Pagine

giovedì 1 settembre 2016

L'unico figlio (A. Holt)

E' il terzo libro della serie di Hanne Wilhelmsen (dell'autrice norvegese Anne Holt) che leggo e devo dire che mi è piaciuto parecchio.
Questa autrice è convincente, sempre di più e continuerò a leggere altro di suo. Mi piace il suo modo di scrivere, mi piace la fluidità dei racconti, di questo in particolare, così come mi piace Hanne. è stata promossa ad ispettore capo, non è più un semplice detective, ma la sua indole non viene meno anche se dovrebbe limitarsi a dare ordini.

Hanne stavolta non ha accanto Håkon Sand, il  politiadjutant che le è stato accanto in precedenza

Si tratta di una figura che esiste nell’ambito della polizia norvegese e: un giurista, superiore di grado ai normali funzionari in forza alla polizia, ma che stavolta non compare nel romanzo se non fosse per un breve passaggio nel quale Hanne mette al corrente il lettore del fatto che Sand ha preso un congedo per un anno per via della nascita di sua figlia. Hanne, stavolta, ha accanto un detective grande e grosso, Billy T., che la aiuta in un'indagine che sembra non portare da nessuna parte: è stata uccisa la direttrice di una casa famiglia e non si riesce a risalire al colpevole. Contestualmente, un ragazzino di 12 anni scappa da quella casa famiglia e scattano le ricerche. Ci sono legami tra le due vicende? Olav, questo è il nome del ragazzino, a qualche cosa a che fare con quel coltello conficcato fino al cuore della direttrice, con una violenza tale da ucciderla?

L'autrice mi ha lasciata incollata alle pagine: architetta una trama che cattura l'attenzione del lettore e lo rende quasi dipendente da quelle righe. L'ho letto tutto d'un fiato e in alcuni momenti ho sentito il bisogno fisico di prendere il libro tra le mani per capire come evolvesse la situazione.

Vengono narrate storie personali di personaggi che si mostrano in tutta la loro fragilità. 
Olav, in particolare, è un ragazzino difficile, con una difficile situazione familiare ed una vita segnata dall'intervento dei servizi sociali che l'hanno confinato in una struttura che non gli piace.
La sua fuga apre una parentesi importante nella storia: mentre lui scappa e fa perdere le sue tracce, le indagini vanno in una direzione ben precisa che, però, a lungo sembra portare ad un vicolo cieco fino a che entrambi - sia Hanne che Billy - sono convinti di aver individuato il colpevole. 
Ma sono due colpevoli diversi quelli a cui sono arrivati. 
Chi avrà ragione? 
Avrà ragione uno dei due, oppure no?

Si assiste a delle continue sorprese, gli investigatori dimostrano di aver intuito qualche cosa che al lettore sfugge ma ben presto si troveranno a scoprire le carte per arrivare al colpevole.

Il finale lascia senza fiato. Un finale inaspettato per come si sono evolute alcune situazioni. Un finale tragico, triste al di là del fatto che sia morta una persona (già di per se piuttosto triste e tragico di suo). Quando ho letto l'ultima parola ammetto di aver  chiuso il libro e di essere rimasta per qualche minuto a pensare. Cosa che fino ad ora non mi era mai capitata.

Il personaggio di Hanne cresce non sono in quanto arriva ad un incarico superiore ma cresce nella mente del lettore che, soprattutto se ha letto (come ho fatto io) i due libri precedenti della stessa serie, ora ha qualche elemento in più per delineare la personalità della donna, i suoi lati deboli e i suoi punti di forza.
Pur avendo come protagonista un personaggio che appare in tutta una serie di libri, L'unico figlio può essere letto anche senza aver letto gli altri due. I legami sono minimi, in particolare per quanto riguarda la figura di Sand e per vicende personali che riguardano Hanna. Per il resto, non è indispensabile aver letto prima gli altri sui pur essendo, però, consigliabile.

Letteralmente divorato, lo consiglio a chi ama il genere. Non vengono proposte descrizioni forti, truculente ma l'autrice riesce a trasmettere benissimo emozioni forti anche senza esagerare con dettagli macabri. Ancora una volta, caratteristica apprezzata.

Con questo libro partecipo alla terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori, per l'obiettivo n. 1: libro scritto da un'autrice. 

3 commenti:

  1. Anche se non amo il genere, questa tua recensione mi incuriosisce parecchio.
    Un abbraccio cara

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' quello della Holt che per ora mi è piaciuto di più ;-)

      Elimina
  2. Questi romanzo mi ispira molto, perché non mi dispiacciono i gialli norvegesi, come avrai capito, e l'autore non la conosco. Inoltre, è il genere di libro che legge volentieri anche mio marito!

    RispondiElimina