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lunedì 21 novembre 2016

Il mondo fino a 7 (H. G. Sloan)

E' una bambina diversa dalle altre. Non è una ribelle. Non è una disadattata. Non è diversamente abile. Ma è diversa.

Willow - la protagonista del libro Il mondo fino a 7 - è una bambina che ha un quoziente d'intelligenza al di sopra della norma ed è capace di dimostrarlo con estrema semplicità in ogni cosa che fa. A partire dai test che le sottopongono a scuola e che lei completa in pochissimi minuti senza compiere il minimo errore.
Ciò le fa guadagnare l'appellativo di imbrogliona perchè una ragazzina di 12 anni non può essere capace di fare tutto ciò. Può essere solo un'imbrogliona, in quale altro modo si può spiegare tutto questo?
Ed ecco che viene inserita nei casi difficili della scuola, tanto da meritare di andare in terapia.

Ben presto, però, il consulente psicologico a cui la scuola la affida si rende conto che Willow non rientra in nessuna delle categorie fino ad ora da lui inventate per classificare i casi con cui ha a che fare. 
Non è disadattata
Non è un lupo solitario
Non è una fulminata
Non è una sciroccata
E' semplicemente un genio. Punto.
Questa è la conclusione a cui arriva il consulente che, con lei, non riesce ad essere distaccato come avviene con gli altri casi strani della scuola. 
Questa ragazzina lo cattura non solo come psicologo ma come persona, a livello umano. Si rende conto che è un genio, fa cose che solo una persona appartenente a tale categoria potrebbe saper fare.

Eppure per lei è tutto così normale. Sono normali le considerazioni che è in grado di fare. Sono normali e naturali le risposte che riesce a dare ai quesiti che le vengono sottoposti. E' normale il suo essere diversa. 
Eh si, sa di essere diversa. 
Lei stessa lo dice nelle prime pagine del libro. E' diversa perchè è adottata, è figlia unica, ha una passione per la medicina, ama il numero 7, è vegetariana ed ama la natura. Per tutto questo si considera diversa dagli altri. E non si considera affatto un genio. 
Non ha mai avuto amici e il mondo in cui vive è un mondo diverso da quello comune. Lei ama coltivare piante e il suo abbigliamento preferito è la divisa da giardiniere. E' questo l'abbigliamento che più la rappresenta ed è in questo modo che si veste il primo giorno di scuola... 

Il libro si apre con un evento tragico poi l'autrice fa un passo indietro, prima di arrivare a quel momento e riprendere con la sua storia. In questo modo comunica al lettore chi è Willow Prima... e chi è Dopo.

Sono due periodi di riferimento molto importanti, il Prima ed il Dopo perchè molto cambia per lei. 
Il Dopo è un periodo oscuro, che rischia di ridurla all'apatia più assoluta se non fosse per l'arrivo nella sua vita di alcune persone che, in modo dirompente, si prenderanno a cuore la sua sorte.

Ecco, dunque, che qualche cosa cambia nei suoi equilibri con l'amicizia che irrompe nel suo quotidiano. Un'amicizia al plurale, a dire il vero, che si rivelerà preziosa. Conosce delle persone che , nel proprio modo di essere, sono tutte un pesce fuor d'acqua quanto lei. Non è l'unica diversa, dunque.  E sono personalità capaci di intendersi e completarsi.

Si tratta di una storia di fantasia - certi meccanismi, nel reale, non scattano (credo) così come viene raccontato nel libro soprattutto quando si tratta di servizi sociali, di affido annessi e connessi - ma è comunque una storia positiva che mi ha emozionata e mi anche fatto sorridere.

Mi è piaciuto il carattere di questa ragazzina che ha una spiccata sensibilità per l'ambiente, per la natura ma anche una particolare attrazione per le malattie del genere umano, tanto da dare anche dei preziosi consigli a persone che stanno al contatto con lei.
Mi è piaciuto il messaggio positivo che viene lanciato: nella vita ci si può imbattere in perfetti sconosciuti che ci possono accettare con semplicità ed intensità per quello che siamo, in modo molto più naturale di ciò che potrebbero fare persone a noi più vicine.

Mi è piaciuta lei. Willow è una ragazzina speciale che riesce a rendere speciale la vita di coloro che le sono attorno, senza nemmeno rendersene conto. Non è una maga, la sua non è magia. E' altro. Ed invito i lettori a scoprire cosa ha di tanto speciale una ragazzina così.

Si tratta di un libro per ragazzi premio Andersen 2015 come miglior libro oltre i 12 anni e premio Orbil 2016 come miglior libro 10/14 anni ma fa bene al cuore anche dei grandi e lo consiglio caldamente.
Lo stile di scrittura dell'autrice mi piace perchè rende alla perfezione il personaggio e le situazioni. 
Mi sono imbattuta in un paio d'errorini: un accento mancante sulla o di si ricordò, o una a di troppo (...non riesce a più a controllarne) ma è poca cosa anche per una pignola come me ;-)

Con questo libro partecipo alla quarta tappa della Challenge Le Lgs sfidano i lettori per l'obiettivo che prevedeva la lettura di un libro per ragazzi.

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