anche se, lo devo ammettere, con i personaggi di questa storia non mi sono trovata e le emozioni che ho provato sono state diverse da quelle che avrei voluto.
Non ho condiviso le scelte, gli atteggiamenti, il modo di fare della protagonista. Ed anche von gli altri, tranne qualche eccezione, non sono riuscita a trovarmi d'accordo.
Ma è la vita che va così, no? Che ti mette davanti persone diverse da come le vorresti, che fanno scelte diverse (e non necessariamente sbagliate) che non condividi o percorre sentieri differenti da quelli che vorresti indicare loro.
Con Penelope mi sono trovata davanti a tutto ciò, ad una storia diversa da come me l'ero aspettata ma... comunque una storia potente.
Penelope è sopravvissuta ad un incidente stradale nel quale ha perso la vita il suo compagno, Adam. Tutto ruoto attorno al dolore legato ad una così grande perdita. Si sente perduta.
Mi sento esiliata da me stessa. Tutto quello che mi è appartenuto, che ero, è finito contro quel camion.
Questa è Penelope. Così si sente.
Quando viene ospitata a casa di sua sorella Addison, ancora di salvezza in quel periodo così buio, inizia la vera storia. Sì, perché pian piano il lettore comprende un passato che ancora allunga le sue ombre sulla vita delle due sorelle (sorellastre), ma anche un presente fatto di incomprensioni, di sacrifici, di fatica che tocca Addison e suo marito Ryan, costretto su una sedia a rotelle dopo essere stato investito anni prima. Una casa, quella in cui Penelope si trova a vivere, in cui non percepisce alcun calore, nessuna armonia...
Ho odiato l'atteggiamento di Addison anche se, a ben guardare, ho potuto capire il perché di quel modo di fare così autoritario, quella mania del controllo su tutto e tutti, quella fatica di vivere mascherata da sicurezza assoluta.
Non ho condiviso l'atteggiamento di Penelope che, però, non mi sento giudicare: troppo grande la sofferenza che si porta dietro, una sofferenza davanti alla quale ognuno reagisce a modo suo e rispetto alla quel non mi sento di dare giudizi. Mi limito a dire che mi hanno innervosita alcuni suoi atteggiamenti, alcune sue scelte che, pure, sono profondamente umane.
Il personaggio che più mi ha toccato il cuore è stato il piccolo Leonard: un personaggio minore, sempre all'angolo anche nella narrazione così come nella vita. Un bambino che secondo il mio parere porta addosso una sofferenza che avrebbe meritato più spazio in una storia in cui non è affatto secondario. Stretto tra l'apprensione di una madre iperprotettiva ed un patrigno che non sono riuscita bene a comprendere in questo suo ruolo, ho avuto l'impressione che oltre ad essere affetto di mutismo selettivo, come si dice nel racconto, non sia mai stato felice...
E' una storia diversa da ciò che mi ero aspettata ma è ben scritta e, comunque, mi ha trasmesso emozioni e mi ha fatto riflettere su tematiche importanti come l'elaborazione del lutto, la perdita, lo stascico delle scelte dei genitori sulle vite dei figli... per essere stato il libro d'esordio dell'autrice credo di poter dire che sia stata un'ottima prova e leggerò altro di suo.
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L'ultimo battito del cuore
Valentina Cebeni
Giunti Editore
304 pagine
7.90 euro copertina flessible - Kindle Unlimited
altra autrice che vorrei recuperare
RispondiEliminaScrive molto bene... Questo è il libro d'esordio
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