domenica 28 gennaio 2018

Schegge di ricordi (M. Lombardi)


C'era una certa questione in sospeso nel primo libro della serie di Giulia e Livia
Ora non c'è più!

Mi ero ripromessa di leggere quanto prima il seguito del libro Schegge di verità ed eccomi qui, a parlare del seguito.
Nel libro Schegge di ricordi l'autrice cambia la prospettiva del suo racconto. Non è più Giulia la protagonista principale ma è Livia e si scopre anche che il pazzo che le rapì aveva puntato su di lei il mirino delle sue attenzioni, non su Giulia come si era pensato nel primo volume. Subito si era pensato che Livia fosse diventata una vittima semplicemente perché si era trovata nel posto sbagliato, nel momento sbagliato, in compagnia di Giulia. Ora ci si rende conto che, anche se all'inizio può essere stato così, è scattata un molla perversa nella mente di quell'uomo che ha cambiato gli equilibri iniziali.
Diciamolo subito (o ricordiamolo, per chi avesse letto il primo libro o la mia recensione in merito): Mario Gerli, questo è io suo nome, è un pazzo squilibrato che ha un'ossessione che risponde al nome di Livia.

Continua ad avere lei in mente anche dopo averla persa e cerca di fare di tutto per continuare a tormentarla, più di quanto non abbia già fatto.
E riesce a farlo, ad arrivarle vicino, fin troppo vicino. Riesce anche a toccarla senza che lei si renda conto che quelle mani sono state le stesse che l'hanno tenuta immobile durante le continue violenze subite in prigionia.

Sarà difficile, per lei, scrollarsi di dosso la repulsione per il sesso maschile che le violenze subite le hanno lasciato addosso. Eppure, pur essendosi ripromessa di non lasciarsi mai più avvicinare da un uomo, arriva qualcuno che riesce pian piano ad abbattere le distanze.
Torna in scena il commissario Claudio Sereni, colui che aveva dovuto cedere le indagini sul rapimento delle due ragazze al collega Arco perché era stato vittima di un incidente stradale. Torna a seguire il caso di Livia e Giulia che è tutt'altro che chiuso. Il pazzo è libero e, purtroppo, molto vicino alle due ragazze tanto da rappresentare una minaccia costante. La necessità di svolgere al meglio il suo lavoro porta Sereni a stare sempre più vicino ad una Livia che, pian piano, abbassa le sue difese e trova un amico, un sostegno e, perché  no, un amore in quell'uomo dalle spalla larghe e dalle mani rassicuranti.
Così, alla paura dovuta alla vicinanza, seppur nell'ombra, di Gerli, per Livia fa capolino un sentimento diverso. Quel sentimento che le mancava e che la stessa Giulia aveva avvertito come mancanza per la sua amica, fin dai primi giorni successivi alla sua liberazione.

Ciò che più mi è piaciuto di questo romanzo è il fatto che accanto alle indagini, descritte con dovizia di particolari, i personaggi si mostrano con sempre più chiarezza al lettore.
Il pazzo di Gerli, nella sua personalità corrotta dal male ma legata anche a ricordi di un passato che l'ha segnato per sempre.
La fragilità di Livia, che supere l'iniziale smarrimento dal punto di vista psicologi per trovare, pian piano, una sua dimensione.
La dolcezza di un commissario, Claudio Sereni, che riesce ad abbandonare le vesti del duro (dovute al suo mestiere) per rappresentare un rifugio sicuro e discreto per quella donna che, in pochissimo tempo, l'ha affascinato.

Ciò che mi ha maggiormente stranita, durante la lettura, è stata la disinvoltura con cui il pazzo è riuscito a stare vicino alle sue vittime mentre le indagini si facevano sempre più serrate ma sempre più lontane da lui. Nessuno riusciva a beccarlo. Nessuno di coloro che avrebbero dovuto farlo perché, a ben guardare, qualcuno ci riesce anche se avrebbe dovuto tenersi alla larga. 
La figura della giornalista non mi è piaciuta molto. Sarà per deformazione professionale, ma non posso pensare che una giornalista possa approcciare un sospettato di rapimento, sequestro di persona, stupro ma anche un assassino pur di avere lo scoop. No, non mi è piaciuta ma fa parte della storia ed è un personaggio ben inserito nel racconto. Magari c'è pure chi è pronto a fare di tutto per la carriera, per uno scatto in avanti per cui non è una figura così poco credibile come inizialmente mi è sembrata.

Su tutti, il personaggio che ho preferito è stato Sereni. Dopo una fugace comparsa, più che altro come personaggio fuori campo, nel primo volume, stavolta è lui che la fa da padrone accanto a Livia e mi ha positivamente colpita.
Una specie di principe azzurro che non ha il mantello e la spada ma una pistola sempre a portata di mano. Un principe azzurro che immagino di gran fascino, dal fisico mozzafiato e con una delicatezza che non avrei mai attribuito ad un tutore dell'ordine pubblico, non so perché ma avevo questa idea.

Per chi non avesse letto nulla di questa autrice consiglio di iniziare da Schegge di verità di cui questo libro è il prosieguo. 

Con questa lettura partecipo alla challenge  Di che colore sei? (e ringrazio le organizzatrici per avermi fatto conoscere questa autrice) in quanto libro adatto per lo spicchio Giallo, obiettivo n. 1 (parte di una serie). Potrebbe essere adatto anche per l'obiettivo n. 2: autrice italiana.
 

4 commenti:

  1. ti è piaciuto, sono proprio proprio contenta. Anche io ho adorato il commissario qui

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  2. Date un Sereni anche a me! ;) In apparenza una coppia molto improbabile, in realtà perfetti l'uno per l'altra.
    Ho fortemente voluto raccontare la storia di Livia, la storia di una donna al tappeto che si rialza, perché è quello che le donne fanno: si rialzano.
    Un abbraccio e, spero, Stefania, che continuerai a leggermi!

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    1. Se ti avanza, portane uno pure a me di quel Sereni lì... senza dirlo a mio marito, però ;-)

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