Dopo aver letto con piacere Il telefono senza fili di Marco Malvaldi sono tornata alle origini delle storie ambientate al BarLume, con La briscola in cinque. E mi sono divertita ancora una volta con quei vecchietti, il loro modo di parlare... mi hanno davvero fatto pensare a persone che conosco e, seppur con un diletto differente, tengono più o meno gli stessi comportamenti.
Malvaldi in questo primo libro presenta i personaggi, con Massimo in testa, il "barrista", colui che si trova - suo malgrado - alle prese con una indagine che lo vede innanzitutto come persona informata sui fatti visto che è stato lui, su indicazione di un ragazzo, a trovare un cadavere.
E' il cadavere di una giovane, rinvenuto nottetempo in un cassonetto dell'immondizia.
Ha inizio proprio da qui l'avventura che vedrà Massimo impegnato in un'indagine parallela a quella del commissario Fusco. Accanto a lui irrompono le figure di quattro vecchietti che sono davvero uno spasso.
Ampelio Viviani è il nonno di Massimo il barrista, ha 82 anni ed è un ferrovieri in pensione, ex ciclista dilettante; Aldo ha un ristorante poco distante dal BarLume; Gino Rimediotti ha 75 anni ed è un pensionato delle poste mentre Pilade Del Tacca, anni 74, è un ex dipendente comunale.
Sono dei clienti fissi del bar e sono la cassa di risonanza di tutte le chiacchiere del paese. E' questo il filo conduttore delle avventure che Malvaldi inventa attorno a Pineta, località inventata in cui si svolgono dei gialli proposti con dialoghi in rigoroso toscano. Il toscano dei quattro vecchietti, soprattutto, che durante i loro più o meno seri dialoghi non possono certo stare a pensare all'italiano o alla cadenza giusta della parole!
L'indagine: bhè, Massimo dà una grossa mano al commissario che ha dei metodi alquanto discutibili ed un acume ancor più discutibile. Il suo è un aiuto esterno all'indagine ma di fondamentale importanza: grazie al suo intuito, al suo spirito d'osservazione, Fusco verrà messo al corrente di elementi che gli erano sfuggiti e che saranno importantissimi per risolvere il caso.
E' una storia divertente pur avendo a che fare con la morte di una giovane.
E' un giallo che si dipana sotto gli occhi del lettore e, alla fina, sarà proprio il barrista a chiarire al lettore alcuni passaggi che lo hanno indirizzato verso la giusta direzione.
Divertente, ben scritto, i dialoghi in toscano mi fanno davvero risuonare alle orecchie quel modo di parlare che è sempre così simpatico. Di riflesso, i quattro vecchietti non possono che risultare simpatici così come anche Massimo viene proposto in chiave positiva.
I personaggi si ritroveranno anche in altre storie (l'ultima della serie è proprio quella che io ho letto per prima qualche giorno fa, come al solito sbagliando l'ordine di uscita!) e non escludo di leggere altro di questo autore che conferma, come aveva già fatto peraltro, di essere una penna simpatica.
Con questa lettura partecipo alla terza tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori. Si tratta di uno degli ultimi libri bonus proposti.
Nessun commento:
Posta un commento