Ho avuto occasione di partecipare, di recente, ad uno dei vari incontri con autori messi a punto dall'Ambito Sociale XX, nel mio territorio, aventi come tema centrale quello dell'accoglienza. 
Era presente Silvio Cattarina che ha raccontato la 
propria esperienza accanto ai 
ragazzi e alle ragazze della comunità “L’imprevisto”, una comunità che accoglie ragazzi che arrivano da esperienze di tossicodipendenza. 
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L'incontro è stato strutturato più come racconto di esperienze vissute, grazie anche alla presenza di due ragazze ospiti della comunità, che non come mera presentazione di un libro. Non una presentazione classica, insomma, partendo dal libro per arrivare al resto.
Il libro, "Torniamo a casa", in effetti è stato nominato solo in minima parte. Da quel che ho capito si tratta di un racconto di un "pericolante", così si definisce l'autore, e dei suoi ragazzi.
Con Cattarina erano presenti Anastasia ed Alice, rispettivamente 20 e 
21 anni, che hanno avuto la forza di portare la loro testimonianza. 
Nel raccontare il loro percorso 
(da qualche tempo entrambe sono fuori dalla comunità, ospitate nella 
casa di reinserimento che è un passo importante verso il reinserimento 
definitivo nella società) le ragazze hanno raccontato come sono state 
accolte e come si sono trovate ad avere accanto persone pronte ad amarle
 incondizionatamente e ad accettarle per quello che erano, non per 
quello che avevano fatto. Se non ho capito male, di tutto questo si dovrebbe parlare nel libro: di ragazzi e ragazze che hanno commesso degli errori e che sono arrivati alla comunità dove sono stati accolti da persone che li hanno aiutati considerandoli prima di tutto persone.
L'autore ha insistito parecchio, più che sul contenuto del libro, sulla propria testimonianza di fede, mosso dalla certezza di essere stato chiamato a fare 
qualche cosa che arriva da qualcuno di più grande di un semplice uomo. 
Una testimonianza di accoglienza priva di pregiudizi, di amore e di 
impegno accanto ai tanti ragazzi e alle tante ragazze a cui viene 
trasmesso coraggio, autostima, speranza, ai quali viene data l’occasione
 di tornare a vivere appieno la loro vita. Ragazzi che tornano a 
studiare, che si inseriscono nel mondo del lavoro, che si riavvicinano 
alle loro famiglie e tornano a riprendere in mano la loro vita.
Il libro è stato presentato come un percorso ancora aperto e che è destinato a restare 
tale ancora a lungo.
Uscita dall'auditorium non ho avuto la "spinta" giusta a comprare il libro, che pure era in vendita all'esterno. Per il momento non mi attira. Magari se, più avanti, mi verrà voglia di leggerlo (ultimamente ho letto qualche cosa di simile... ne parlerò a breve), non mancherò di esprimere un'opinione più precisa sui contenuti.
Uscita dall'auditorium non ho avuto la "spinta" giusta a comprare il libro, che pure era in vendita all'esterno. Per il momento non mi attira. Magari se, più avanti, mi verrà voglia di leggerlo (ultimamente ho letto qualche cosa di simile... ne parlerò a breve), non mancherò di esprimere un'opinione più precisa sui contenuti.

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