Appena ho finito di leggere il libro Il suo nome è Alex, arrivato tra le mie mani grazie alla collaborazione in corso con Thrillernord, sono 
rimasta per qualche minuto in silenzio, sola con i miei pensieri, per 
cercare la mia chiave di lettura alla storia appena conclusa.
E credo di averla trovata: secondo il mio parere quella di Alex è una storia che si avvicina molto alla favola moderna per via dell’accentuazione di alcune situazioni che, nella normalità, stonerebbero. In una favola no.
E non lo dico in senso dispregiativo.
Ho voluto interpretare la vita di Alex, il suo viaggio dalla nascita 
alla senilità, come una favola da raccontare per trasmettere concetti 
importanti come quelli della solitudine, dell’abbandono, dell’amore, 
della mancanza, della lontananza, della speranza. Concetti molto 
sfruttati nella letteratura moderna ma proposti, in questo caso, in modo
 originale se la mia chiave di lettura è quella giusta.
Tutto ha inizio nel Natale del 1996 quando la mamma 
di Alex muore su un marciapiede, tra l’indifferenza di tutti coloro che 
sono troppo presi dagli ultimi acquisti e dalla frenesia del momento. 
Quella donna protegge fino alla fine, con il suo corpo, suo figlio. Un 
figlio piccolissimo se si considera che più avanti, nel 2026, si dirà 
che Alex ha trent’anni. Lo sottolineo perché si fa molto leva sui 
ricordi del piccolo Alex, ricordi della sua mamma: ma se era in fasce 
come può avere da grande ricordi così nitidi? Questo, almeno, nella vita
 normale. Secondo la mia chiave di lettura, però, tutto è possibile.
E’ possibile che Alex senta su di se quel senso di abbandono che la 
sua vicenda personale gli ha appiccicato addosso e riesca a trasformarlo
 in attenzione per gli altri.
E’ possibile che Alex avverta ancora il calore del corpo di sua madre
 e riesca a trasformarlo in affetto per le persone con le quali entra in
 contatto.
E’ possibile che Alex abbia la sensazione di sentire gli odori che lo
 avvolgevano in quella via, tra le braccia della madre morente e riesca a
 farne viatico per la propria esistenza.
La storia di Alex è una storia di mancanze ma è anche la 
storia di chi riesce trasformare tali mancanze in pienezza per gli altri.
 Riesce a riempire la vita degli altri già da piccolino, all’interno 
dell’orfanotrofio quando, un Natale dopo l’altro, si sente sempre più 
legato ai suoi compagni di sventura. A Luca, il pasticcione, ad Emanuele
 il furbetto del gruppo, a Mattia che è sempre arrabbiato con tutti ma 
anche a Michele, il ragazzino di colore che non riesce a capire cosa ci 
sia di diverso in lui rispetto agli altri. Alex è particolarmente legato
 a Giuseppe: ha l’asma, difende sempre i più deboli pur avendo una gran 
paura solo nel farsi notare. Ed è legato a Sarah: è una ragazzina con la
 maturità di piccola donna, uno spirito allegro e gioioso, sempre pronta
 ad infondere coraggio con il brillio dei suoi occhi.
Il ragazzino riesce a raggiungere il suo equilibrio 
all’interno di quella struttura che considera, a tutti gli effetti, la 
sua famiglia. Ma sarà ancora a Natale, nel Natale del 2006, che arriva 
la notizia che l’orfanotrofio alla fine dell’anno dovrà chiudere i 
battenti.
Sarà quello il momento del distacco, per quei ragazzini, tanto che 
Alex si troverà solo ad affrontare una vita nuova. E una nuova mancanza,
 una nuova assenza: quella di Sarah. Li lega una promessa che, però, non
 sarà facile mantenere.
Da qui il salto verso Alex trentenne: ha trovato una
 sua dimensione ma, se dovessi giudicare la sua esistenza pensando a lui
 come ad una persona in una storia reale dire che non è un giovane 
realizzato, non ha una vita al di fuori della struttura in cui si trova,
 non esce da quelle quattro mura proprio come da bambino non era mai 
uscito dall’orfanotrofio. Non si può vivere così, direi. Come si può 
pensare di non avere mai bisogno di un dottore, non dover frequentare 
una scuola, di non uscire mai da quel cancello, di non dover mai fare un
 documento in un ufficio pubblico, niente di niente? Impensabile!
Ma nella storia fantastica di Alex allora sì che è possibile perché 
tutto ciò rappresenta ancora il retaggio di ciò che il mondo gli ha 
tolto. Tutto ciò che è fuori dalle mura della sua comfort zone gli ha 
tolto sua madre e rappresenta, anche ora che è grande, la sua paura più 
grande.
Da Alex trentenne si fa ancora un salto in avanti e si scopre ancora qualche cosa di lui e che ha ancora il sapore della favola.
Questa è la mia interpretazione della storia che l’autrice ha proposto sintetizzando in poche pagine un ampio arco di tempo.
Letta così ha un senso. Se fossi stata più realista allora, 
probabilmente, il mio giudizio sarebbe stato un altro ma mi va bene 
così.
Ah, dimenticavo, il titolo mi è piaciuto davvero tanto!***
Il suo nome è Alex
Mattia Madonia
Augh! Editore
150 pagine
11 euro
Ciao a tutti, mi chiamo Agure M Natalia Filho, ero consulente matrimoniale, mi esercitavo da 13 anni. Io e mio marito eravamo fidanzati del liceo, l'abbinamento perfetto. Qualche mese fa era in viaggio d'affari e quando è tornata a casa era tutto diverso. Ho fatto del mio meglio per rendere inutile il nostro matrimonio, fortunatamente ho incontrato un amico in un gruppo sociale che mi ha raccontato tutto sulla sua situazione con suo marito e su come il loro matrimonio è stato salvato da un incantatore di nome Dr. Adeleke. L'ho contattata e mi ha dato istruzioni su cosa fare, ed ecco, sono una donna più felice e il mio matrimonio è al meglio. Puoi far funzionare di nuovo quella relazione fallita, puoi riportare la pace in un'amicizia travagliata. I suoi contatti sono, e-mail: aoba5019@gmail.com o whatsapp a: +27740386124
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